f o u r t e e n

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[ 2 months later ]

Mossi la mano nell'acqua all'interno della vasca, giocando con la schiuma creatasi grazie al sapone. Mi ero presa la briga di spegnere tutte le luci, lasciando che la luce lunare entrasse dalla grande finestra davanti alla vasca. Chiusi gli occhi, appoggiando la nuca contro il bordo. Inevitabilmente iniziai a pensare a me, e a ciò che mi circondava. Non potevo di certo essere la ragazza più fortunata del mondo, in quel momento. La mia curiosità mi aveva spinta di un burrone senza fondo, assieme ad una ragazza che di me sapeva ben poco, permettendole di usarmi a suo piacimento, come se valessi meno di niente. La mia testardaggine aveva allontanato, invece, l'unica persona in grado di restarmi accanto davanti ad ogni evenienza. Cosa cazzo c'era di sbagliato, in me? Speravo di trovare conforto in una vasca piena di acqua bollente, ma la verità è che non ne sarei mai uscita viva.

Dopo l'ultimo incontro con Marcus e quel Luke, vivevo con il terrore di finire nelle mani di quest'ultimo. Malgrado fossero passate settimane e settimane, ancora non mi era successo nulla di spiacevole. E non mi era ancora chiaro il perché della mia inclusione in questa faccenda, perché, se la sua intenzione era quella di attirare l'attenzione di Rosie, be', Sherlock, non ci sarebbe riuscito mai. Per quale motivo sarebbe dovuta tornare? Avevo appurato che a lei fregava poco e niente di me, in due mesi non aveva mai avuto il coraggio di chiamarmi, nè tantomeno di presentarsi. Ma, in fondo, cosa mi sarei dovuta aspettare? Avrei dovuto capirlo sin da subito, mentre ci stavo perdendo la testa. Ecco, la mia curiosità mi aveva anche catapultata in tutto questo, in un bagno di sentimenti che non avevo mai provato, sentimenti che dovevo ancora imparare a conoscere e gestire.

"Bels! Esci da questo maledetto bagno!"- la voce di mia madre continuava a interrompere i miei pensieri, accompagnata dalla sua mano contro la porta. Istintivamente sprofondai maggiormente verso il basso, immergendomi completamente. Ma lei, imperterrita, continuò ad urlare, attirando però la mia attenzione. "C'è una persona che chiede di te. Potresti, per favore, scendere?"- mi rialzai rapidamente, corrugando la fronte. Uscii dalla vasca, infilando un accappatoio. [...] Dopo essermi vestita in modo comodo, lasciai che i capelli bagnati cadessero lungo la mia schiena. Mi importava poco del mio aspetto, non avevo voglia di conciarmi bene. Sbuffai sonoramente e uscii dalla mia camera, dirigendomi verso le scale che percorsi lentamente, fissando i miei calzini diversi. Roteai gli occhi ed alzai lo sguardo, pietrificandomi sull'ultimo gradino quando i miei occhi incontrarono quelli di Rosie. Pensai di star sognando, ma si trattava proprio della realtà. Deglutii, lasciando che fosse lei la prima a parlare, e infatti così fu. "Bella.."- sussurrò, facendo un passo verso di me, ma mi affrettai ad indietreggiare, salendo sull'altro gradino. Lei sembrò restarci male, ma non mi toccò minimamente. "Mi dispiace."- continuò, passandosi una mano tra i capelli. Abbassò la testa sulle sue nike, sospirando lentamente. Avrei mai potuto crederle? Risultava difficile. Rialzò lo sguardo su di me, fissandomi incessantemente. I suoi occhi azzurri mi scrutarono attentamente, e anche a distanza di mesi, riusciva ancora a mettermi in imbarazzo. "Come diavolo fai ed essere sempre così bella?"- borbottò, facendo un passo verso di me. Io, quella volta, rimasi ferma, seguendola con lo sguardo. Si fermò a pochi centimetri del mio corpo, e non perse tempo ad accarezzarmi la guancia, accennando un sorriso malinconico, quasi forzato. Mi lasciai andare nella sua mano, spingendo la guancia contro il suo palmo. Mi mancava quella sensazione di tranquillità che riusciva a trasmettermi con una sola carezza. Abbassò la mano e mi tirò tra le sue braccia, incastrandomi tra queste. Appoggiai la testa sul suo petto, permettendole di abbracciarmi, che ne avevo bisogno quanto lei - lo speravo, almeno. Mosse una mano lungo la mia schiena e chiusi gli occhi a quel gesto, stringendo le braccia intorno al suo busto. Appoggiò la guancia contro la mia testa, cozzando con la schiena contro il muro. Inutile dire che, nella mia testa, quello era il mio vero paradiso. "Non avrei mai voluto lasciarti da sola, Bels."- sussurrò, deglutendo. Riaprii gli occhi e istintivamente la strinsi maggiormente al mio corpo, che quasi non avrebbe potuto respirare. Lei rispose con un bacio tra i miei capelli, e sorrisi ampiamente. Ma cosa sarebbe successo? Mi chiedevo se lei sapesse della minaccia di Luke, e se avrei dovuto dirglielo. Se lo avessi fatto, probabilmente avrebbe trovato una via di fuga. Dunque sospirai, staccandomi dalle sue braccia. Lei corrugò la fronte, guardandomi. "Ascolta. Ricordi il ballo della scuola?"- infilai le mani nelle tasche della felpa, dondolandomi sui talloni. "Ci sei andata?"- alzò le sopracciglia, accennando una risata. Io roteai gli occhi, sospirando. "Ma non è questo il punto."- riuscii ad ammutolirla, e la ringraziai mentalmente quando chiuse la bocca per ascoltarmi. "Ho beccato Luke mentre mi fissava da lontano. Non mi ricordavo di lui, altrimenti non mi sarei mai avvicinata. Ad ogni modo, mi stava importunando, ma Marcus è riuscito a fermare tutto. Ma..prima che lasciasse la palestra, ha detto che mi avrebbe fatto del male per.. - tossii, abbassando la testa - ..per fare del male a te."- afferrai tra i denti il mio labbro inferiore, alzando gli occhi su di lei. Il suo sguardo era terribilmente serio, fissava un punto indefinito della stanza e sembrava volesse esplodere da un momento all'altro. "Non ti farà del male."- disse a denti stretti, ma senza guardarmi. Era evidentemente arrabbiata e in un certo senso apprezzai la sua preoccupazione nei miei confronti. "Ascoltami."- tornò in se, sospirando. Mi prese il viso con entrambe le mani, strofinando i pollici sulle mie guance. Le sue pozze azzurre si mescolarono con le mie, e mi persi. "Non ti allontanare da casa, e se lo fai, non farlo da sola. Mai. Va bene?"- mi parlò lentamente, come si fa con i bambini. Il suo sguardo lasciava trapelare preoccupazione e fretta, dunque, non volendo aggravare la situazione, annuii, pressando le labbra assieme. Lei sorrise appena, premendo poi le labbra sulla mia fronte.

DANGEROUSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora