CAPITOLO 29

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"e mi piace pensare che,

un soffio di vento all'improvviso

sia la carezza di chi non è più tra noi"

S. Takdeer

Clhoe's pov

Sono passati quattro giorni, da quella serata al parco con Andrew siamo rimasti lì sdraiati ad ascoltare canzoni e a guardare le stelle fino 23.30.

Dopo essermi sorbita le urla di mia madre, perché ero uscita anche se non stavo bene, mi è risalita la febbre. Quindi ho passato quattro giorni a casa.

Ma ora basta restare a letto! Oggi mi sento nel pieno delle mie forze!
Vorrei andare a correre, ma piove; per questo sono venuta in piscina, una bella nuotata mi farà di certo sentire ancora più carica di così.

Alla fine si è capito che ero svenuta per un semplice calo di pressione, dovuto al fatto che avevo mangiato poco, unito, però, all'influenza che mi ero presa il giorno in cui ho buttato la cioccolata calda in faccia ad Antony, perché non mi ero coperta abbastanza.

Non solo ho sprecato la mia cioccolata calda per la sua schifosa faccia, ma mi sono anche presa l'influenza per colpa sua...

" ehi Clhoe!" mi riprendo dai miei pensieri, quando mi saluta Yvonne, una ragazza che lavora qui come istruttrice, per il momento, perché il suo sogno è quello di viaggiare per il mondo ma non ha abbastanza soldi per essere del tutto indipendente, quindi lavora qui per tamponare.

" ciao Yvonne! come mai sei fuori dalla piscina?" Le chiedo accigliandomi

" ah giusto, tu non lo sai!" Dice mordendosi il labbro inferiore " c'è stato un guasto ai filtri delle piscine e adesso ci sta pensando una squadra di specialisti. Ma per avere i ricambi, passeranno un paio di giorni..."
" ah ok" dico abbassando la testa verso il mio borsone " e ora?"

Chiedo sperando che abbiano trovato un modo alternativo di fare allenamento, perché non vorrei tornare subito a casa, ci sono stata fin troppo per i miei gusti. Ho bisogno di liberare la testa, tra un po' dovrò cominciare a pensare alla tesina e all'esame per il diploma ed ho bisogno di scaricare la tensione, in qualche modo.
" io sto andando nella palestra al piano di sopra, vuoi venire con me?"
" perché no!" Dico sorridendole sincera " solo che non ho gli indumenti adatti..."
" tranquilla, portiamo la stessa taglia, ti presto io qualcosa"
La ringrazio e ci dirigiamo verso lo spogliatoio femminile.

Dopo una decina di minuti, stiamo salendo le scale per raggiungere la palestra.
Quando arriviamo, per poco non mi blocco sul ciglio della porta. Non c'è neanche una ragazza.
Sono tutti ragazzi, la maggior parte dalla trentina in su e gli indumenti ginnici che Yvonne mi ha prestato, sono al quanto succinti... Non tanto per i leggings, perché sono abituata, ma per la maglietta.... È troppo aderente! Di solito tendo a prendere taglie due volte più grandi di me!

" Clhoe mi dispiace, ma devo lavorare" Yvonne, da un'occhiata per tutta la palestra, poi punta gli occhi su un signore ed alza gli occhi al cielo aggiungendo: " quel signore, lì in fondo, potrebbe distruggere tutta la palestra se non fa attenzione nel manovrare il bilanciere" dice pensierosa.

L'uomo sta cercando di alzare il bilanciere con circa 40 chili di peso in totale, appena lo riesce a sollevare e si gira, la punta del bilanciere, tocca dei manubri da un chilo che cadono facendo, inevitabilmente, un enorme frastuono.
" ecco appunto!" Dice Yvonne passandosi la mano sul suo volto.
" se hai bisogno di qualcosa, anche di un chiarimento, su come funzionano alcuni macchinari, chiamami!" Dice e mi fa l'occhiolino, poi va verso il signore che sicuramente, sarà la prima volta che mette piede in una palestra.
Saluto Yvonne e vado verso il tapis rulant ed indosso gli auricolari collegati al mio iPod.
Imposto il tapis rulant e faccio partire la solita playlist; la prima canzone è "Believer" dei "Image Dragons".

Un muro di ghiaccio tra NOIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora