CAPITOLO 23 (parte due)

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“dovremmo essere spontanei come i bambini che, quando vogliono una carezza, ti prendono la mano e se la mettono sul viso”
Anonimo

Andrew’s pov

Entriamo nella sua stanza e il colore blu cielo che la caratterizza, devo ammettere che mi è mancato tantissimo, soprattutto perché mi trasmette una sensazione di tranquillità, pace e dolcezza, in una sola parola: Clhoe.

“chiudi la porta finestra per favore, fa freddo!” dice Clhoe mentre ripone la coperta nel baule della sua camera. Faccio come mi dice e quando mi giro verso di lei, trovo il suo giubbotto sul letto e le ante dell’armadio aperte, mentre lei che sta spostando i vestiti appesi all’interno.

Sto per chiederle cosa sta facendo, ma quando sto per aprire bocca, la vedo con in mano la custodia di un vestito e mi guarda emozionata e sembra che abbia voglia di saltellare.

“ti avviso che non mi metterò i tacchi, perché non ne ho voglia” dice sorridendo e poi sparisce dietro la porta del bagno.
Ne approfitto per dare un’occhiata alla stanza, che non sembra essere cambiata molto.
Mi tolgo il giubbotto e mi avvicino alle foto incorniciate sul suo comodino e sulla mensola sopra il suo letto.
Sono foto di lei con Betty; con la sua famiglia; con Michelle; con i suoi amici, di cui ne conosco davvero pochi, ma riesco a riconoscere Martin, Eric e Nicole.

In questa foto sono a mare e stanno ridendo, forse Eric aveva detto qualcosa di buffo, come suo solito, qualche secondo prima che venisse scattata la foto, perché i loro sorrisi non sono i soliti sorrisi tirati da foto; ad esempio Clhoe ha gli occhi quasi socchiusi e la fossetta al lato sinistro della bocca più evidente, segno che stava per scoppiare a ridere da lì a poco, perché altrimenti sarebbe venuta con la bocca aperta e quindi si stava trattenendo.

Seguo le altre foto man mano che mi capitano sotto gli occhi: foto di lei da piccola sino ad oggi. Tra queste noto una nostra foto, ad una festa dell’asilo, io ero travestito da Robin Hood e lei da Sirenetta; abbiamo delle facce buffissime: linguaccia e occhi tirati a mo’ di cinesini.
Sorrido e poi mi avvicino alla libreria, ciò che mi salta subito agli occhi è che i libri non sono aumentati, anzi sono sempre gli stessi.

Strano, avrei dovuto trovare almeno due libri sulla scrivania e la libreria piena, di solito, in due mesi almeno tre libri interi li legge e poi decide quale libro regalare o buttare per liberare la libreria.
Mi avvicino alla scrivania e poggio il mio giubbotto sulla sedia accanto alla scrivania e osservo l’ordine che c’è persino lì sopra.

Il tuo armadio rispetto alla sua camera è un buco nero! E parlo solo del tuo armadio, perché del resto non ne voglio neanche parlare.

Sempre molto gentile!

Noto il primo cassetto della scrivania semi aperto e all’interno intravedo uno dei suoi disegni… sembra lo stesso disegno che stava disegnando quella domenica dopo la morte della nonna.

Chissà come sarà venuto?

Sto per aprire il cassetto della scrivania, quando sento Clhoe schiarirsi la voce e chiedere:
“come ti sembra?”

Mi giro verso di lei ed è semplicemente fantastica!

Il vestito è lungo e le copre persino i piedi. La parte di sotto del vestito è lilla chiaro e alla vita diventa nero ed anche il corpetto è completamente nero, senza bretelle con una specie di scollatura a cuore, ma che le mette in risalto il seno.

Forse anche troppo!

Beh, in effetti ha lavorato molto sul suo fisico! È magra al punto giusto, il suo punto vita è messo in risalto da un cinturino nero ed i capelli sono lunghi e ondulati fino al seno, che mi fanno notare il suo seno non molto prosperoso, ma giusto. È semplicemente…

Un muro di ghiaccio tra NOIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora