苦しみます (Kurushimimasu)

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Il cielo era nuvoloso a Seoul e la neve riempiva le strade della capitale. Il suo aereo aveva fatto ritardo per colpa del maltempo, ma era comunque riuscito ad atterrare. Gli era mancata Seoul, anche se il Giappone era casa sua, la capitale sud coreana era diventata la sua seconda dimora dove aveva la sua musica e i suoi amici. Sapeva che scendendo dall'aereo avrebbe incontrato molti fan, che molte persone lo stavano aspettando da ore soltanto per vederlo e apprezzava il loro sostegno, ma era davvero stanco e aveva bisogno di riposare, non voleva che nessuno lo infastidisse, ma essendo un personaggio pubblico questo non sarebbe mai successo. Si portò una mano tra i capelli, cercando di prendere un bel respiro profondo, mentre il suo staff gli ripeteva per l'ottava volta come si dovesse comportare. Annuì con un cenno del capo, mentre scendeva dall'aereo insieme ad altri passeggeri. Loro erano troppo anziani per fare caso a lui e nemmeno gli prestavano attenzione, come se nemmeno sapessero chi fosse. Tutti tranne una giovane ragazza, era vestita con un lungo cappotto rosso e il suo viso era nascosto in una sciarpa beige, mentre si guardava intorno spaesata. La sua piccola valigia non doveva contenere molto, ma la gabbietta per animali che stringeva nell'altra conteneva una piccola lontra che la guardava come se fosse il suo unico punto di riferimento. I suoi lunghi capelli neri le arrivavano quasi alla vita e il suo viso sembrava essere il più bello che avesse mai visto. Continuò a guardarla estasiato, fermandosi di colpo per poterla ammirare. Non sapeva che cosa avesse di speciale, ma le piaceva per il semplice fatto che non si gettava tra le sue braccia perché fosse famoso, ma si preoccupava semplicemente di se stessa. Era una bellissima ragazza e il suo cuore sembrava essersi messo in ginocchio davanti a lei, come se la stesse pregando di girarsi e guardarlo dritto negli occhi, di provare le stesse sensazioni che stava provando lui in quel momento. I suoi occhi, però, continuarono a scrutare curiosi quello che si trovava di fronte a lei, era molto giovane, molto inesperta, ma sembrava in cerca di aiuto. Cercava di fermare i passanti per chiedere informazioni, ma parlava solo in giapponese e questi non la aiutavano. I suoi stivali erano pieni di neve, doveva aver camminato molto. Sembrava che fosse arrivata per vivere lì, ma come poteva una ragazza giovane come lei aver lasciato il suo paese d'origini così presto? Era venuta per fare l'idol? No, sembrava domandare la strada per il centro della città e non domandava di nessuna casa discografica. Cercò di avvicinarsi a lei, voleva parlarle, voleva aiutarla, ma uno dei membri del suo staff gli impedì di avvicinarsi a quella giovane ragazza. Non poteva lasciarla in balia del nulla, non poteva permettere che qualcuno potesse approfittarsi di lei. Si voltò a guardare una delle sue truccatrici, ricordandosi che anche lei sapesse parlare giapponese, le chiese se per favore potesse aiutarla e si preoccupasse di farla arrivare al suo albergo sana e salva. La donna annuì con un cenno del capo, mentre l'ultima cosa che vide fu la sua truccatrice che parlava con la giovane sconosciuta. Sapeva che quel viso così particolare lo avrebbe presto rivisto, che non si sarebbe mai dimenticato di lei, ma non pensava che questo sarebbe accaduto così presto. 

Taemin continuò a guardare dritto negli occhi Moonbin, mentre il ragazzo cercava di non cedere. Non voleva dare buca alla sua ragazza, sapeva quanto ci tenesse e non voleva che pensasse che il suo lavoro fosse più importante di lei. Non voleva sapere quello che avesse da dirgli il maggiore, ma una parte profonda di lui invece voleva ascoltarlo. -Mi dispiace, ma la mia ragazza mi sta aspettando- rispose Moonbin e a quella frase Taemin strinse i pugni lungo i fianchi infastidito. Sentire quella parola, sapere che lei avesse scelto Moonbin al posto suo ritenendolo più importante di lui lo faceva davvero arrabbiare. Lui si era preoccupata che lei tornasse a casa quel giorno in aeroporto, non era stato Moonbin a preoccuparsi che lei giungesse a destinazione sana e salva. -Lei non ha davvero scelto te! Yuki è solo confusa- disse Taemin sicuro di quello che stesse dicendo, mentre alle sue parole il minore indietreggiava spaventato, non riuscendo a capire che cosa gli fosse preso. Le sue mani strinsero con forza l'ombrello, mentre continuava a guardare il maggiore di fronte a lui. -Non sono confusa senpai- rispose Yuki avvicinandosi a Moonbin per poterlo prendere sottobraccio; il ragazzo si voltò a guardarla confuso, non aspettandosi quel suo arrivo improvviso. Le sue piccole mani stringevano con dolcezza il suo braccio, mentre i suoi grandi occhi tristi guardavano il giovane che si trovava di fronte a loro. Gli occhi di Taemin erano in quelli della ragazza che aveva sempre amato, della persona a cui aveva dedicato con grande passione ogni canzone che cantava e alla ragazza a cui avrebbe dedicato la sua intera anima pur di vederla felice. Le sue parole lo ferirono, furono come un proiettile dritto al cuore e faceva male, faceva davvero troppo male. Yuki voleva bene a Taemin, ma lo aveva incontrato in un periodo dove il suo cuore aveva smesso di battere e quando aveva ripreso a farlo i suoi sentimenti erano stati indirizzati per un'altra persona. Non aveva mai voluto ferirlo, ma sapeva che i suoi sentimenti erano sempre stati chiari. -Mi dispiace senpai, io ti ho voluto bene e ti sono sempre stata grata per tutto quello che hai fatto per me, ti sono grata per tutte le volte che ti sei preoccupato per me, ma io non riesco a provare i tuoi stessi sentimenti, se lo avessi fatto ti avrei parlato chiaro sin da subito, ma non è così. Io ti ritengo una persona importante, ma non in quel modo. Non sono mai stata confusa suoi miei sentimenti e anche ora non lo sono, quello che provo per Moonbin è reale e sono felice che lui sia entrato nella mia vita. Non volevo ferirti...- disse la ragazza cercando di non piangere, non aveva mai voluto fare del male a Taemin, ma sapeva che le sue parole sarebbero sicuramente state come una freccia nel suo cuore. 

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