Yuki continuò a guardare i due biglietti aerei sorpresa, era come se tutta l'aria che si trovava nei suoi polmoni si fosse dissolta. Non riusciva a respirare o per lo meno se lo stava facendo, era a fatica. Le aveva davvero regalato due biglietti per tornare a casa? Per tornare dalla sua famiglia? Non riusciva a crederci, era come se lui fosse riuscito a leggere tutti i suoi sentimenti che teneva custoditi solo nel suo cuore. Continuava a guardare quei due biglietti senza dire una sola paura, con la paura che tutto quello che stesse vivendo in quel momento fosse solo un sogno e non voleva svegliarsi. Stare con Moonbin la rendeva davvero molto felice, le piaceva come la facesse sorridere con poco e come i suoi sorriso riuscissero ad accendere i suoi, voleva continuare a stare con lui perché riusciva a stare finalmente bene con se stessa e quel regalo dimostrava anche quanto fosse bravo a leggere le sue vere emozioni, a capirla.
Il ragazzo non disse una parola e continuò a guardarla, come se silenzioso volesse che fosse lei la prima a parlare, a esprimere un suo pensiero. Yuki continuava a contemplare quella busta, quella maledetta busta con dentro il suo sogno, con dentro il suo riscatto. Poteva tornare indietro, poteva tornare dalla sua famiglia, poteva parlare con suo padre e abbracciare di nuovo sua madre. Non avrebbe avuto paura di nulla e forse con un po' di coraggio sarebbe andata anche al cimitero a trovarlo dopo tanti anni dalla sua morte. Le lacrime cominciarono a rigare le sue guance, cercò di asciugarsele disperatamente, ma sapeva che era tutto inutile. Lacrime di gioia calcavano il suo viso, lacrime che parlavano da sole. Quello era in compleanno più bello della sua vita. Tutto sembrava essere tornato ad avere un senso, tutto sembrava aver ripreso a funzionare, mentre continuava a guardare quegli stupidi biglietti per Tokyo.
-Grazie- disse semplicemente Yuki cercando di riprendere fiato, mentre le spalle venivano mosse dai singhiozzi del pianto, -te lo meriti- rispose semplicemente Moonbin per poi stringerla in un tenero abbraccio, se lei fosse stata felice allora lo era anche lui, il resto non gli importava. Voleva alzarsi ogni mattina e sapere ogni giorno che lei fosse felice, che il suo cuore fosse finalmente alleggerito da tutti i pesi che portava. Una ragazza giovane come lei non poteva aver sofferto così tanto, non poteva aver patito tutto quel dolore, era distrutta e si meritava di essere felice. Yuki affondò il viso nell'incavo della sua spalla, lasciandosi inebriare dal suo profumo, lasciando che fosse quello a cercare di calmarla, mentre il ragazzo continuava a coccolarla tra le sue braccia. Cosa aveva fatto per meritarsi tutto quello? Forse finalmente la vita e il destino avevano deciso di essere dalla sua parte? Se fosse stato vero allora poteva essere felice, poteva lasciare la sua mente libera e smettarla di continuare ad avere pesi sul cuore che non facevano altro che farle provare dolore. Si meritava di essere finalmente felice, di guardare negli occhi la persona che amava certa che non lo avrebbe mai abbandonato. -Ti ho fatto questo regalo perché so che vuoi tornare da loro, so che vuoi rivedere la tua famiglia e sono pronto a volare con te per starti vicino- disse Moonbin allontanandosi di poco da lei per poterla guardare negli occhi, per poter osservare il suo viso, per guardare quanto fosse bella ai suoi occhi. Se lei avesse sorriso il mondo sarebbe stato migliore, il suo mondo sarebbe stato perfetto e questo gli bastava, lo ripagava di tutti i sacrifici che aveva fatto per arrivare fino da lei. -Presto il mio gruppo dovrà promuovere lì e vorrei che tu venissi, che tornassi a Tokyo, che tornassi dalla tua famiglia, che visitassi Taekeshi, volevo che tornassi ad essere felice, che mettessi nuovamente nella tua vita la tua famiglia, perché anche a loro manchi molto secondo me. Voglio che tu sia felice Yuki, voglio che tutto quello che ti circonda ti renda felice, questa è l'unica cosa che davvero mi fa stare bene, stare con te, passare ogni secondo con te. Quando sono entrato in questo locale è perché volevo conoscerti, volevo stare vicino alla ragazza che amavo, farle capire quanto fosse importante per me. Non importa se dovrò cavalcare mari e cieli, io voglio vedere il tuo sorriso, perché è l'unica cosa che mi fa sentire davvero bene- disse Moonbin continuando a guardarla, voleva esprimere i suoi sentimenti da molto tempo, voleva dirle quelle parole quando si sarebbe dichiarato e ora aveva detto tutto quello che pensava, tutto quello che davvero voleva che lei ascoltasse. Non l'avrebbe mai abbandonata, non l'avrebbe mai lasciata indietro, sarebbe sempre stata parte del suo mondo, parte della sua vita e nulla sarebbe mai cambiato, l'amava profondamente, talmente tanto che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei. Yuki era diventata la cosa più importante che possedesse al di fuori della musica, era diventata parte della sua famiglia e l'avrebbe protetta sempre, qualsiasi cosa fosse accaduta. Yuki gli strinse dolcemente la mano, con le lacrime che ancora rigavano le sue morbide guance. Era bellissima anche quando piangeva; sorrise dolcemente e tornò a guardare i biglietti che il giovane le aveva regalato per il suo compleanno. Si accorse solo in quel momento che le sue mani stavano tremando per l'emozione. Non ci sarebbe stato posto, paese o città dove avrebbe voluto stare, perché poteva dire con certezza che quello che provava per il giovane era talmente forte che ovunque lui andasse per lei era casa.
-Io ti amo- disse Yuki trovando finalmente il coraggio di pronunciare quelle parole, di dire finalmente che era innamorata, certa di provare davvero quel sentimento nei suoi confronti. Se quello che provava era vero, era inutile nasconderlo e voleva dirglielo, voleva che lo sapesse. -Ti amo anche io- rispose Moonbin guardandola dritto negli occhi, per poi prenderle dolcemente il viso tra le mani e baciarla con dolcezza, cercando di trasmetterle tutte le emozioni che lei gli faceva provare. L'amava e lei amava lui e questa era l'unica cosa di cui avesse bisogno.
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Beauty Cake
FanfictionYuki è una ex make-up artist e una ex ballerina. Il suo lavoro era quello di seguire gli idol in giro per il mondo per poterli truccare e ballare per loro, ma un giorno decise di abbandonare tutto e di aprire un caffè shop nel centro di Seoul, riusc...