T w e n t y

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Bella.

*Due mesi dopo.*

"Eccola."- borbottò John con poca enfasi, abbassando la testa sulle sue converse rovinate. Corrugai la fronte e mi voltai, sorridendo alla vista della mia ragazza. Rosie si avvicinò a noi velocemente, accennando un sorriso quando incontrò i miei occhi. Ebbene si, dopo aver superato tanti ostacoli, ci eravamo riuscite. Potevamo finalmente definirci una coppia, anche se ostacolata da intoppi che cercavamo di superare senza recare alcun danno a noi e al nostro legame. "Come è andata?"- innaspò, sedendosi accanto a me, sul marciapiede. L'anno scolastico stava per concludersi, ed io avevo preso la strana abitudine di sedermi sotto un grande albero in grado di ripararmi dal sole troppo forte. "Come al solito, la monotonia di queste giornate finirà per ammazzarmi."- sbuffai, roteando gli occhi. Lei scosse la testa, lasciando cadere il suo zaino accanto alle sue vans. Si passò una mano tra i capelli biondi, spettinandoli poi sulla fronte. Malgrado conoscessi a memoria i suoi lineamenti, guardarla faceva sempre lo stesso effetto e l'avrei fatto per ore. "Marcus mi ha supplicata di chiederti se vuoi fare un salto da noi."- "In realtà ha solo bisogno di qualcuno che cucini al posto suo."- si fece scappare una risata, che contagiò anche me e, addirittura, John. Ci voltammo verso di lui, alzando le sopracciglia, tant'è che smise di ridere, leggermente imbarazzato. Esilarante. "Che c'è? Bels non sa cucinare. Se ci tenete alla vostra vita, tenetela lontana da quella fottuta cucina."- mi prese in giro, alzando le spalle con nonchalance. Gli tirai un pugno sul braccio, e lui sussurrò un "Ahia", massaggiandosi il punto dolente. "Immaginavo."- borbottò divertita Rosie, lasciandomi un buffetto sul naso, e anche con questi piccoli e innocui gesti, riusciva a farmi ritornare bambina. E si, era una sensazione del tutto piacevole, che mi inondava di tranquillità e spensieratezza, quella che m'era mancata per anni. E sembrava un eufemismo, dato che la sua vita, di tranquillo e spensierato, c'era ben poco - o nulla. "Bene. Se avete finito di prendervi gioco di me, io vorrei tornare a casa. Ho fame."- borbottai l'ultima frase, toccandomi lo stomaco. John e Rosie si guardarono e scoppiarono a ridere, e fu' una scena alquanto strana. Vedere quei due andare d'accordo era un vero colpo al petto - positivo, ovviamente. Forse John si era deciso a mettere da parte l'astio. Ad ogni modo, si alzarono da lì, e quando Rosie stava per afferrare la mia mano, una vocina fastidiosa si intromise. "Ros?"-

Rosie.

Mi voltai distrattamente, ma alla vista di Aida sbiancai. Non che io avessi sbagliato in qualcosa tanto da temerla, ma avevo ancora il suo numero, e sapevo di non esserle indifferente. Averla qui, nella stessa area della mia ragazza, mi metteva a disagio. Si, avevo paura che Bels pensasse in modo sbagliato, facendo rompere qualcosa tra di noi. Ad ogni modo, la rossa sorrise, ondeggiando i capelli da una spalla all'altra. Ignorai lo sguardo bollente di Bella e serrai le labbra. "Che vuoi?"- sbottai, incrociando le braccia. Lei continuò a sorridere, facendo scorrere lo sguardo su di me. "Credo tu sappia la risposta, ma ho pazienza a sufficienza per aspettare."- cinguettò, facendomi un occhiolino rivoltante. Come poteva una ragazza avere così poco rispetto per se stessa. Il mio sguardo istituivamo finì su Bella che stava fissando insistentemente la rossa davanti a noi, finché non afferrò la mia mano, cercando di trascinarmi lontana da lì. Per quanto mi dispiacesse, era fottutamente adorabile e gelosa. E mentirei se dicessi che non mi faceva piacere. "Stammi lontana, Aida. Non voglio saperne più un cazzo di te."- sputai, prima di distogliere lo sguardo da lei e andar via con Bella. Gli sguardi dei ragazzi intorno a noi, mi infastidirono parecchio. Ognuno di loro aveva interrotto una conversazione qualsiasi per prestare attenzione a noi, ma cercai di ignorarlo. [...]

Inutile dire che arrivammo a casa mia con troppo silenzio, Bella continuava a tenere il muso ed io avevo quasi perso le speranze. Sperai di uscirne con l'aiuto dei miei migliori amici, ma erano bastardi abbastanza da cacciarmi in altri guai, forse anche involontariamente. "Siamo a casa!"- urlai per farmi sentire, lasciando il mio zaino sul pavimento. Rivolsi uno sguardo veloce a Bella, che se ne stava in silenzio a braccia incrociate, e non mi guardava nemmeno per sbaglio. Roteai gli occhi e ringraziai Dio quando Marcus entrò in cucina, vestito con un camice femminile da tipica casalinga. "Allora?"- "cosa ne pensate?"- alzò le sopracciglia, atteggiandosi da vera donnina. E riuscii finalmente a sentire la risata di Bella, quella fu' come una boccata d'aria. "Sei un vero coglione."- borbottai prendendo uno strofinaccio per buttarlo contro di lui. "Mi sento offeso nell'animo!"- disse in modo drammatico, portandosi una mano sul petto. Ma il suo sguardo si spostò sulla mia ragazza, che si era ammutolita nuovamente. Dannata ragazza. "Cosa succede, piccola Bels?"- si avvicinò a lei, spettinandole i capelli con una mano. Lei sospirò, spingendolo scherzosamente. "La tua carissima amica si diverte a flirtare con le altre anche in mia presenza."- brontolò, incrociando le braccia. "Cosa?!"- "Non è affatto vero. Non ci stavo flirtando."- mi avvicinai a loro, il mio sguardo si fece subito serio. Pensava veramente potessi fare una cosa del genere. La ringraziai mentalmente per la fiducia che mi stava dando.
"Non vorrei disturbare questo momento, ma.. Rosie? Dobbiamo parlare."- la voce seria di Ryan mi agitò, attirando anche l'attenzione di Marcus e Bella. Quello sguardo non premetteva nulla di buono, guai in vista, dopo settimane di tranquillità. [...]

"Allora, amico. Cosa devi dirci?"- presi posto sulla poltrona, accendendo una sigaretta che avevo già tra le labbra. Buttai l'accendino sul tavolino e guardai Ryan, alzando le sopracciglia. Quest'ultimo si mosse sul divano, divaricando le gambe, così da appoggiare i gomiti sulle ginocchia. Guardò me, poi Marcus che ormai sembrava essere impassibile. "Luke sta escogitando qualche cazzata alle spalle di tutti. Non so di cosa si tratti, so solo che Brooke ha captato qualche movimento insolito."- spiegò, passandosi una mano tra i capelli cortissimi. Brook Brinley, la persona che più odiavo, era un ottima stalker. Lavorava per noi da anni, mandandoci le informazioni necessarie per lavorare. Come avete capito, non scorreva buon sangue tra di noi, ma non potevo di certo mandare tutto a puttane per odio incompreso. Scossi la testa, sporgendomi in avanti. "Cosa hai intenzione di fare?"- innaspai, serrando le labbra. "Direi di far venire qui Brooke, solo per un paio di giorni. In modo tale da poter lavorare assieme senza dover usare questi maledetti cellulari. Le chiamate potrebbero essere rintracciate e i nostri piano andrebbero a morire."- alzò il suo cellulare, buttandolo sul tavolino al centro del salone. Serrai i denti, stringendo tra le dita il mio, di cellulare. La mia priorità era mettere al sicuro Bella, e se per farlo avrei dovuto convivere con Brook, l'avrei fatto, allora.

DANGEROUSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora