Il ritorno a scuola fu' traumatico, soprattutto dopo aver incontrato gli occhi furiosi di John. Aveva scoperto la mia 'fuga' per raggiungere Rosie, malgrado il suo racconto. Ma avevo appurato che, sotto quella maschera da dura, c'era molto altro. Mi guardai intorno, appoggiando la guancia sulla mano chiusa in un pugno, non volendo mangiare il cibo di quella mensa schifosa. Quel giorno, John non era con me. Si era rifiutato di rivolgermi la parola, di nuovo, lasciandomi da sola. Come se non bastasse, si avvicinava il ballo della scuola, prima delle vacanze estive. Ed io, come di norma, mi rifiutavo di andarci, malgrado i mille tentativi di mia madre per convincermi. Insomma, era un evento alquanto inutile. Ci avevo messo piede solo una volta, il primo anno di liceo, inutile dire che rimasi all'angolo, con un alcolico diverso tra le mani ogni dieci minuti, fissando quella massa di studenti intenti a fare colpo tra loro in un modo a dir poco imbarazzante. Roteai gli occhi, alzandomi da lì, proprio nel preciso istante in cui passò Ana con le sue amiche dalla poca dignità, che mi rifilarono uno sguardo spiacevole. "Rivers."- incalzò Ana, ondeggiando i capelli biondi ossigenati. Alzai le sopracciglia, incrociando le braccia contro il petto. "Ci sarai anche tu, quest'anno, al nostro ballo?"- sorrise come solo una vipera sapeva fare e alzò il mento, squadrandomi. "Che domanda stupida, perdonami. Non ci puoi venire se non ti invita nessuno."- gesticolò, ridendo con la sua voce stridula, assieme alle sue amiche. Se pensava di averla vinta anche questa volta, si sbagliava di grosso. Difatti, nel giro di pochi secondi, le mie mani erano sulle sue spalle. La spinsi contro il primo tavolo presente, prendendo il suo polso tra le dita, che strinsi violentemente. Lei si lamentò, cercando di liberarsi dalla mia presa. "Le tue amiche ti vogliono talmente bene tanto da restare a guardarti mentre ti faccio del male."- risi in modo sarcastico a pochi millimetri dal suo viso, provando piacere nel vedere il suo viso contratto dal dolore. "Bels! Ma che cazzo.."- due braccia mi circondarono i fianchi, tirandomi indietro. Mi dimenai, sbuffando sonoramente. "Lasciami!"- sbottai, voltandomi di scatto verso il 'terzo incomodo', ovvero Rosie. Mi guardava quasi stupita, o arrabbiata. Non riuscivo ancora a riconoscere le sue emozioni, sfortunatamente. Restai zitta, portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Sistemai la maglia che avevo addosso e sospirai. "Sei impazzita, per caso?"- afferrò la mia mano, trascinandomi con poca grazia verso l'uscita della sala pranzo, feci in tempo a voltarmi per vedere Ana piagnucolare con le altre due biondine. "Lasciami stare, cazzo!"- mi liberai dalla sua presa una volta fuori dalla sala, sotto il suo sguardo che bruciava sulla mia pelle. Distolsi lo sguardo da lei, infilando le mani nelle tasche dei jeans. "Credi sia il modo più adatto per migliorare la situazione?"- chiese, riferendosi alla mia reazione. Io risi sarcasticamente, per la seconda volta, puntando i miei occhi verdi nei suoi. "Parli proprio tu? Non venire a farmi la predica, Rosie."- il mio tono fu stranamente duro, tanto da lasciarla spiazzata. Ma la sua espressione mutò immediatamente, facendosi seria. Se fosse stata un fumetto, si sarebbe visto il fumo uscirle dalle orecchie, tanto per rendere l'idea. "Vaffanculo."- sputó prima di allontanarsi da me, tirando un pugno contro un armadietto di passaggio. Sapevo di essermi comportata da stronza, per qualche strano motivo, quel giorno, avevo i nervi a fior di pelle. Non avrei dovuto prendermela con lei, nemmeno con Ana, a dir la verità. Ma erano due persone imparagonabili, dunque pensai maggiormente a Rosie. E dovetti correre per raggiungerla, malgrado lei fosse più veloce di me. "Rosie!"- la richiamai, ma lei non si voltò, anzi, mi mandò al diavolo con un gesto. Roteai gli occhi, riuscendo a raggiungerla e, per far si che non andasse via, mi piazzai davanti al suo corpo, bloccandola. "Mi dispiace."- borbottai con l'affanno, passandomi entrambe le mani sul viso. "Vattene, Bella."- disse con tono pieno di fastidio, facendo anche una smorfia. Mi spostò con poca delicatezza, riprendendo a camminare, ma riuscii a bloccarla afferrandola per il polso. Lei sembrava avesse gli occhi sulla schiena, poiché, con un gesto veloce, mi attaccò al suo corpo, bloccandomi le braccia. Il suo viso era pericolosamente vicino al mio e mentirei se dicessi che non avevo voglia di baciarla, e lei lo sapeva benissimo. I suoi occhi azzurri vagarono sul mio viso, in cerca di imperfezioni, che poi ne avevo tante e mi sentii in imbarazzo per questo. La voglia di apparire bella ai suoi occhi mi stava divorando, rendendomi anche vulnerabile. Poi non so cosa successe, ma i lineamenti del suo volto si addolcirono, così come il suo sguardo. Due pozze azzurre che stavo imparando ad amare con il passare del tempo, e probabilmente ero troppo stupida e cocciuta per ammetterlo a me stessa. Infilò una mano tra i miei capelli ondulati, stringendoli in un pugno. Quel gesto apparì tremendamente sexy, tanto da invogliarmi ad attaccare le labbra alle sue. E fui contenta di scoprire che anche lei aveva una voglia non indifferente di baciarmi. Lo capii dalla poca pazienza nell'infilare la lingua tra le mie labbra socchiuse, facendomi gemere sulla sua bocca. Dimenticai, per un momento, di trovarmi nel cortile della nostra scuola, troppo presa dal battito del mio cuore e dalle nostre labbra che schioccavano a causa dei baci. Una sua mano si spostò sulla mia natica, che strinse senza preoccuparsi di farmi del male, questo rese indubbiamente quel momento eccitante, e dovetti fare appello a tutto il mio autocontrollo per far si che non le strappassi i vestiti in quel preciso istante, anche se sono quasi sicura sarebbe successo il contrario. "Portami da qualche parte."- ansimai ancora e ancora, lasciando che le sue labbra scendessero sul mio collo, senza mai abbandonare la mia pelle. Non rispose, si limitò ad afferrare la mia mano, staccandosi di malavoglia dal mio collo. Le sue labbra piene e arrossate erano un vero spettacolo, e la consapevolezza di averci messo del mio, mi rendeva quasi orgogliosa. Come se volessi lasciare tracce di me, un velo di gelosia, forse? Io, dunque, non so cosa ci fosse tra noi, so solo che mi piaceva da morire.

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DANGEROUS
Fanfiction"Lei era diventata l'unico spiraglio di luce nel bel mezzo della mia vita buia." @Casie.