n i n e t e e n

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Rosie.

"Che cosa ci fai ancora sveglia?"- la voce indistinguibile di Marcus riuscì ad interrompere i miei pensieri, facendomi sussultare. Staccai le braccia dalla ringhiera e infilai le mani nei pantaloncini della tuta. Sospirai, continuando a guardare il verde davanti a me. Mi affiancò, sospirando appena. Non riuscii a dormire, quella notte. Avevo guardato Bella per tutto il tempo, soffermandomi - incantandomi - sui lineamenti morbidi del suo viso, le sue ciglia lunghe e le labbra socchiuse. Si era addormentata velocemente, come una bambina, muovendosi fastidiosamente tra le lenzuola. E, devo ammettere, che sorrisi anche, nel vederla così tranquilla al mio fianco. Ma, inevitabilmente, spostavo l'attenzione sui suoi polsi rovinati, non riuscendo a non sentirmi maledettamente in colpa. "Hai ragione. Dovrei dormire."- borbottai, indietreggiando verso la porta d'ingresso. "Che cosa ti prende, Rosie?"- incalzò lui, voltandosi verso di me. Mi rivolse uno sguardo severo, incrociando le braccia contro il petto. "Nulla. Cosa dovrebbe prendermi?"- accennai una risata forzata, distogliendo lo sguardo da lui. "È per lei, vero?"- mi guardò, sapendo già la risposta. "Sei innamorata, indubbiamente."- continuò, facendomi irrigidire. Non avevo mai pensato a questo, all'amore, non mi aveva mai sfiorato i pensieri. Forse, inconsciamente, cercavo di evitare quel tasto in tutti i modi possibili. Marcus, con quella maledetta frase, aveva fatto scattare in me qualcosa. Uno strano formicolio nella pancia, la testa che girava e due maledetti occhi che non volevano lasciare i miei pensieri. Marcus rise, scuotendo la testa, dandomi nuovamente le spalle. "Ah, ragazza. Sei proprio cotta."- "Sei sicura di riuscire a proteggerla?"- mi rivolse uno sguardo veloce, e mi sentii mancare l'aria. Le avevo già fatto male troppe volte. "Non avrà mai più a che fare, con tutto questo."- dissi duramente, ma lui sembrò contrariato. "Non dirmi che.."- "Non fare cazzate di cui potresti pentirtene, Rosie. Insomma, ne ha viste tante, eppure è ancora qui, con te. A lei non importa cosa fai, o chi vuoi far credere di essere. A lei importa di te, della vera te."- puntò i suoi occhi ambrati nei miei, serrando le labbra. In cuor mio, dovevo dargli ragione. Bella era l'unica in ragazza in grado di restare al mio fianco, malgrado tutto. Ma, al tempo stesso, non volevo assolutamente corresse alcun rischio. Distolsi lo sguardo dal mio migliore amico, ma lui concluse il suo discorso, prima di lasciarmi da sola. "Non lasciare che la tua vita prenda il controllo di te, piuttosto, cerca di prendere tu il controllo della tua vita." [...]

I raggi del sole entrarono dalla persiana aperta, illuminando il viso dolce di Bella, che non avevo smesso di fissare fino al mattino. Arricciò il naso, strofinandosi gli occhi con il dorso della mano, in maniera alquanto adorabile. Accennai un sorriso, avvicinandomi al suo corpo minuto e, istintivamente, portai una mano sulla sua guancia. Lei voltò il viso, premendo le labbra sul palmo della mia mano e mi sentii morire, in quel momento. Avrei voluto passare il resto della mia vita così, vicina a lei, con le sue attenzioni e i suoi occhi che non smettevano mai di stupirmi. "Buongiorno."- borbottò con la voce ancora impastata dal sonno, facendomi sorridere ancora. Finalmente aprì gli occhi, permettendomi di vedere le sue maledette iridi verdi. Mi guardò con dolcezza, come se me la meritassi. Riusciva sempre a farmi sentire importante, voluta, umana. Si mosse velocemente, legando le braccia intorno al mio collo, spostando il suo busto sul mio, tanto da poter sentire il battito del suo cuore. Rimasi perplessa, sorpresa e appagata, ma fu una sensazione del tutto piacevole. Avvolsi quindi le braccia intorno al suo corpo, chiudendo gli occhi, lasciandomi trasportare dal profumo dei suoi capelli - che poi si trattava del mio stesso shampoo, solo che su di lei, aveva tutt'altro effetto. Strinsi tra le dita il tessuto della sua maglia, mentre lei appoggiava delicatamente le labbra sulla mia guancia. "Io..."- alzò la testa per guardarmi, ma chiuse la bocca una volta incontrato il mio sguardo. Le sue iridi luccicavano, rendendole ancora più belle. "Niente."- borbottò, scuotendo la testa. Malgrado la mia curiosità mi spingesse a farle domande, restai in silenzio. Sentii le sue labbra premere sulle mie e dovetti fare appello a tutto il mio autocontrollo per non divorarle la bocca, poiché le emozioni che stavo provando, stavano per sotterrarmi. Portai una mano sulla sua nuca, tra i suoi capelli lunghi, e le nostre lingue si intrecciarono. Si sistemò meglio sul mio corpo, a cavalcioni, così da poter sentire i suoi fianchi contro i miei. E, come potevo immaginare, questi andarono a strofinarsi, facendomi gemere sulla sua bocca. Le mie mani finirono sulle sue cosce, e le andai incontro, facendola ansimare - credetemi, non esisteva sensazione e suono migliore. "Ti amo."- sussurrò tra un sospirò e l'altro, in maniera quasi impercettibile. Ma, fortunatamente, riuscii a sentirla benissimo. Il mio respirò si fermò, e le mie mani si strinsero sulla sua pelle, senza malizia. Sentii gli occhi pizzicare e non ne capivo il motivo, non avrei voluto crollarti davanti ai suoi occhi, ma lo feci. Le lacrime rigavano lentamente le mie guance, rendendomi vulnerabile per la prima volta, davanti a quella maledetta donna, che mi aveva strappato il cuore dal petto in così poco tempo. Il suo sguardo si fece serio, o preoccupato. Mi prese il viso tra le mani, asciugandomi le gote con i pollici, anche quel semplice gesto apparì dolce e importante ai miei occhi, forse perché fatto da lei. "Rosie.."- mi richiamò, curvando le labbra verso il basso. Mi guardò negli occhi, continuando a regalarmi piccole carezze, come se volesse consolarmi. "Scusa, io non-" "Ti amo anch'io."- risposi, prima che lei potesse terminare quella stupida assurdità.

DANGEROUSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora