CAPITOLO 18;

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"Sentite che aria, respirate...forza, respiri profondi...e uno, e due, e tre...respirare!", ci incita James, allargando le braccia, appena sceso dall'auto.

"Tesoro, guarda che è la stessa aria che respiriamo a San Francisco.", obbietta Anna.

"Mi stai facendo fare la figura dello scemo così però!", risponde James.

"Papà, per l'amor del cielo!", esclama Nello, alzando le braccia.

"Ho capito, ho capito. Nessuno qui apprezza il mio yoga...Carol?".

"Non ci pensare nemmeno!", ridacchia mia mamma.

"Perché ho un marito così stupido?", domanda Ann.

James va verso di lei e la abbraccia.

"Perché se no non mi avresti sposato.", dice, sorridendo. Anna annuisce con un gigantesco sorriso sul volto.

Guardo mamma che sta guardando la scena con occhi infelici. Cercando di non farmi notare le vado dietro e le prendo la mano. Finalmente sorride teneramente.

"Grazie Tessie.", mi sussurra. Per tutta risposta le stringo ancora di più la mano.

Ann, che sembra aver capito tutto, da brava amica, si stacca da James e viene verso di noi.

"Se vuoi ora ci penso io Tessa.".

Mamma mi fa un cenno con la testa. Le lascio un bacio sulla guancia e ritorno da Liam, Harry e Niall.

Loro stanno guardando l'edificio di fronte a noi. Non lo avevo ancora notato. E' un hotel... - Dio mio! - gigante.

"Qui è dove dormiamo?", domanda Harry al padre. James annuisce, contento.

"Cinque stelle complete ragazzi. Volevamo regalarvi un piccolo viaggetto dove potevate rilassarvi.", spiega.

"Porca miseria!", esclamo. Sicuramente avrà la piscina, e l'idromassaggio, e il solarium, e il centro estetico...wow!

Una volta dentro osserviamo stupiti l'ambiente. Solo la Hall è gigantesca. Comprende due reception, un bar molto rifornito, dei divanetti di fronte ad un maxi-schermo su cui danno una partita e varie poltroncine rosso velluto sparse qua e là. Il tutto ornato da un enorme lampadario di cristallo che si trova sopra di noi.

Mentre gli adulti sono alla reception e i ragazzi si sono già piazzati di fronte al maxi schermo io mi guardo attorno. Vengo subito attratta da un tavolino, con sopra un campanello. Avete presente quelli che fate trillare ed appare subito qualcuno a servirvi? Ecco, quello.

Scusate ma non posso farne a meno: lo schiaccio ripetutamente con forza, ridendo divertita. La gente attorno a me si ferma un secondo, mi guarda confusa e poi riprende a fare quello che stava facendo prima. Avete visto? Nessun problema!

"Posso esserle utile, signorina?"

Alzo lo sguardo e vedo un ragazzo vestito da pinguino che mi guarda come se stesse guardando una bambina di cinque anni.

Arrossisco e affondo i denti nel labbro inferiore, cercando di non scoppiare a ridere: "No, io...ehm...", balbetto.

Il cameriere pinguino mi guarda e solo adesso noto quanto è giovane. Deve avere un anno o due più di me. Ed è anche molto carino. Occhi blu scuro mi fissano, mentre le labbra carnose sono piegate in un sorriso sghembo.

"E' appena arrivata signorina...ehm...".

"Tessa. Mi dia pure del tu", dico, porgendogli la mano.

"Bene Tessa. Sei appena arrivata? Mi sarei ricordato se una ragazza così carina avesse messo piede qui dentro.", mi stringe la mano e fa il baciamano. Mi metto una mano davanti alla bocca e ridacchio come una ragazzina alle prese con la prima cotta adolescenziale.

Il fratello del mio migliore amicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora