T h i r t y t w o

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Rosie pov's.

Lei aveva sempre avuto ragione.
Sin dal primo momento, una volta uscita da quel dannatissimo ospedale, aveva cercato in tutti i modi di tenermi al sicuro. Stava facendo quello che io pretendevo di far con lei. Tenermi al sicuro. Nessuno lo aveva mai fatto, prima. Nessuno si era mai preso la briga di proteggermi, da me stessa, poi. Lei mi aveva amata, ed io avevo fatto lo stesso, anche se nei miei modi scortesi, un po' arroganti e ambigui. Lo avevo fatto, senza alcun ombra di dubbio, forse —o sicuramente— per la prima volta nei miei 18 anni. Bella era entrata nella mia vita di soppiatto, andando oltre il mio caratteraccio e tutto ciò che di pericoloso mi circondava. Perché di questo si tratta, di pericolo. Qualcosa che c'era costantemente nella mia vita, al quale non potevo rinunciare, nè metterlo da parte. Anche se io avessi voluto mettere un punto a quella merda, questa stessa mi avrebbe perseguitata fino all'ultimo respiro. Ci ero troppo dentro, ormai, e Bella non lo avrebbe mai digerito. Non avrei mai potuto mentirle a riguardo, facendole credere che me ne sarei tirata fuori, quando in realtà quel mondo mi aveva inghiottita irrimediabilmente. Non avrei mai voluto farle del male, dunque la lasciai semplicemente andare, cercando di starmene per i cazzi miei, e assicurandomi che stesse bene anche se lontane. Ma, nell'ultimo periodo, ero venuta a conoscenza del piano strategico di Luke, e non potevo lasciare Bels a piede libero, sotto gli occhi di una pazza: Lauren.
La stessa che aveva ottenuto la fiducia della ragazza seduta sul sedile al mio fianco, nel suo silenzio. E malgrado fossi gelosa a livelli estremi, quel che mi innervosiva maggiormente, fu' proprio la presa in giro nei confronti di qualcuno che non centrava assolutamente nulla con i miei affari.

Parcheggiai la mia range rover e misi a tacere il motore, sospirando. C'era fin troppo silenzio tra di noi, che quasi mi sentii a disagio, oltre che schifosamente in colpa. Bella non aveva spiaccicato parola per tutto il tragitto, con lo sguardo apatico perso sulla strada che percorrevamo. Ed in quel momento, alzò la testa, spostando gli occhi stanchi su di me, ma senza spezzare quel silenzio. Serrai le labbra e distolsi lo sguardo, aprendo lo sportello e saltando fuori dal veicolo, come fece lei poco dopo, anche se con più lentezza.
Si guardava intorno, come se si fosse realmente dimenticata quel posto, a differenza di me, che, invece, la ricordavo benissimo tra le mura di casa mia. Infilai le mani nelle tasche dei jeans larghi e le feci cenno di seguirmi.

Facemmo il nostro ingresso in casa, e gli occhi dei miei due compagni di avventura non tardarono ad infastidirci. Marcus sembrava realmente sorpreso, a differenza di Ryan che rimase impassibile, con il suo cellulare tra le mani. Marcus era quello a cui interessava maggiormente di Bella, per qualche strano motivo, e lo aveva dimostrato in diverse occasioni. "Bella?"- borbottò, lasciando quel che stava facendo per avvicinarsi a noi, con l'espressione confusa. "Ehi.."- sussurrò lei, imbarazzata, mentre si dondolava sui talloni. Marcus accennò un sorriso, prima di riportare gli occhi su di me, come per chiedermi spiegazioni. Sospirai, voltandomi verso la mora. "Potresti aspettarmi nel salone?"- le chiesi, e il mio tono sembrò addirittura dolce. Lei sospirò, annuendo con il capo, prima di avviarsi nella stanza affianco, lasciandomi da sola con Rivera. "Puoi dirmi che cazzo sta succedendo?"- sibilò, incrociando le braccia al petto. Roteai gli occhi, sorpassandolo per raggiungere il bancone. "Niente, Marcus. Sono andata a prenderla."- innaspai, appoggiando i fianchi contro la cucina. Lui schiuse le labbra, corrugando la fronte. "Non vorrai dirmi che.."- cercò di arrivarci da solo, ma lo bloccai, continuando al posto suo. "Si, era in compagnia di Lauren. Cazzo."- alzai la voce, stringendo la mano in un pugno. La rabbia stava prendendo nuovamente il sopravvento e sarebbe finita male se non mi fossi calmata nel tempo dovuto. Marcus sospirò, strofinandosi il viso con entrambe le mani, con fare frustrato. "Dobbiamo uccidere quel figlio di puttana, insieme a tutta la sua mandria di coglioni."- continuai, staccando i fianchi dal bancone, per avvicinarmi a lui, con fare deciso. "È tutto da organ—" -
"'Fanculo l'organizzazione. Ci andremo questa sera stessa."- lo bloccai, serrando le labbra in una linea dura. Lui sembrava del tutto contrariato, ma sapeva perfettamente che controbattere non sarebbe servito a nulla, considerando la mia testa calda. "Chiaro, Marcus?"- puntai un dito contro il suo petto, facendogli intendere che non stavo scherzando affatto. Lui annuì, serrando le labbra e infilando le mani nelle tasche della giacca. "Bene. Voglio che tu e Ryan troviate il suo fottuto covo del cazzo."- conclusi, prendendo le distanze e voltandomi.

Bella pov's.

Mi aveva trascinata nuovamente in quella casa, e tutto quel che avevo ottenuto erano minuti di silenzio nel suo fottuto salone vuoto. Quel posto mi trasmetteva angoscia, e il fatto che fossi stata presa in giro da Lauren non migliorava il mio stato. Tutto quel che di bello avevo vissuto, era stato architettato da Luke, per farmi cadere volontariamente nella tana del lupo. E tutta quella merda mi aveva riportata da Rosie, ancora.

La porta si aprì, rivelando la figura della bionda, che prese posto sulla poltrona accanto al divano sul quale ero seduta. I suoi muscoli erano tesi, ed era palpabile, soprattutto davanti ai miei occhi, che la conoscevano quanto bastava per confermarlo. Cercò di contenere le sue emozioni e divaricò le gambe, appoggiando i gomiti sulle ginocchia. "Di cosa devi parlarmi, Rosie?"- presi il sopravvento, sospirando, spazientita. Detestavo aspettare, rimanere appesa ad un filo. Lei alzò la testa, puntando i suoi occhi blu su di me. Si ricompose e sospirò, leccandosi le labbra piene. "Ascolta..mi dispiace, per averti trascinata in questa situazione di merda. Non avresti dovuto finire in questo girone, né tantomeno nei giochini strategici di Luke."- incalzò, cercando di captare qualche mia reazione, che ovviamente non arrivò, dato che stavo aspettando che concludesse il discorso. "Pensavo che, allontanarmi da te, sarebbe servito a tenerti al sicuro. Ma mi sbagliavo..
Luke sa dove colpire per farmi male."- spiegò, ed il mio cuore perse un battito. Aveva appena detto, indirettamente, che ero il suo punto debole. Per quanto possa essere sbagliato, il mio cuore riprese a sorridere. "Non sono qui per chiederti seconde possibilità, anche perché sono quasi sicura che la mia assenza ti abbia aiutata a recuperare l'equilibrio di cui avevi bisogno. Ma io non posso, non voglio, lasciarti in balia dei suoi piani. E ti posso assicurare che, se non ti lascerai proteggere da me, Luke riuscirà nel suo intento."- la sua voce prese colore, sembrava agitata al pensiero di me tra le mani di Luke. Serrò ancora le labbra, imprecando a voce bassa e distogliendo lo sguardo da me. Il mio silenzio la stava irritando, anche. "Non posso permettere che ti facciano del male."- concluse, tornando ad incatenarmi con lo sguardo.

DANGEROUSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora