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"Park Chanyeol, maschio, nato il ventisette novembre millenovecentonovantadue a Seoul, alto un metro e ottantacinque. Byun Baekhyun, maschio, nato il sei maggio millenovecentonovantadue a Bucheon, alto un metro e settantaquattro. Kwon Mintae, femmina, nata il sette febbraio millenovecentosettantanove a Seoul, alta un metro e sessantadue. Kwon Junyong, maschio, nato il due luglio duemiladieci a Seoul, alto un metro e venticinque. È giusto?"

"Giustissimo." rispose Baekhyun, si resse al suo sedile e chiuse gli occhi. "Stiamo per partire?"

"Hai paura?" domandò Junyong, il bambino che avrebbe viaggiato con loro, stringendo la mano della sua mamma e inginocchiandosi sul sedile così da riuscire a guardare fuori dal finestrino. "Quando arriviamo?"

"Amore, non siamo neanche partiti, mettiti seduto e sta' fermo." lo rimproverò sua madre, sistemò il bambino al suo posto e gli mise la cintura. "Arriveremo presto."

"Uffa, okay." sbuffò. I due uomini stavano ancora sistemando i loro documenti, ci avrebbero messo un po' a partire. E non sarebbero arrivati presto. Avrebbero dovuto fare numerose soste per riempire il serbatoio dell'elicottero, un viaggio aereo sarebbe durato nove ore, figuriamoci un viaggio in elicottero. Avrebbero passato un'intera giornata su quell'aggeggio, era poco ma sicuro. Baekhyun cominciava a sentirsi in ansia.

"Ci sono tante persone che vorrebbero andarsene, allora perché portarne solo quatto alla volta?" domandò il maggiore ad alta voce, uno dei due uomini alla guida si voltò per rispondere.

"Vedi, punto uno, noi veniamo pagati per farlo quindi non ci lamentiamo, eseguiamo e basta, punto due, c'è un business che neanche immagini dietro tutta questa storia, stanno approfittando di questa situazione per fare soldi, tutti, il presidente del Sud Corea al primo posto. Anzi, forse lui è rimasto col culo a terra, non si aspettava potesse succedere una cosa del genere. Sai quanto ci vuole per far viaggiare un aereo? Centinaia di aerei? Voi avete i soldi? No. Le agenzie private, furbe, propongono viaggi e vengono finanziate da quella commissione che vuole proteggere le persone, non ricordo il nome ma ci siamo capiti. Dove ero rimasto - ah, a quanto pare questo modo è quello che hanno scelto per voi, ma in Giappone non sono così stronzi, lì le persone ci arrivano in aereo, sinceramente sono confuso più di quanto lo siate voi, dodici ore di viaggio sono troppe e rovinarcele con certi discorsi non mi va, rilassiamoci." disse, ritornando accanto al suo collega. Baekhyun guardò Chanyeol e ridacchiò, la spiegazione era stata leggermente confusionaria ma aveva inteso, più o meno.

Il bambino si stava addormentando sulle gambe della mamma, lo trovavano così carino. Chanyeol guardò Baekhyun e mise una mano sulla sua testa, dopodiché lo fece poggiare sulla sua spalla. "Dormi un po'."

"Non ho sonno." si lamentò, sollevando la testa di nuovo. Mise una mano sulla sua gamba e il più alto guardò la donna di fronte a lui, aveva occhi solo per il suo bambino, sembrava come se avesse paura che potesse succedergli qualcosa da un momento all'altro.

"Togli la zampa." disse, indicando la mano con cui Baekhyun lo stava accarezzando. Non che gli dispiacesse, non era un buon momento. Lui ridacchiò, in quel momento l'elicottero decollò, non era così brutto, certo, faceva comunque abbastanza impressione, aveva paura delle altezze e due minuti dopo sotto di loro c'era soltanto il mare.

"Ho cambiato idea, adesso dormo. Svegliami tra dodici ore."

Il tempo non passò in fretta, anzi, scorse in maniera dannatamente lenta. Si fermarono numerose volte, andarono in bagno, mangiarono, fecero vari controlli, ripresero a viaggiare. Nel frattempo si fece buio, per ammazzare il tempo chiacchierarono e giocarono a che cosa preferiresti? ma Baekhyun smise di partecipare non appena Chanyeol disse che avrebbe preferito una pizza calda e fumante a un suo bacio, anche se non poteva dargli torto, avrebbe ucciso per una fetta di pizza calda e fumante. Baekhyun stava guardando la luna, illuminava le montagne e tutti quei palazzi, era davvero bella. "Stiamo per atterrare, come vi ho preannunciato vi lasceremo nelle mani di un ospedale per fare controlli di base, lì vi daranno ulteriori informazioni." spiegò il pilota.

"Guarda." mormorò il ragazzo, indicò a Chanyeol le macchine che si muovevano, le persone che camminavano, le luci artificiali. Si morse il labbro e abbracciò il minore, poi cominciò a frignare in maniera scherzosa - quello all'inizio, quando cominciò a piangere per davvero fu un problema.

Chanyeol guardò la donna che stava ridacchiando, mentre accarezzava la schiena del più basso e cercava di farlo smettere di piangere. Anche lui si sentiva gli occhi umidi, probabilmente era il clima francese. "Manca pochissimo Baek." mormorò, baciandogli la guancia. "Ce l'abbiamo fatta."

Atterrarono senza troppi problemi, vennero portati all'interno dell'ospedale e successivamente in una stanza, successe tutto in maniera veloce. Parlarono con un dottore, gli disse che avrebbero dovuto dormire lì quella notte, e soprattutto che non dovevano mangiare niente la mattina seguente, avrebbero dovuto fare le analisi, dopotutto. Gli chiesero le loro informazioni personali e dopo un po' li lasciarono da soli nella loro piccola stanza, non ci rimasero molto, uscirono fuori alla ricerca di qualcosa.

"Signora, possiamo usare il suo cellulare per contattare i nostri familiari?" domandò Baekhyun a una donna che se ne stava seduta nel bel mezzo del reparto, si sentiva così in ansia e felice, non riusciva a respirare, avrebbe voluto fare mille e più cose ma non aveva il tempo e gli strumenti adatti. 

"Venite dalla Corea?" domandò lei, rispose sempre in inglese, ormai dovevano comunicare in quella lingua dato che il francese non lo conoscevo. Forse lei aveva fatto quella domanda perché aveva riconosciuto i loro tratti orientali, in ogni caso chiacchierarono un po' e le spiegarono cosa era successo, lei si fidava ciecamente di quei due ragazzi, proprio per quel motivo alla fine decise di prestargli il cellulare.

"Faccio io." lo prese Chanyeol, accendendo al suo profilo Facebook si trovò una marea di messaggi da parte di alcuni amici, anche da gente che non conosceva, ovviamente li ignorò tutti. I suoi genitori non gli avevano scritto. Deglutì e continuò a osservare la sua casella di posta, tra tutti, spiccò un messaggio.

Kim Junmyeon
; chanyeol, semmai vedrai questo messaggio ti invito a chiamarmi su questo numero ##########
; prego ogni sera per te e per gli altri, ho bisogno di dirvi grazie.
; credo anche di avere qualcosa che ti appartiene.

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a/n ; SCLERO SONO CURIOSA DI SAPERE COSA SUCCEDE perché lo ammetto non lo so nemmeno io a questo punto potrei inventarmi di tutto e aiuto sclero malissimo

redemption - chanbaekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora