t w e n t y o n e

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Bella.

Uscii da scuola con un sorriso stampato sul volto, con la consapevolezza che avrei passato la giornata con Rosie. Ma, al suo posto, trovai John, e il mio sorriso un po' sparì. Non che io non volessi vedere il mio migliore amico, ma la mancanza di Rosie si faceva sentire sempre, anche a distanza di poche ore. Mi guardai ugualmente intorno ma nessuna traccia di lei, solo voci sovrapposte di studenti fastidiosi. Puntai gli occhi su John, che alzò le spalle, forse capendo al volo. Abbassai la testa, sospirando. Mi sentivo una stupida bambina in attesa, era incredibile come io potessi diventare così sensibile di fronte a qualsiasi cosa riguardasse lei. Portai il mio cellulare all'orecchio, ma squillava a vuoto, lo stesso che avevo nello stomaco. Non prendetemi per psicopatica, ma ero a conoscenza di ciò che faceva nella sua vita, assieme a Marcus e Ryan, dunque la preoccupazione raddoppiava sempre. Afferrai tra i denti il mio labbro inferiore, lasciando il mio iphone nello zaino. "Dai, Bels. Vedrai che sta bene."- cercò di consolarmi John, appoggiando una mano sulla mia spalla. "Insomma. È grande abbastanza!"- continuò, ma avevo smesso già di ascoltarlo. "Rivers."- una voce familiare mi richiamò, invogliandomi a voltarmi. Aida. Se ne stava piazzata davanti a me, a braccia incrociate. Le sue labbra evidenziate da un rosso acceso, così come le sue lunghe unghie. Malgrado fosse una bella ragazza, il trucco la rendeva terribilmente volgare. Ad ogni modo, non parlai, sperando lo facesse lei. "Come sta Rosie?"- sorrise come una vipera, iniziando a girarmi intorno, si udiva solo il rumore dei suoi tacchi, con la sua risatina acuta. Serrai le labbra, cercando di contare fino a cento, prima di esplodere. "Spero bene." - "Si è divertita parecchio, la scorsa notte."- sussurrò nel mio orecchio, ed io mi irrigidii, sentendo una strana sensazione che nello stomaco. "Salutamela, tesoro."- si lasciò andare in una risata, allontanandosi lentamente da me, fino a sparire. Rimasi completamente immobile, con gli occhi colmi di lacrime e la paura che m'aveva rapita, completamente. John continuava a chiamarmi ma io vedevo il nulla, assorta nelle mie paranoie, e paure, più grandi di me.

Rosie.

"Dove credi di andare senza di noi?"- Brooke continuava a camminarmi dietro, girandosi tra le mani una pistola, come fosse un giocattolo. La ignorai ancora, avviandomi verso il furgoncino. La sua presenza m'aveva già infastidita parecchio, e stavano temporeggiando senza un valido motivo. Aver lasciato Bella da sola, mi metteva agitazione, ma non potevo dirle nulla, avrebbe fatto domande fino allo sfinimento. Strinsi il volante tra le mani, ma Marcus si affacciò al finestrino, corrugando la fronte. "Cazzo, Marshall. Dovresti avere pazienza, sai?"- innaspò, passandosi una mano tra i capelli. Ryan e Brooke dietro di lui, annuivano complici. Distolsi lo sguardo da lui, serrando le labbra. "Ha fretta, la ragazzina."- borbottò, ridendo, Brooke. "Ascolta, testa di cazzo - aprii lo sportello, facendo sussultare Marcus. Mi avvicinai a lei, afferrandole la testa con una mano - faresti meglio a star zitta, prima che io ti sbatta fuori da qui."- sputai, guardandola dritta negli occhi. "Rosie!"- Ryan mi tirò indietro, mettendosi tra i nostri corpi, ma il mio sguardo rimase fisso su di lei. "Ci andiamo, va bene? Però, Cristo, calmati."- mi guardò duramente, sospirando. [...]

"Avanti, Luke. Esci fuori."- urlai, guardandomi intorno. Quella cazzo di campagna non metteva di certo sicurezza, anzi, mi sentivo fin troppo ansiosa. "Voglio solo parlare."- "Senza armi."- nascosi la mia pistola nei jeans, coprendola con la canotta. Marcus, Ryan e Brooke fecero lo stesso, guardandosi intorno attentamente. "Non ti arrenderai mai, vero?"- mi voltai di scatto, serrando le labbra quando mi ritrovai davanti alla testa di cazzo. "Tu che dici?"- feci un mezzo sorriso, avanzando verso di lui. Infilai le mani nelle tasche posteriori dei jeans. "Voglio i miei soldi, Luke. Non dovresti nemmeno respirare, lo sai? Dovresti essere morto, come tutti gli altri. Non hai rispettato i patti."- avanzai verso di lui, scuotendo la testa. Lui rimase impassibile, accennando una risata. "Eppure, eccomi qui."- allargò le braccia. "E dovresti imparare a proteggere le persone a cui vuoi bene. Non è facile, sai, Rosie?"- ringhiò, ed io mi irrigidii, facendo salire la mia rabbia alle stelle. "La porterai a morire."- concluse, prima di sparire dalla mia vista, tra gli alberi. Avrei dovuto rincorrerlo, ma non riuscii a muovermi, malgrado le incitazioni da parte dei miei amici. Riuscivo a vedere solo due occhi verdi. La paura di perderla mi stava consumando, mi stava portando a mollare tutto, ma dovevo prima concludere questa faccenda. E l'avrei fatto, per poi donarle tutta la sicurezza di questo mondo. Perché, l'amore, mi stava salvando e purificando. Eppure qualcosa di cattivo sarebbe rimasto sempre in me. [...]

Dopo aver lasciato il resto del gruppo a casa, riuscii ad uscire dal retro, per poi prendere la mia macchina e sfrecciare verso casa della mia ragazza. Mi mancava, mi mancava come l'aria. E mi avrebbe odiata, lo so, per non essere stata presente. Le avrei comunque spiegato tutto, perché di lei potevo fidarmi. Mi arrampicai senza difficoltà sul balcone della sua camera, e mi guardai intorno, ma fortunatamente non c'era nessuno. Bussai un paio di volte, sperando venisse ad aprirmi in fretta. E lo fece, ma i suoi occhi verdi sembravano stranamente più scuri, i capelli legati in modo disordinato, la felpa che le copriva le cosce e i piedi coperti da due calzini diversi. Adorabile, insomma. Mi avvicinai per lasciarle un bacio, ma mi spinse, anche bruscamente. "Che cazzo.."- borbottai, corrugando la fronte. Lei fece per chiudere la porta a vetri, ma la bloccai, puntando gli occhi nei suoi. "Che diavolo ti prende?"- serrai le labbra. Lei rise sarcasticamente, scuotendo la testa. "Avanti, Rosie. Non prendermi in giro."- sbottò, il suo mento prese a tremare, segno che stava per piangere. E, onestamente, il suo viso rigato dalle lacrime era l'ultima cosa che avrei voluto vedere. Mi feci avanti, cercando di accarezzarla, ma mi rifiutò ancora. "Mi fai schifo."- disse con odio che trapelava. Rimasi di sasso, ancora confusa da questa reazione. "Ti sei scopata Aida in mia assenza? Fantastico, potevi dirmelo prima, che avevi bisogno di dare libero sfogo alle tue schifose voglie."- si mise a piangere, iniziando anche a lanciarmi addosso qualsiasi cosa, come se potesse farmi male. Le assurdità che uscirono dalle sue labbra, mi spiazzarono. Mi avvicinai prontamente, afferrandole i polsi, così da poterla guardare negli occhi. Mi si strinse il cuore, a vederla così. "Cosa stai dicendo, Bella? Non sono stata a letto con nessuna, dopo di te."- sussurrai, senza distogliere i miei occhi dai suoi. "Lasciami stare."- mi pregò, cercando di liberarsi dalla mia presa più forte di lei. Scossi la testa in segno di negazione, chiudendo la porta con il piede. "Ti ho detto di usc-" - le tappai la bocca con la mano, roteando gli occhi. "Non urlare, cazzo. Ascoltami per due fottuti minuti."- imprecai, lasciandola andare. Rimase zitta, finalmente. Mi passai una mano tra i capelli e sospirai. "Ti ha raccontato solo una stronzata."- spiegai, facendo un passo verso di lei. Si lasciò accarezzare una guancia, e mi sentii sollevata. Si fidava di me, e faceva bene, in quel caso. "Puoi chiedere anche a Marcus, se vuoi. Sono stata sempre con lui."- "Ti amo"- conclusi, lei sembrò sciogliersi tra le mie mani, e subito legò le braccia intorno al mio busto, appoggiando la testa sul mio petto. Sorrisi ampiamente, avvolgendola. Come cazzo avrei potuto continuare a vivere, senza di lei?

DANGEROUSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora