ライト(Raito)

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Moonbin non seppe che cosa fare, vederla crollare in quel modo, vederla così piccola ed indifesa lo fece quasi sentire in colpa. Forse se non fosse stato così diretto, forse se avesse tenuto la bocca chiusa lei non avrebbe avuto quella reazione. Cercò di tenderle la mano, ma la ritrasse subito, preoccupato che magari non desiderasse il suo aiuto. -Mi dispiace- si scusò il ragazzo e a quelle parole Yuki cercò di asciugarsi le lacrime per ricomporsi, solitamente non piangeva davanti a persone che non conosceva, lo faceva solo con persone con la quale si sentiva in confidenza, con le quali sapeva di aver uno stretto rapporto di amicizia. Vederlo così coraggioso, portare i suoi sentimenti davanti a lei in quel modo l'aveva fatta sentire impotente, perché lei non aveva avuto lo stesso coraggio. -Non è colpa tua- rispose lei tra un singhiozzo e l'altro cercando di riprendere fiato, mentre Moonbin si affrettava a cercare nelle tasche e nel suo zaino, un pacchetto di fazzoletti da poter dare alla ragazza. Non capiva ancora per quale motivo fosse scoppiata in lacrime in quel modo, ma l'unica cosa che riusciva a pensare era che fosse colpa sua e non riusciva a togliersi quel peso dal cuore. Estrasse dalla tasca dei pantaloni un fazzoletto e lo porse alla ragazza, che dopo essersi inchinata per ringraziarlo lo usò per asciugarsi le lacrime che ancora le rigavano le guance. -Non volevo essere così diretto- si scusò in seguito Moonbin abbassando il capo, come un bambino quando viene sgridato da un genitore. Non voleva farla sentire peggio e forse dicendole quella frase non aveva fatto altro che aumentare le sue paure ed insicurezze; non voleva ferirla. Sulle labbra di Yuki comparve un leggero sorriso, di quelli sinceri, non di quelli che usano solitamente le persone quando fanno finta di perdonarti. Lei in qualsiasi cosa che faceva era sincera, l'unica cosa in cui era brava era che sapeva nascondere alla perfezione i suoi veri sentimenti e le sue vere emozioni. -Mi piacerebbe frequentarti Moonbin- disse in seguito la ragazza alzando lo sguardo per incontrare quello del giovane e a quelle parole il ragazzo spalancò gli occhi per lo stupore, non aspettandosi quella affermazione da parte sua. Pensava che dopo quello che le aveva detto non volesse più vederlo, non pensava che gli avrebbe proposto di cominciare a frequentarsi. Le sue mani cominciarono a tremare, tanto che dovette serrarli in due pugni belli stretti per non dare a vedere tutte le emozioni che stava trattenendo. Desiderava frequentare quella ragazza dalla prima volta che l'aveva vista entrare nella sala prove, desiderava parlare ed entrare in intimità con lei da quel giorno e ora che tutto stava diventando reale, aveva paura. Aveva paura di rovinare ogni cosa, paura di non essere all'altezza di quella strepitosa ragazza e aveva paura di deluderla. Cercò di frenare il suo entusiasmo, mentre il suo cuore cominciava a battere all'impazzata, ad una velocità tale che quasi temette potesse esplodergli nel petto. Cercò d i trovare la calma e le parole giuste per poter rispondere a quella sua semplice frase; -non voglio che tu ti senta obbligata- le disse Moonbin tutto d'un fiato e a quella sua affermazione detta così di petto, Yuki scoppiò in una dolce risata, bella come la melodia di una canzone. Sarebbe rimasto delle ore ad ascoltare quella dolce risata, ma era anche curioso di sapere se lei volesse frequentarlo seriamente e non perché lo sentisse come un obbligo. -Non lo sento come un obbligo- rispose lei sorridendo raggiante e per una volta nella sua vita stava rispondendo sinceramente, apprezzava il coraggio di quel ragazzo, come apprezzava il modo in cui riuscisse a farla sentire calma e pacata quando le stava accanto. Voleva sentirsi sempre così, stare accanto ad una persona che riuscisse a farla stare bene sempre e che le facesse dimenticare le preoccupazioni. La sua risposta inizialmente era stata molto brusca, ma non si aspettava che quel ragazzo fosse così diretto. HyunA le aveva detto di trovare una persona che la facesse sentire come se si trovasse tra le nuvole e senza nemmeno accorgersene quella persona si era sempre seduta nel suo locale. L'aveva aiutata a distrarsi e aveva acceso la sua curiosità. Quando l'aveva conosciuto era come se si sentisse leggera, come se tutti i ricordi del suo passato avessero smesso di tormentarla e si sentisse finalmente libera. Doveva ascoltare il consiglio della sua Unnie, perché il ragazzo che si trovava davanti a lei riusciva a farla sentire rilassata e il suo cuore era più leggero, come se non si dovesse più preoccupare di nulla. 
Yuki annuì con un cenno del capo, tornando a guardare Moonbin dritto negli occhi, con le guance che si coloravano leggermente di un rosa intenso. -Mi farebbe piacere- disse in seguito lasciandosi trasportare da quel momento, lasciando che per la prima volta fosse il suo cuore a parlare e non la parte razionale di lei. Certo, dentro di lei viveva ancora la paura di poterlo perdere, come era successo con tutte le persone che amava, ma forse questa volta poteva essere diverso. Chiuse istintivamente gli occhi, come se qualcuno le stesse per gettare addosso un secchio di acqua gelida e a quel gesto Moonbin la guardò sorpreso, non riuscendo a capire. Aveva forse paura che lui le facesse del male? Non capiva per quale motivo avesse così paura di conoscerlo o di andare avanti, ma di una cosa era certo, non l'avrebbe fatta soffrire, non si meritava altro dolore. -Allora concediamoci tre appuntamenti- disse il ragazzo guardandola con un dolce sorriso sulle labbra e a quelle parole Yuki annuì con un cenno del capo, cercando di evitare di incontrare il suo sguardo per l'imbarazzo. Avrebbe tentato, avrebbero avuto tre tentativi e quelli sarebbero bastati. Avrebbero imparato a conoscersi, avrebbero imparato a capire che persone fossero e forse ad accettare i propri sentimenti, se si fosse presentata l'occasione. -Posso chiederti una cosa Moonbin- gli chiese lei attirando completamente la sua attenzione e alle sue parole il ragazzo annuì con un cenno del capo, -ti prego non rivelare i nostri tre appuntamenti a nessuno, non voglio che qualcuno torni a farmi domande alle quali non voglio rispondere- gli chiese la ragazza e quella domanda gli sembrò un po' insolita, ma decise di rispettarla e annuì con un cenno del capo, cercando di non interrogarsi troppo su ciò che la turbasse, non voleva metterla nuovamente a disagio. 

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