ライトとシャドウ (Raito to shadō)

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-Quindi stiamo per partire con la tua ragazza?- domandò Rocky voltandosi a guadare Moonbin che sedeva su una delle tante sedie che erano state disposte per aspettare l'arrivo del proprio volo. Non avrebbe voluto che i suoi amici scoprissero in quel modo che lui e Yuki avessero intrapreso una relazione, ma lo sospettavano ormai da molto tempo, tanto che era diventato inutile tentare di nascondere dove sparisse ogni sera. -Pensi che arriverà in tempo per il volo?- domandò Sanha guardandosi intorno curioso alla ricerca della bella ragazza di cui parlava sempre Moonbin, voleva sapere se era come la ricordava ai tempi di trainee, se era ancora quella bellissima e formidabile ballerina. L'aveva vista certo al concerto a cui l'aveva invitata il maggiore, ma non aveva avuto molto tempo per fermarsi ad osservarla o per parlare con lei dopo i tanti anni che era sparita dalla scena musicale. Terminato il concerto era sparita, come se volesse evitare di stare il più possibile sotto i riflettori.
-Vi prego di non fargli troppe domande- li avvertì Moonbin serio e tutti annuirono con un cenno del capo, notando che la questione doveva davvero essere molto seria per dover evitare in tutti i modi domande scomode.
Tutti e sei i ragazzi continuavano a guardarsi intorno impazienti di vederla sbucare da un momento all'altro, pronti a vedere la vecchia diva del k-pop che un tempo preparava coreografie che lasciavano senza fiato. Se aveva attirato l'attenzione di Taemin e di molte case discografiche era davvero un talento naturale, pensò Rocky, non aveva molti ricordi di quando aveva insegnato ai sei ragazzi nel loro periodo di trainee, ma ricordava di una ragazza in particolare con uno spiccato talento per la danza, sono in seguito si era venuto a sapere delle molte case discografiche che la stavano reclamando, mentre lei fuggiva in chissà quale paese.
Il suo sguardo si posò velocemente su una ragazza dai lunghi capelli neri, con le punte che tendevano al rosa; che le cadevano in una cascata di boccoli sulle spalle. Le sue lunghe gambe erano fasciate da un paio di jeans strappati e una maglietta scura era stata sistemata all'interno dei pantaloni. I suoi occhi erano coperti da un paio di occhiali da sole scuri, che successivamente posò sulla nuca, in un gesto molto teatrale. Chiunque l'avesse vista da lontano avrebbe pensato che fosse un idol o che per lo meno lavorasse nel mondo dello spettacolo. Era bellissima da qualsiasi punto tu la potessi guardare, molti ragazzi si erano fermati per guardarla, attratti dalla sua bellezza naturale e non poteva nemmeno dare loro torto, pensò Rocky continuando a guardarla mentre si avvicinava a Moonbin. Si vedeva che aveva occhi solo per lui, come se per lei esistesse solo lui e nessun altro. Era bello vederli così felici, così affiatati.
-Yuki?- domandò JinJin avvicinandosi curioso a lei, mentre la ragazza si voltava a guardarlo con un dolce sorriso sulle labbra. Moonbin non aveva esagerato quando l'aveva descritta, era davvero bella come diceva, con un sorriso che illuminava un'intera stanza a giorno. I suoi occhi scuri ti portava in un luogo inaccessibile a qualsiasi essere umano e le sue labbra erano rosee come fiori appena colti.
La giovane annuì con un cenno del capo alla confusione di JinJin rassicurandolo subito, -è bello poterti finalmente conoscere come la fidanzata di Moonbin- disse il leader inchinandosi entusiasta e lei fece lo stesso. -Quando ci siamo visti per la prima volta sei stata una nostra insegnante- disse in seguito il ragazzo e Yuki annuì con un cenno del capo, -è stato bello contribuire a parte della vostra crescita professionale- disse la ragazza guardando JinJin dritto negli occhi facendolo arrossire. Non aveva mai visto il loro leader arrossire a quel modo, doveva davvero avere un buon effetto sulle persone. Rocky si avvicinò, cercando di mostrare il suo sorriso migliore per non mostrarsi nervoso. -Rocky il ballerino- disse Yuki ancora prima che lui si potesse presentare, -Moonbin mi ha parlato molto di te e poi ti ho visto ballare con i miei occhi- continuò la ragazza riuscendo a farlo sentire magicamente a proprio agio, come se tutto il nervosismo di doverla incontrare fosse sparito, cedendo il posto alla allegria di quel momento. Yuki era davvero speciale come Moonbin l'aveva descritta, non c'era qualcosa di lei che fosse imperfetto, l'unica cosa era che si vedeva la tristezza nel suo sguardo. Quando si guardava intorno si vedeva che c'era qualcosa che in passato l'aveva ferita profondamente, ma quella scintilla di tristezza spariva quando incontrava lo sguardo carico di amore e rispetto di Moonbin. Era quella la parte più bella del loro rapporto, a loro bastava uno sguardo per capire se l'altro stesse bene o si stesse sentendo male, non c'era bisogno di parole inutili, i loro sguardi valevano più di mille parole. -Il volo sta per partire- li avvisò Eunwoo avvicinandosi a loro e tutti i componenti del gruppo annuirono con un cenno del capo, prendendo i propri zaini e preparandosi ad imbarcarsi.
-Come ti senti?- le domandò Moonbin voltandosi a guardare la sua bellissima ragazza, che alle sue parole fece un lungo respiro profondo nervosa. -Pensavo di non essere pronta...- disse Yuki con titubanza guardandolo dritto negli occhi, -ho passato la notte a pensare a come avrebbero reagito i miei genitori quando mi avrebbero visto tornare, avevo paura che non mi accettassero più, ma una parte di me diceva che doveva almeno provarci e vedere come sarebbe andata- continuò lei stringendogli dolcemente la mano. -Se ho paura? Ne ho molta Bin, così tanta che mi tremano le gambe, ma so che se ci sei tu al mio fianco non devo avere paura di nulla, perché quando starò per cadere so che la tua mano sarà la prima ad afferrarmi per aiutarmi a rialzarmi- disse Yuki sorridendo leggermente e contagiando il ragazzo che si trovava di fronte a lei, -io e la mia piccola Yuki contro il mondo- disse lui baciandole dolcemente la fronte e Yuki rise, una risata dolce, come un campanellino. -Io e Bin contro il mondo- ripeté lei certa che il suo ragazzo non l'avrebbe mai abbandonata ed era felice di sapere che se avesse avuto un momento di oscurità, lui sarebbe stato la luce che le avrebbe illuminato il cammino.

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