t w e n t y t w o

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Bella.

Mi mossi tra le lenzuola, cercando una nuova posizione, ma qualcosa ostacolò le mie intenzioni. Corrugai la fronte, aprendo gli occhi. Quel qualcosa, in realtà era un qualcuno. Rosie dormiva beatamente al mio fianco, con un braccio sotto la testa e le labbra socchiuse. I capelli biondi spettinati sulla fronte, la rendevano più attraente, ma bambina al tempo stesso. Accarezzai i lineamenti del suo viso senza svegliarla, il sonno profondo la cullava, anche alle dieci del mattino. Sollevai gli angoli delle labbra in un sorriso e scossi la testa, sospirando silenziosamente. In così poco tempo m'aveva insegnato ad affrontare situazioni più grandi di me, si era fatta del male per proteggermi e cercava in tutti i modi di tenermi al sicuro. Mi stava dimostrando il suo amore in un modo particolare, non di certo comunque, questo lo rendeva speciale. [...]

"Bella?"- "Oh, eccoti."- due braccia mi avvolsero i fianchi, stringendomi dolcemente. Lasciò un bacio sulla mia fronte, spostando l'attenzione sulle mie labbra, che ricevettero lo stesso trattamento. "Hai dormito bene?"- sorrisi, accarezzando la sua nuca coperta dai capelli corti. Lei sembrò pensarci su, ma annuì successivamente, muovendo i pollici contro la mia pelle. "Mi sei mancata, lo sai?"- sussurrò, il suo tono sorprendentemente dolce. "Ma devo scappare. I ragazzi hanno bisogno di me, e sono uscita di casa senza avvisare nessuno."- continuò, premendo la fronte contro la mia. Avrei voluto passare la giornata in sua compagnia ma non mi era concesso, a quanto pare. Non potevo e non volevo metter bocca nei suoi affari, dunque annuii solamente, chiudendo per un attimo gli occhi. "Mi prometti che starai attenta?"- sussurrai, strofinando il naso contro il suo. Lei sospirò, leccandosi le labbra piene. "Certo. Lo farò."- innaspò, baciandomi ancora una volta. "Dico sul serio, Rosie."- scossi la testa, guardando i suoi occhi azzurri. Speravo vedesse la paura nei miei occhi, la paura di perderla da un momento all'altro, per i pericoli della sua maledetta vita. Mi prese il viso tra le mani, strofinando i pollici contro la mia guancia. "Andrà tutto bene, okay? Dammi solo una settimana e sistemerò tutto."-

Rosie.

Dovetti, quindi, lasciare casa di Bella al più presto possibile. Avevo dimenticato Ryan, Marcus e Brooke. Mi avrebbero ammazzata, una volta a casa. Scesi dalla macchina, sbattendo lo sportello con poca grazia. Il cielo si era annuvolato, un po' come il mio umore. Scossi la testa e camminai fino alla porta, ma qualcosa, o meglio, qualcuno, attirò la mia attenzione. Corrugai la fronte e mi avvicinai al ragazzo all'interno di una lamborghini, che se ne stava a fumare una sigaretta con totale tranquillità. "Ehi, tu."- feci cenno verso di lui, che spostò l'attenzione su di me, sorridendo lateralmente. "Che cosa ci fai qui?"- mi abbassai al suo livello, per guardarlo attraverso il finestrino. "Sono il fratello di Marcus."- disse lui, con nonchalance. Corrugai la fronte, innaspando. "Marcus non ha fratelli."- sbottai, ricevendo uno sguardo confuso da parte sua. "Mi sento profondamente offeso."- sospirò, ironizzando. Aprì lo sportello e scese dalla sua macchina, spettinandosi i capelli color grano con una mano. "Abbiamo in comune solo il padre."- disse, prima di incamminarsi verso la porta d'ingresso. [...]

"Ehi, Marcus? Perché non mi hai detto di lui?"- incalzai, indicando il ragazzo al mio fianco. Marcus sospirò, roteando gli occhi. "Avrei dovuto?"- distolse lo sguardo da me, continuando a sorseggiare la sua birra in compagnia di Ryan. Evitai di rispondere a quella stupidissima domanda, e mi voltai verso il ragazzo. "Be', sono Ros, è un piacere."- allungai una mano verso di lui, che strinse successivamente. "Justin."- sorrise appena, lasciandomi andare.

"Bene, ragazzi. Avete novità?"- chiesi, prendendo posto sulla poltrona. Mi guardai intorno, squadrando i di ognuno di loro. Marcus parlò, prendendo dei fascicoli dal suo zaino. "Lei è Aida Perez, la sorella di Luke."- la mia attenzione si spostò sulla foto della biondina. Era la stessa che cercava di tormentarmi a scuola. "È tutto un cazzo di piano."- sbottai, spostando quella foto dalla mia visuale. Justin corrugò la fronte, guardandomi. "Questa ragazza frequenta la mia stessa scuola. Sin dal primo giorno ha iniziato a tormentarmi, creando dei problemi tra me e Bella. Ma sono quasi sicura che sotto ci sia Luke."- spiegai, serrando le labbra. "Bene, almeno siamo sulla pista giusta."- sorrise Ryan, strofinando le mani l'una contro l'altra. "Ehi, Ros?"- Marcus mi chiamò, passandosi una mano tra i capelli. Lo guardai, in attesa del continuo. "Perché non inviti Bella a cena? Insomma, ci farebbe piacere."- "Justin potrebbe andare a prenderla."- fece cenno con la testa verso il fratello, quest'ultimo annuì con nonchalance. Sospirai, afferrando poi il mio iphone. "D'accordo. Le mando un messaggio."-

Bella.

Rosie mi aveva appena riferito che sarebbe passato da qui un suo amico, che mi avrebbe portata a casa sua. I ragazzi erano stati carini ad invitarmi a cena, apprezzavo il buon rapporto che c'era tra di noi. Dunque mi dondolai sui talloni, stringendomi nella mia felpa. Erano le nove della sera, non passava anima viva da lì, e le luci dei lampioni erano fin troppo deboli. Ma due fari quasi mi accecarono, ma ringraziai Dio quando scoprii fossero della macchina che mi avrebbe portata fino a Rosie. Il finestrino si abbassò, rivelando la figura di un bel ragazzo, una vaga somiglianza con Marcus, o forse era solo una mia impressione. "Ciao."- sorrisi gentilmente, pressando le labbra assieme. "Sali."- distolse lo sguardo da me, leccandosi le labbra a forma di cuore. Una volta dentro la macchina, sospirai, strofinando le mani sulle mie cosce. "Sono Bella, è un piacere."- allungai una mano verso di lui, che la guardò come fosse la cosa più strana del mondo. "Tieniti pure la tua mano."- borbottò, prendendo poi a guidare. Come poteva essere così maleducato? Mi stavo solo presentando. Aveva dimenticato l'educazione, per caso? O, forse, semplicemente lo ignorava. Fatto sta che me ne restai in silenzio, con lo sguardo rivolto in avanti e le labbra serrate. "Hai intenzione di parlare o preferisci ignorarmi per sempre?"- brontolò lui, stringendo il volante tra le mani. Corrugai la fronte, sbuffando una risata. "Pensavo gradissi il mii silenzio."- innaspai, guardandolo per un attimo. I suoi occhi color miele si incastrarono nei miei. "Non l'ho mai detto."- "Sono Justin, comunque."- continuò, parcheggiando la macchina sul vialetto. Continuai a guardarlo, sorridendo lateralmente. "Un po' lento, ma almeno ti sei presentato."- scherzai, stuzzicandolo. Scosse la testa, portandosi una sigaretta tra le labbra. "Mi piace il tuo umorismo."- strizzò l'occhio, facendo un lungo tiro dalla sua sigaretta. "Ci provo."- mi spazzolai le spalle con le mani, accennando poi una risata.

DANGEROUSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora