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Erano riusciti ad arrivare con le auto fino all'ingresso dell'ospedale, era pieno di controllori armati sorpresi di vedere della gente, probabilmente non erano abituati a ricevere ospiti. Chanyeol abbassò il finestrino e uno dei militari si avvicinò cautamente alla vettura. "Parcheggiate le auto lì e scendete." gli indicò il posto, loro lo fecero capire anche ai propri compagni e si diressero tutti poco lontano per parcheggiare, presero ciò che avevano e si indirizzarono di nuovo verso l'uomo, Chanyeol si sentiva le gambe tremare.

Baekhyun teneva stretta la mappa tra le mani, aveva segnato il punto del villaggio di Junmyeon in rosso, doveva assolutamente permettere che anche loro provassero quello che stava provando lui in quel momento, si sentiva felice, tremendamente al sicuro, il cuore gli batteva forte. Provò a parlare con l'uomo ma non ci riuscì, a quel punto Jongdae gli sottrasse la mappa e la mostrò al militare. "C'è un villaggio pieno di gente, dovete mandare delle squadre di soccorso per -."

"Ragazzo, non è di mia competenza, il mio compito è solo quello di visionare questo posto, all'interno della struttura potrai parlare con un mio superiore."

"Ci sono dei bambini." mormorò Baekhyun sconvolto, l'uomo li guardò e scosse la testa.

"Consegnatemi le armi e le vostre borse." disse, a poco a poco tutti misero i coltelli e le pistole in uno scatolone che gli era stato dato, misero lì anche le loro borse. Potevano rifiutarsi? Sarebbe stata una pessima scelta. "Vi restituiremo i vostri affetti, dobbiamo solo fare dei controlli. Permettetemi anche di controllare se avete altro." continuò, poi cominciò a toccare le tasche di Chanyeol - era il primo ragazzo che gli era capitato sottomano.

"Siamo qui fuori da mesi, perché dovremmo nascondere delle armi? Vogliamo solo ritornare a stare bene." intervenne Jongin non appena toccò a lui essere controllato, Sehun gli disse di stare zitto. Erano delle ispezioni che dovevano essere fatte per forza, le pistole che avevano portato con loro fino a quel momento sarebbero stata una fonte di problemi - ma in un contesto come quello, il militare non poteva di certo fargli la predica per aver solo cercato di difendersi.

"Vi accompagno." disse, tutti cominciarono a seguirlo. "Ci sarebbero così tante cose da dire, non so nemmeno da dove cominciare. Voglio essere io a parlare però, credo che vi interessi di più sapere cosa sta per succedere - vi faranno degli esami, sicuramente ricovereranno tutti voi, se sarete idonei potrete essere trasferiti."

Per loro sembrava tutto così strano, non riuscivano a fare domande o a sciogliersi, semplicemente perché gli sembrava di essere in trance, non stava succedendo davvero, non era davvero finita - o si?

"Prego." disse, la porta automatica si aprì e la donna alla reception cominciò a sorridere, si alzò e camminò verso i ragazzi. "Vi lascio nelle sue mani, devo tornare subito al posto di blocco, chiamiamolo così." disse, e se ne andò. La donna sembrava parecchio anziana, tuttavia non smetteva di sorridere.

"Qualcuno è ferito?" domandò, loro risposero di no. "Il bambino è figlio di qualcuno di voi?"

"Si chiama Hui, no, i sui genitori sono morti." spiegò Sehun, mostrando alla donna il bambino che si stava nascondendo dietro la sua gamba. "È diventato timido."

"Voi mi seguirete, c'è una grande camera libera nel reparto di riabilitazione anche se sembrate stare tutti abbastanza bene, dobbiamo fare degli esami di base ed eventualmente degli accertamenti, il dottore vi spiegherà meglio. Porteremo il bambino in pediatria così potrà stare insieme agli altri -."

"No." disse lui, abbracciando completamente la gamba del povero Sehun che aveva rischiato diverse volte di perdere l'equilibrio. "Non voglio."

"Non può proprio stare con noi?" chiese Kyungsoo, piano per non farsi sentire dal bambino. "Quello che ha vissuto è stato un trauma bello grosso, non sono un esperto ma credo che separarlo di colpo da noi non sia una buona scelta."

"Suppongo di poter fare qualcosa." acconsentì lei, si inginocchiò per guardare il bambino. "Puoi restare con loro ma devi anche andare a fare amicizia con gli altri bambini, non vi divideremo a patto che collabori, siamo d'accordo?" domandò, poi si sollevò. "Prendiamo l'ascensore?"

Si infilarono tutti nella cabina dell'ascensore, la donna premette un tasto e cominciarono subito a salire. "Possiamo parlare col direttore di questa struttura? Dobbiamo chiedergli qualcosa di importante."

"Di cosa si tratta?"

Baekhyun continuò a parlare. "C'è un villaggio a qualche giorno di distanza da qui, è pieno di gente e bambini. Ci teniamo particolarmente primo perché abbiamo instaurato un bel rapporto con tutti, secondo perché e grazie a loro se abbiamo ottenuto le risorse per partire, abbiamo rischiato tutti moltissimo e un ragazzo non ce l'ha fatta, per questo -."

Le porte dell'ascensore si aprirono. "Vedrò di fare il possibile per procurarvi un appuntamento col direttore, anche se non credo che una cosa del genere sia di sua competenza." disse lei, bussò a una porta sulla quale era incisa la scritta primario. All'interno della stanza era presente un uomo che li fece subito accomodare, la signora che li aveva accompagnati salutò i ragazzi e il direttore del reparto li squadrò tutti.

"Come vi chiamate?" domandò, tutti dissero il proprio nome. "Li ho già dimenticati ma va bene, staremo insieme per un po' quindi riuscirò ad impararli. Siete arrivate fin qui da soli?"

"Abbiamo viaggiato per giorni, avevamo sentito che c'era un posto sicuro qui." spiegò Chanyeol. "Vorremmo delle spiegazioni riguardo tutto questo, tutto quello che è successo."

L'uomo prese un sorso da una bottiglia d'acqua e li guardò, sorrise in maniera inquietante al bambino e prese a parlare. "Ora la situazione si è regolarizzata, vi lascio immaginare il panico che abbiamo provato tutti quando gente che era stata infettata è arrivata al nostro ospedale, non sapevamo come gestire la cosa. Non siamo riusciti a salvare nessuno. Amputazioni, antibiotici, possibili antidoti e vaccini, abbiamo provato e sperimentato ma non c'è mai stato niente da fare, l'epidemia si è sviluppata qui." disse, si alzò rumorosamente e si avvicinò alla cartina appesa alla parete. "Le due Coree, delle isole del Giappone e un paio di regioni della Cina. Sono dispersi pezzi grossi, anche gente che potrebbe avere delle risposte - volete informazioni sul virus?"

"Vorremmo delle risposte, decisamente." rispose Sehun.

"Abbiamo studiato - non io personalmente, ma mi è stato riferito - il fenomeno e sappiamo per certo che chiunque viene morso da un infetto si trasforma, c'eravamo arresi a questo." spiegò. "Il problema grosso ha cominciato a presentarsi quando pazienti che non erano stati morsi sono morti, per questioni che non riguardavano affatto il virus in questione, alcuni si trasformavano e altri no. Abbiamo fatto ulteriori esami."

"E?"

"Siamo in grado di determinare chi si trasformerà una volta deceduto e chi no tramite delle analisi specializzate, una cosa è certa, in questa stanza la possibilità che ci sia gente infetta è molto alta."

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redemption - chanbaekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora