CAPITOLO 15

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“chi ha fretta, premura,
dimostra che ciò di cui si sta occupando
è un affare troppo grosso per lui”
D. Chesterfield

Clhoe’s pov

Fisicamente sono qui: a scuola, tra queste quattro mura bianche e scrostate dal tempo; con una mandria di ragazzi che urlano, ridono e scherzano nei corridoi tra un cambio d’ora e l’altro.

Ma mentalmente….
Mentalmente sono in quell’ospedale, dove da una settimana vado ogni pomeriggio, dopo la mia ora di sfogo in piscina, per andare a trovare Andrew.

Ogni volta che lo guardo mi si chiude la bocca dello stomaco e per calmarmi ascolto le canzoni della mia playlist.
All’inizio, andavo solo per sapere come stesse, ma da un paio di giorni ho capito che quelle due orette che passo in quella stanza, permettono alla sua famiglia di riposarsi e magari distrarsi, prima che inizi l’orario delle visite.

Come ho fatto a fargli visita prima dell’orario di viste?

Semplice, mi sono finta sua sorella, i suoi genitori ed il fratello mi hanno retto il gioco ovviamente e con la scusa di aver dimenticato i documenti, non ho potuto dimostrare il contrario di ciò che affermavano quattro persone contemporaneamente.

Mente diabolica! Menomale che hai me, se no non ti sarebbe venuta né ora né mai quest’idea…

“ehi Clhoe!” si avvicinano Vale e Silvia.
“ciao ragazze!” dico facendo un sorriso di circostanza. Loro sanno di Andrew, quindi mi sorridono di rimando.
Ormai tutta la scuola sa dell’incidente, anche perché Lory ne ha fatto un affare di stato sul fatto che è rimasta sola senza il suo Andrew.

Ma così sembra che sia morto…

Vai a dirglielo, forse tra coscienze vi capite. Sempre se l’ha una coscienza, se non è annegata tra tutta la tinta che ha sui capelli.

“eri bellissima domenica!” commenta Silvia con fare sognante.

Domenica ho festeggiato il mio diciottesimo compleanno, ho festeggiato lo stesso, anche senza lui, mi è mancato tantissimo; ma per fortuna ho degli amici che sanno bene come farmi distrarre e divertire. Quindi ho pensato a lui principalmente la sera quando, a fine festa, ho alzato gli occhi verso il firmamento e ho visto tutte quelle stelle che brillavano ed ho pregato affinché non prendesse con sé un’altra stella e con essa un pezzo del mio cuore e del mio passato.

“il cibo era fantastico!” commenta di rimando Vale, la solita mangiona che non ingrassa mai.
Silvia ed io ci guardiamo e ridiamo, non fa altro che pensare a mangiare…
“ parli seriamente? Neanche un complimento sul vestito o sul Dj?” chiede Silvia con un tono tra il divertito e sbalordito.

Vale si strofina il mento tra l’indice e il pollice della mano destra, con fare pensieroso.
“beh il Dj era un gran figo, ma molto meglio Harry… e la crêpe che hanno servito per dessert... Mmh!” dopo quest’ultima esclamazione non ce la facciamo a restare serie e scoppiamo a ridere prima io e silvia, per poi aggiungersi anche Vale che si è fatta contagiare dalla risata strana di Silvia.

Io mi ritrovo piegata in due con un braccio sullo stomaco, perché non riesco più a respirare, visto che la risata di Silvia unita a quella di Vale, sono una sinfonia di suoni strani e assolutamente divertenti.

Mi asciugo le lacrime agli angoli degli occhi, dovute alle risate, e mi ricompongo, ma appena ci guardiamo di nuovo in faccia, ricominciamo a ridere a crepapelle.
Per fortuna le lezioni sono finite e quindi gli studenti stanno uscendo non facendo molto caso a noi. Solo una figura sembra prestare molta attenzione alla scena e mi guarda con il suo sguardo di fuoco, come se volesse bruciarmi al rogo con il solo sguardo.

Un muro di ghiaccio tra NOIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora