t w e n t y f i v e

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Tre mesi dopo.

Rosie cadde in coma, e con lei tutti i miei sentimenti. Avevo smesso di provare qualsiasi emozione da quel momento, avevo smesso di guardare il mondo con positività. In sua assenza nulla mi faceva star bene. La notte diventò un incubo, seguito dall'insonnia. Ogni tanto alzavo la testa, verso il balcone, ma lei non c'era. Dovevo solo accettarlo, e l'avevo fatto, ma con scarsi risultati. Justin, Marcus e Ryan, avevano provato più volte a tirarmi su il morale, per poi arrendersi un attimo dopo, distrutti come me dal suo coma. Coma. Non riuscivo nemmeno a pronunciarla, questa parola. Il capolinea della tua vita, che sia stata breve o meno, non importa. Luke aveva messo la mia ragazza davanti alla morte, con la forza e la cattiveria.

Strinsi tra le dita la tazzina del caffè e la scaraventai contro il pavimento, portandomi entrambe le mani tra i lunghi capelli mossi. "Bella!"- Marcus si avvicinò a me, afferrandomi per le spalle per avere una buona visuale dei miei occhi colmi di lacrime. Il suo sguardo si addolcì, è mi tirò tra le sue braccia, ma anche quel gesto fu dannoso. Non erano le sue braccia e, malgrado fosse solo lui, sentivo di tradirla. Appoggiai le mani sul suo petto e mi allontanai, sorpassandolo per raggiungere il giardino, sbattendo anche la porta alle mie spalle. Ma, a quanto pare, il ragazzo mi seguì, passandosi freneticamente una mano tra i capelli. Mi affiancò, sospirando e mettendo le mani nelle tasche dei jeans. "Lo so che è difficile. — lo è per tutti, Bels."- mi guardò, pressando le labbra assieme. Ma non lo degnai di uno sguardo, restai a fissare il verde davanti a me. L'amore della mia vita, s'era portata via tutto. "Non posso fare nulla per colmare il tuo dolore. Ma posso aiutarti a metterlo da parte per un po'."- concluse, alzando le spalle.

[...]

Alcool, fumo, musica ad alto volume, risate e colori ovunque. Quel posto non rappresentava per nulla il mio stato d'animo. Marcus m'aveva trascinata in una discoteca, sperando di farmi tornare il buonumore. Ma come diavolo poteva anche solo pensare che, quel posto, avrebbe cancellato la mia ragazza? Rosie. Mi mancava così tanto, a volte riuscivo a sentire ancora le sue mani sfiorarmi la pelle, la sua risata e il suo egocentrismo smisurato. E mi sentii una codarda, per aver smesso di andare a trovarla, non volendo assolutamente assistere a quel silenzio assordante. Dunque mi lasciai andare in un giro di alcool, un mix di sostanze che andavano dritte in testa, alleggerendomi i pensieri, i piedi sembravano distaccarsi dal suolo e le mie labbra si curvarono in un sorriso sghembo. Sarebbe bello vivere questa sensazione ogni giorno, accennando delle risate incontrollate davanti a qualsiasi situazione, come se nulla potesse toccami, come se lei potesse allontanarsi dai miei pensieri.

DANGEROUSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora