"Stai facendo una cazzata, lo sai, vero?"- John continuava a camminarmi davanti, cercando di fermarmi. Ma sembravo essere più agile io, dato che lo schivavo con facilità. Il mio sguardo era puntato sull'aula di letteratura inglese. "Tu sei pazza."- borbottò, roteando gli occhi. Probabilmente si era già arreso, ciò mi faceva comodo. "Voglio solo saperne di più."- lo guardai per un momento, infilando le mani nelle tasche della mia giacca di pelle. Lui sospirò, guardandosi intorno. "Si, Bels. Ma frequentare i suoi stessi corsi, non ti aiuterà. Ci sono tanti altri modi per arrivare dove vuoi."- cercò di spiegarmi, alzando le sopracciglia. Afferrai tra i denti l'interno della mia guancia, sbuffando sonoramente. Aveva ragione ma non l'avrei ammesso mai. "Be', ormai è fatta."- sputai aprendo la porta dell'aula, senza dargli modo di controbattere. Gli sguardi degli alunni si fermarono su di me, scrutandomi da capo a piedi, infastidendomi anche. Roteai gli occhi per l'ennesima volta e alzai il foglio firmato dalla preside, sorridendo forzatamente. La professoressa -una donna bassina, magra e ben vestita, con un paio di strani occhiali appoggiati sul naso- annuì, facendo cenno verso i banchi. Pressai le labbra assieme, cercando Rosie con lo sguardo, e la trovai seduta agli ultimi posti, con lo stesso sguardo assente di sempre e un cappuccio sopra la testa. Sospirai silenziosamente e mi inoltrai verso i banchi, prendendo posto accanto ad una ragazza evidentemente molto attenta alla spiegazione della professoressa. Sbuffai e tirai fuori un quaderno vuoto, voltandomi alle mie spalle. Come immaginavo, i suoi occhi si fermarono su di me, un po' stupiti, un po' infastiditi. Quella ragazza era un mix di emozioni incomprensibili. Strinsi tra le dita la matita, tornando a guardare davanti a me. Non chiedetemi il perché di quel gesto tanto azzardato, non ve lo saprei spiegare. [...]
Qualcuno chiuse l'armadietto al posto mio, facendomi sussultare. Portai una mano contro il petto, puntando lo sguardo su Rosie. Non sembrava essere contenta, ma cercai di restare impassibile, sistemando lo zaino sulla spalla. "Quale cazzo è il tuo problema?"- sibilò a denti stretti, facendo un passo verso di me. Era molto più alta di me, ma non mi intimidiva per niente. Difatti restai immobile, con un ghigno divertito. "A cosa ti riferisci?"- alzai le sopracciglia, facendo finta di non capire. Lei prese un respiro profondo, afferrandomi per le spalle, così da potermi sbattere contro l'armadietto. Trattenni un gemito per l'impatto, pressando le labbra assieme. "Ti stai divertendo?"- sbottó contro il mio viso, stringendo la presa sulle mie spalle. I suoi polpastrelli premevano contro la mia pelle, provocandomi un lieve dolore che non lasciai vincere. Appoggiai una mano al centro del suo petto, spingendola con forza lontano da me. "Non osare toccarmi mai più."- strinsi i denti, facendomi seria improvvisamente. Odiavo chiunque mi mettesse le mani addosso senza il mio consenso, e lei aveva appena violato quella regola fondamentale. Rise, di gusto anche, incrociando le braccia contro il petto. "Stai giocando con la persona sbagliata, Bella."- scosse la testa, puntando i suoi occhi nei miei. Cercai di sostenere quel contatto visivo, restando in silenzio. "Sono stata chiara?"- fece un passo verso di me, bloccandomi tra l'armadietto e il suo corpo. Mi feci piccola piccola, abbassando lo sguardo sulle mie converse. Lei, non ricevendo nessuna risposta da parte mia, si arrese, sbattendo una mano contra l'armadietto affianco alla mia testa, prima di staccarsi da me e sparire dalla mia vista. Lasciai andare un sospiro che stavo trattenendo da troppo tempo, portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Che cazzo aveva da nascondere quella ragazza? Avrei seriamente voluto starle lontana, soprattutto dopo questo suo intervento brusco. Ma la curiosità mi spingeva a proseguire, con il rischio di farmi male. Mi guardai intorno e notai una ragazza minuta guardarmi da lontano, il suo sguardo non era per niente rassicurante. Aveva per caso assistito alla scena? Corrugai la fronte, sperando la smettesse di guardarmi ma non si mosse di una virgola. Sbuffai, avviandomi verso di lei. Infilai le mani nelle tasche della felpa, fermandomi a un metro da lei. "Che hai da guardare, ragazzina?"- alzai le sopracciglia, roteando gli occhi. Lei scosse la testa, stringendo contro il petto un vecchio dizionario. Sembrava essere una del primo anno, un po' spaesata. "Ti sei persa, per caso?"- feci un passo verso di lei, cercando di farla sentire più a suo agio ma scosse la testa. "Dovresti starle lontana."- borbottò, guardandosi intorno. Corrugai ancora la fronte, confusa. "Davvero, Bels. Lasciala stare."- disse frettolosamente prima di sorpassarmi e scappare lontana da me. "Ehi, aspetta!"- cercai di fermarla ma la persi di vista. Restai quindi ferma, con le braccia tese lungo i fianchi e lo sguardo ancora più confuso. A cosa si riferiva? E perché mi stava spiando? Avrei voluto lasciare un urlo straziato ma restai zitta e con mille domande in testa.
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DANGEROUS
Fanfiction"Lei era diventata l'unico spiraglio di luce nel bel mezzo della mia vita buia." @Casie.