Il silenzio che si era creato stava mettendo Yuki in imbarazzo, da quando erano arrivati nel suo negozio, nessuno dei due aveva cominciato la conversazione. Sapeva che cosa lui volesse chiederle, ma parlare di quell'argomento faceva riaffiorare troppi ricordi dolorosi e lei non era ancora pronta a tornare indietro così velocemente, a rivivere tutto quel dolore così rapidamente. Non voleva essere lei la persona che iniziasse quella conversazione, ma se fosse stato per lei l'avrebbe anche evitata.
Chiuse gli occhi, mettendo una fetta di torta su un piccolo piattino decorato, la sua mente stava pensando a molte cose, ma nessuna di queste la stava aiutando a mettere a fuoco i suoi veri sentimenti in quel momento. Era tutto confuso; non sapeva se essere felice di rivederlo o di essere triste e addolorata, sentiva anche rabbia dentro di sé, ma non sapeva se fosse rivolta verso di lui o verso se stessa. Prese un lungo respiro profondo e si avvicinò al tavolo dove lui era seduto, servendolo. Si sedette di fronte a lui senza dire una sola parole, tenne gli occhi fissi sul suo cappuccino e la sua fetta di torta, cercando di non incontrare lo sguardo del giovane che sedeva di fronte a lei. Taemin, invece, continuava ad osservarla curioso. Era cambiata dall'ultima volta che si erano visti, era più bella, ma il suo viso sembrava distrutto dal dolore. Giocava distrattamente con la piccola forchetta che teneva in mano, cercando di evitare il suo sguardo. Si era tinta nuovamente i capelli, ma quel colore le donava, la faceva sembrava più giovane. Il sorriso non era più sulle sue labbra, sembrava che qualcosa le avesse portato via tutti i colori e tutta la sua felicità; quella ragazza era stata divorata dal dolore. Era triste, vederla in quello stato lo rendeva triste. Spostò lo sguardo sul dolce che gli aveva preparato, rimanendo a guardarlo sorpreso. Era stato fatto con una cura tale che non vi era nessuna imprecisione, nessuna sbavatura. Quel dolce così complesso sembrava il più bel capolavoro di pasticceria che avesse mai visto. Tornò a guardarla, i suoi occhi sempre posati su quello che aveva preparato e sapeva che se non fosse stato lui a cominciare il discorso lei non avrebbe mai parlato. Cercò di reprimere la tristezza e la tenerezza che provava nel guardarla e cercò le parole adatte per cominciare quel discorso. -Stai vivendo bene?- le domandò lui costringendo la giovane Yuki ad alzare lo sguardo per incontrare quello del ragazzo, annuì semplicemente con un cenno del capo, come se si sentisse in profondo imbarazzo. -Già, questo negozio è molto bello- continuò lui cercando di mantenere viva la conversazione, anche se si notava che lei si sentisse profondamente a disagio, -grazie- lo ringraziò Yuki per poi tornare a mangiare quella che doveva essere la sua colazione. -Non ti ho visto quel giorno...- cominciò Taemin e a quella frase la ragazza si irrigidì visibilmente nelle spalle, come se stesse cercando una via di fuga o un qualsiasi discorso che potesse portarli a parlare di qualcosa di differente. Sapeva che però non poteva continuare a scappare ed era decisa a dire tutta la verità, -non mi hanno lasciato venire- puntualizzò lei alzando gli occhi dal suo dolce e lasciando che il suo sguardo penetrasse in quello del ragazzo, come se volesse trasmettergli tutto quello che aveva provato quel giorno; tutto il dolore che aveva provato e tutta la rabbia che l'aveva divorata fino alle ossa. Ci aveva provato, avrebbe voluto, ma le era stato impedito. A quelle sue parole lui non seppe che cosa rispondere, come potevano delle persone impedire che una persona provasse dolore insieme ad altre, che condividesse il suo dolore insieme ad altre. Non riusciva a capire come avessero potuto farle quello. Cercò di trattenere le lacrime, anche se la tentazione di piangere con lei era forte. -Per quale motivo te ne sei andata?- le chiese nuovamente il giovane Taemin e sulle labbra della ragazza comparve un ghigno divertito, che nascondeva troppe emozioni che non potevano essere mostrate così pubblicamente. -Perché mi hanno cacciato, perché non volevano che facessi quello che loro volevano e io non voglio essere un idol- rispose Yuki continuando a guardarlo dritto negli occhi e quello sguardo sembrava una porta verso l'inferno, come se tutto quel dolore l'avesse portata a scegliere una parte infernale di lei; come se tutto quello l'avesse portata in quel luogo che tutti temono. Sembrava quasi che la sua anima venisse risucchiata da quello sguardo, come se stesse cercando di corromperla. Non riusciva a sostenere tutta quell'intensità, aveva paura di ferirsi se avesse continuando a guardarla in quel modo. -Per questo motivo hai abbandonato tutto?- le domandò nuovamente Taemin spostando lo sguardo sul suo cappuccino al Matcha e lei annuì semplicemente con un cenno del capo, tornando a posare il suo sguardo su quello che stava mangiando. -Io non l'ho mai dimenticato Taemin e se non fosse stato per gli altri non lo avrei mai abbandonato- disse infine la ragazza cercando di essere chiara, dimostrando che lui non era il solo ad aver sofferto. Lei lo aveva amato e lo amava, ma gli altri le aveva impedito si provare dolore e di poterlo condividere con persone che potessero capirla ed aiutarla.Camminava per le strade di Seoul, quel giorno la pioggia bagnava le strade della capitale. Non sapeva che cosa dire e non sapeva che cosa fare, ma stava continuando a piangere. Le gambe la trascinavano in qualsiasi direzione, mentre lei cercava di riprendere fiato, ma non ci riusciva. Quel dolore, quella mancanza la stava distruggendo, la stava divorando, tanto che non riusciva nemmeno a pensare lucidamente. Ogni passo che faceva le sembrava di camminare sul cemento fresco, mentre sentiva un'altra parte di lei che le veniva portata via, mentre tutto quello che cercava di fare era esternare tutto quello che stava nascondendo dentro di sé. Lasciava che la pioggia le bagnasse i vestiti, che la gente la indicasse, mentre lei continuava a piangere disperata e continuava a camminare senza una meta. Aveva perso di nuovo tutto, aveva perso di nuovo le persone che amava, aveva perso di nuovo se stessa. Tutto stava crollando, come un castello di sabbia colpito dalle onde del mare. Tutto le stava scivolando via come acqua dalle mani, mentre lei cercava di afferrare con disperazione la forza che la teneva attaccata a quel mondo così crudele e ingiusto. Quando giunse davanti alla sua abitazione, aprì la porta di casa, entrando all'interno del suo appartamento. Si lasciò cadere pesantemente sulle ginocchia, mentre la porta alle sue spalle si chiudeva da sola con un rumore sordo. Gridava, piangeva, batteva i pugni contro il pavimento, ma lui non tornava. Che cosa aveva fatto di male per meritarselo? Quale dolore aveva causato per riceverne così tanto? Si rannicchiò a terra, lasciando libero sfogo alle lacrime e al suo dolore, mentre cercava di rivivere i ricordi, lasciando che i suoi stessi sentimenti la divorassero. Voleva abbracciarlo di nuovo, ma ormai era troppo tardi e in parte sentiva che era colpa sua.
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Beauty Cake
FanfictionYuki è una ex make-up artist e una ex ballerina. Il suo lavoro era quello di seguire gli idol in giro per il mondo per poterli truccare e ballare per loro, ma un giorno decise di abbandonare tutto e di aprire un caffè shop nel centro di Seoul, riusc...