18. Derek -parte 1-

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«Perché non ce lo hai detto prima?» chiese Jacob appena finii di esporre tutto ciò che sapevo su Derek e il suo branco.
«Perché... non lo so» ammisi «Forse avevo paura che lo avreste attaccato».
«Non lo avremmo mai fatto, Chiara» disse Esme con tono dolce «Perché pensi questo?».
Mi strinsi nelle spalle sentendomi in colpa per aver pensato ad una cosa del genere. «Non lo so» ripetei «Forse avevo paura che Sam lo sapesse. So che nessuno di voi gli avrebbe fatto qualcosa, ma quel licantropo è poco affidabile e il suo è un branco piuttosto numeroso» mormorai ripensando a quando volevano uccidere Bella per evitare che Renesmee nascesse semplicemente perché avevano paura.
«Però abbiamo rischiato seriamente di attaccarlo» mi fece notare Jacob «Quando lo abbiamo cercato, tu lo conoscevi già?».
«Sì e no» risposi. «Come ho detto prima, l'ho incontrato per caso e non lo conoscevo ancora in forma umana quando abbiamo seguito il suo odore». Calò il silenzio. «Non lo costringerete ad andare via, vero?» chiesi titubante.
«No, certo che no. È libero di fare quello che vuole, ovviamente nei limiti previsti da noi e dal buonsenso» mi rassicurò Carlisle «Non dovrà attaccare gli umani, dovrà evitare di farsi vedere in forma di lupo, non dovrà svelare il segreto e tutto il resto» aggiunse con ovvietà.
Annuii «Sì, sì, certo. Penso che lo sappia già».
«Perché non lo inviti a cena uno di questi giorni?» mi propose Esme «Così potremmo conoscerlo meglio e lui potrà conoscere noi».
«Sì, ti prego! Sembra simpatico, voglio vederlo!» esordì Renesmee, che aveva ascoltato in silenzio tutto il mio racconto.
Ridacchiai. «Va bene, glielo chiederò» risposi osservando la bambina che era ancora cresciuta. La sua crescita accelerata stava pian piano rallentando, ma era comunque molto più veloce di quella di un umano. Pochi anni ancora e sarebbe diventata adulta, a quel punto la crescita si sarebbe interrotta automaticamente.
«Chiara, ancora una cosa» mi disse Carlisle «Digli di fare attenzione, ci sono i cacciatori ancora all'erta e le uccisioni di animali da cortile stanno attirando l'attenzione: questa zona non vede dei lupi da moltissimi anni ormai».
Anuii «Va bene, glielo dirò».
«E quando sei con lui avvertici!» aggiunse Alice «Non riesco a vederlo e, a causa sua, sparisci anche tu. Per questo la scorsa notte ci siamo preoccupati. Non vedo il futuro delle persone morte».
Sbuffai in modo teatrale. «Ma perché riesci a vedere il mio futuro ma non quello degli altri licantropi? Sono un licantropo anch'io» mi lamentai.
«Probabilmente perché tu sei anche un vampiro e perché, ormai, ti conosco molto bene» rispose sorridendo «E ti ho detto che quando sei con lui non riesco più a vederti, questo non ti rende felice?».
«Moltissimo! Adesso passerò l'eternità con lui per evitare che tu possa vedere il mio futuro!» esclamai ridendo.
Alice scosse la testa mentre sorrideva divertita. «Adesso sto iniziando a vedere anche alcuni dei licantropi, soprattutto Jacob e Seth, quindi fai attenzione: potrei riuscire a vedere anche lui» mi fece notare la vampira.
«Ma io voglio conoscerlo...» si lamentò Renesmee mettendo il broncio.
Ridacchiai mentre Jacob, che era andato in cucina senza che me ne accorgessi, rientrava nel salotto con un piatto pieno di patatine fritte. «Quindi adesso riesci a vedere molto bene il sottoscritto? Wow, perché questa cosa?» chiese mentre offriva le patatine a Renesmee.
La bambina si ritrasse scuotendo la testa mentre osservava il cibo con un'espressione schifata. Non apprezzava granché quello di cui si nutrivano gli umani.
Alice annuì. «Sei in questa casa praticamente ventiquattro ore su ventiquattro. Ormai ti conosco così bene da riuscire a vederti» fece una breve pausa «Anche se "molto bene" è un po' esagerato, diciamo che il tuo futuro è un po' sfocato, come quello degli umani. Beh... forse leggermente più sfocato ed incerto» mormorò annuendo. «Sì...» aggiunse convinta dalla sua spiegazione «Però posso dirti che usare quel piatto vuoto come un frisbee per colpire Rosalie non sarebbe una buona idea».
Jacob mangiò l'ultima patatina e fissò stupito Alice. Sbuffò mettendo un broncio che fece ridere Renesmee «Così non c'è più divertimento...» si lamentò posando il piatto sul tavolino al centro della sala.
«Mi dispiace» ridacchiò Alice.
«No, non ti perdonerò mai» ribattè Jacob fingendosi offeso.
«Stupido lupo» rise Renesmee dando un pizzicotto al braccio del licantropo.
«Ehi! Ness, ma perché?» chiese lui mentre rideva e cercava di acchiappare la bambina che, con uno scatto fulmineo, si era alzata dal divano ed era corsa da me.
«Andiamo a giocare?» domandò sorridendo, ignorando Jacob.
«Va bene, a cosa?» risposi sorridendo.
«Non lo so, ci penseremo dopo» disse lei convinta. Mi prese la mano e mi trascinò verso la porta. Appena passammo vicino a Jacob, lei lo guardò e sorrise. «Vieni anche tu» ordinò.
«Certo, Ness, non dovresti nemmeno chiedermelo» rispose lui, alzandosi immediatamente.
«Infatti non era una domanda» gli fece notare la bambina mentre lasciava la mia mano.
«Beh... va bene comunque, andiamo a giocare» rispose lui sorridendole. Osservai lo sguardo di Jacob mentre la guardava, totalmente focalizzato su di lei.
Renesmee sorrise e saltellò fuori, trascinando Jacob.
Anche Edward si accorse dello sguardo del licantropo e sbuffò irritato. Non aveva ancora digerito del tutto la storia dell'imprinting.
Sorrisi divertita. Sei un papà troppo geloso. Pensai sapendo che stava ascoltando i pensieri di tutti quanti.
In risposta, il vampiro mi guardò accigliato ed emise un breve ringhio.
Scoppiai a ridere ed uscii fuori, pronta a giocare con Jacob e Renesmee. 

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