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Quanto tempo aveva già aspettato, Chanyeol? Aspettava qualcosa cento giorni prima, aspettava qualcosa nel villaggio di Mark, in quello di Junmyeon, per strada, aspettava mentre baciava Baekhyun, di notte, mentre dormiva, aspettava il suo momento di gloria quando neanche ci pensava. Da quanto tempo era rimasto lì? Aveva chiesto a tutti di poter rimanere da solo, a maggior ragione a Baekhyun stesso, che altrimenti gli sarebbe stato dietro nonostante tutto, aveva bisogno di Baekhyun, dannatamente, voleva solo riflettere per un po'. La schiena se ne stava poggiata contro il cemento freddo, era nuvoloso e poteva giurare di aver sentito delle minuscole gocce d'acqua cadere sul suo viso prima, roba di poco conto. 

La consapevolezza di essere infetto e di non poter scappare da se stesso lo stava facendo impazzire.

Non sapeva come sentirsi, il dottore gli aveva raccontato ogni cosa. Ogni singolo particolare, non aveva tralasciato niente. Si sentiva furioso, non riusciva a capacitarsi di come fosse possibile provare tanto odio da creare una cosa del genere, gli esseri umani avevano tutti due cose in comune. La prima, erano maledettamente intelligenti e vendicativi - la seconda, avrebbero distrutto il mondo pur di non essere costretti a rinunciare al proprio orgoglio. Con grande dispiacere Chanyeol dovette ritornare nella struttura - aveva cominciato a piovere di più.

Ritornò in camera sua, non si sentiva meglio ma si era sfogato, era da quando aveva diciassette anni che non piangeva da solo come un perfetto idiota. Anzi, forse a causa di quella situazione gli era capitato di farlo delle volte, non lo ricordava nemmeno più. Aprì la porta della grande stanza, non c'era quasi nessuno. "Ciao." disse a Kyungsoo. "Dov'è Baekhyun?"

"Non lo so, io sono stato in giro, sono tornato poco fa e la stanza era vuota." spiegò, il rosso annuì. Aveva un brutto presentimento, aveva paura di perdere Baekhyun ma non era una paura lieve, gli faceva male, la sentiva pungergli lo stomaco. Uscì dalla camera e cominciò a percorrere il corridoio, stava per prendere le scale e scendere ai piani inferiori ma qualcosa gli disse di voltarsi, lo fece e si sentì stupido per aver ceduto e al suo istinto - che non era mai stato dei migliori. Quella volta, tuttavia, aveva fatto centro, Baekhyun era sul terrazzo. Era girato di spalle ma lo avrebbe riconosciuto tra mille, sorrise sollevato, il macigno posizionato sul suo petto era come volato via. Aprì la porta del terrazzo facendo sobbalzare il maggiore, quell'aggeggio produceva un rumore assordante.

"Chanyeol." disse, avvicinandosi a lui e abbracciandolo. "Non mi hai dato neanche il tempo di parlarti prima che sei scappato, ero preoccupato per te."

"Anche io." si limitò a rispondere, guardò la pioggia scorrere lungo il tubo di scolo e battere sulla ringhiera del balcone. "Non hai freddo? Sei così poco vestito." ridacchiò, tirando la maglietta del maggiore sul suo collo, prima di farlo gli scoprì involontariamente la clavicola e rimase estasiato. Voleva concedersi un momento con lui, un momento speciale degno di essere chiamato tale, erano rimasti da soli poche volte ma non erano mai stati nelle condizioni di abbandonarsi ai piaceri carnali, era un modo più carino per dire che in quel momento gli ormoni di Chanyeol erano schizzati alle stelle. "Se non hai altri programmi ti va di chiuderci in uno sgabuzzino?"

Jongdae se ne stava seduto insieme a Tao nel parchetto davanti l'ospedale, stavano bevendo qualcosa insieme. Si era ripreso? Un po', non piangeva tutte le sere, non pensava a Minseok ogni secondo della giornata eppure in quel momento non riusciva a ragionare, cosa avrebbe dato per riaverlo lì, accanto a lui.

"Mi stai ascoltando?" domandò Tao, il ragazzo scosse la testa di colpo, lo aveva risvegliato dal suo stato di trance.

"Scusa, stavo pensando." rispose trattenendo a stento le lacrime. Si era rassegnato, quello si, ma era ancora così difficile da accettare. "Pensavo a Minseok."

L'espressione di Tao cambiò, improvvisamente diventò triste. "La vita è una merda Jongdae, le parole non possono esprimere i nostri sentimenti, non potranno farlo mai, non riuscirei a farti capire come mi sento quando mi parli di lui."

"Da quando se n'è andato non ho quella persona fissa accanto a me, quella alla quale dire tutto, non riuscirei mai a parlare a te o a chiunque altro come facevo con lui." sbatté le palpebre e vide una lacrima bagnare la sua maglietta, non gli importava. "L'ho amato davvero, forse continuo a farlo, forse mi aggrappo a quel sentimento - non lo so, vorrei che fosse andata diversamente." si alzò e sollevò la testa. "Non mi dimenticherò mai di tutto questo, oltre a portare i segni sulla pelle per sempre penso che continuerò ad avere gli incubi riguardo tutto fino alla fine dei miei giorni."

"Ormai il peggio è passati e purtroppo tutti abbiamo perso qualcuno, è il prezzo da pagare."

"Per cosa stiamo soffrendo così tanto?"

"Per rimediare agli errori altrui." rispose, alzandosi anche lui. "La così definita ingiustizia."

Era tarda sera, i ragazzi erano tutti nella loro stanza, avevano cenato insieme e avevano deciso di rimanere lì. Baekhyun si era tolto il cuscino da sotto la testa e se lo era messo sotto la schiena, stranamente gli faceva male. Guardava intensamente il soffitto, non riusciva a capire se si era perso nel colore bianco ipnotico della parete o nelle ragnatele, nel dubbio, stava viaggiando parecchio con la fantasia. Stavano tutti riposando, quando, stupendoli, qualcuno entrò nella stanza, era tardi e non si aspettavano di avere visite. "La direttrice mi manda da voi." parlò la donna, aveva il fiatone perché probabilmente aveva corso per andare da loro, o forse era stanca a causa delle scale. Non era quella la cosa che gli interessava sapere, quindi nessuno ci si soffermò troppo su. "La vostra richiesta è stata approvata."

"La nostra richiesta?" domandò Jongin, la ragazza prese un foglio ripiegato dalla sua tasca e lo aprì.

"Ah, ora ricordo di cosa si trattava." disse, mettendo via il pezzo di carta. "Scusate, la memoria. Il villaggio di Kim Junmyeon, è giusto? Verrà accolto da un paese della Thailandia, degli ospedali si sono resi disponibili ad accogliere le persone non infette. Gli infetti rimarranno nel territorio coreano, non qui da noi, più a Ovest, si prenderanno cura di loro." spiegò, i ragazzi non avrebbero potuto ricevere notizia più bella di quella.

Avevano salvato centinaia di vite e niente contava più di quello.

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redemption - chanbaekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora