CAPITOLO 21

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L’assenza dell’amico vi illuminerà su ciò che amate in lui
Kahil Gibran

Andrew's pov

Sono le tre di notte ed io non riesco a dormire. Domani, è il mio ultimo giorno in ospedale, finalmente! Non ne posso più di stare in queste quattro mura!

I medici hanno detto che a livello motorio e celebrale, è tutto rientrato: la frattura alle costole e la distorsione al ginocchio, dovuta alla caduta, sono rientrate e dopo qualche altra seduta dal fisioterapista, che mi sta seguendo, potrò tornare a ballare.
Quindi, domani mi dimettono, ma la mia memoria è la stessa. Continuo a non ricordare i due mesi che hanno preceduto l' incidente.
Questa cosa mi innervosisce e certe volte vorrei spaccare tutto!

Di solito, quando sono triste o incazzato, ascolto musica, gioco ai videogiochi, parlo con Clhoe... Ma ora come ora non posso fare nessuna di queste tre cose.
Clhoe mi manca, mi mancano i suoi messaggi, il suo modo di essere sbadata o la sua capacità di fare figure di merda ogni secondo della sua esistenza...

Sembra essere una calamite di disastri quella ragazza!

Già! un disastro che ha sconvolto la mia vita quindici anni fa, quando l'ho conosciuta, e me la sta sconvolgendo anche ora che non fa più parte della mia quotidianità.
Non la vedo da quando mi sono risvegliato e l'ho cacciata dalla mia stanza. Il suo ultimo messaggio è di giovedì a mezza notte per augurarmi buon anno, ma non le ho risposto...

Per fortuna, c'è la ragazza misteriosa dei messaggi, sembra percepire quando sono triste o arrabbiato, perché mi contatta sempre quando sono al limite della sopportazione e sto per scoppiare. 
Non so come faccia, ma con qualche battuta scema e qualche frase filosofica nel mezzo, mi distrae dalla confusione che ho in testa e dall’ambiente che mi circonda.

Credo che sia una ragazza ricoverata in questo reparto, perché sa tutto ciò che mi succede, come quando i medici mi hanno avvisato che il 5 gennaio, cioè domani visto che sono le tre e dieci di notte, non ho fatto in tempo a scriverglielo che lei mi ha scritto: " finalmente libero! Ora riprenditi la tua vita e la tua normalità, basta fare il malato! Fra quattro giorni sei fuori. Ok detto così sembra che tu debba uscire dal carcere, ma il concetto è quello. Dimmi che mi hai capita altrimenti fai finta di niente. Buona fortuna!"

Quando ho letto questo messaggio ho sorriso, ero da solo in stanza perché mia madre era appena uscita dalla stanza per parlare con i medici, non so come faccia a sapere in tempo reale ciò che mi succede…

Forse è una spia segreta e ti tiene sott’occhio con delle telecamere nascoste

Non siamo in una di quelle serie tv che vede mio fratello la sera, tenendomi sveglio, siamo nella vita reale!

Sarebbe stato figo! Magari si veste con una di quelle tute nere attillate che mettono in risalto le forme

Non so perché ma mi sto immaginando la mia coscienza che muove le sopracciglia su e giù in modo convulso, per alludere a qualcosa di malizio.

Esatto baby!

Per assecondare la mia coscienza, decido di provare a ricordare qualcosa dell’incidente, o almeno di questi due mesi, ma sento un dolore lancinante alla testa e per attenuare questo dolore, chiudo gli occhi e pian piano mi riaddormento…

****

“Andrew?” sento una voce ovattata, all’inizio è lontana, ma poi mi sento scuotere per una spalla e la voce ovattata diventa sempre più vicina.
“Andrew? Svegliati! È solo un brutto sogno!” è la voce di mia madre, mi scuote per una spalla e mi sento tutto bagnato ed il battito accelerato.

Un muro di ghiaccio tra NOIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora