"Cosa ci fai qui?"- sbottó la bionda, chiudendosi la porta alle spalle, senza grazia. Sospirai, alzando gli occhi su di lei. Ero così stanca di litigare, che non mi arrabbiai nemmeno. "Ho solo parlato con Marcus, stavo giusto andando via.."- borbottai, distogliendo lo sguardo e alzandomi dallo sgabello. Presi il mio zaino e mi portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Che c'è? Ora cerchi consolazione dal mio migliore amico?"- la sua voce suonò amara, priva di sentimento. Schiusi le labbra e la guardai, sbigottita. Marcus si affrettò a prendere le mie difese, venendoci vicino. "Amica, cosa diavolo vai a pensare? Io e Bels—"- venne interrotto da Rosie, bruscamente. "Tu e Bels, cosa?!"- ringhiò, stringendo i pugni ai fianchi, avvicinandosi pericolosamente a Marcus, che sbuffò, serrando le labbra. "Smettila, cazzo!"- alzai la voce, afferrandola per un braccio, così da tirarla indietro. Il mio petto si alzava e si abbassava veloce, così come il suo. I suoi occhi scattarono su di me, sembrava fuori di se, aveva perso le staffe nel giro di pochissimi minuti ed avrei voluto sapere quel che le frullava in testa. Ma con Rosie era sempre tutto difficile, persino comunicare. Quando i suoi occhi trovarono i miei, vidi i suoi muscoli rilassarsi, e sapevo avrebbe cercato di scusarsi. Ma la sorpassai, uscendo da quella casa con rapidità, prima che potesse incatenarmi nuovamente a lei. [...]
Guidai senza prestare troppa attenzione alla strada, nella testa rimbombavano le parole amare di Ros, dette con una disinvoltura disarmante, come se le avesse pensate davvero. Sto solo perdendo del tempo. Pensai, stringendo il volante tra le dita, puntando poi gli occhi sull'incrocio dinanzi a me. Ignorai il buon senso, e decisi di non tornare a casa, ma di dirigermi verso l'unico pub affollato della città. Pensai, tra me e me, che se lei poteva sparire dalle mie giornate da un momento all'altro, avrei potuto farlo anche io. E, perchè no? Un paio di cocktails non mi avrebbero fatto male.
Parcheggiai ad un isolato dal pub e scesi dal veicolo, portandomi i lunghi capelli dietro la schiena. L'aria gelida mi accarezzò le braccia nude e mi affrettai ad infilare la giacca di pelle, bordeaux. Mi guardai intorno e non persi tempo — se avessi aspettato qualche istante in più, avrei cambiato idea, ed io non volevo farmi rovinare la serata dalle mie paranoie incessanti.
Entrai nel grande locale, e trattenni un verso quando quel mix di odori forti mi inebriò, facendomi arricciare il naso. Ma la gente in movimento mi trasmise il buonumore, e provai persino invidia, verso la loro spensieratezza. A differenza mia, che, senza sosta, mi lasciavo intrappolare dai miei stessi pensieri. Ero diventata una persona ansiosa e paranoica, e di certo non mi stava facendo del bene, perché mi stavo privando di tutto ciò che una normale diciannovenne potrebbe fare.
Afferrai il labbro inferiore tra i denti e mi fermai davanti al bancone, con i gomiti piantati su quest'ultimo, e cercai un barman con lo sguardo. Un ragazzo dai capelli rosa si fermò davanti a me, sorridendomi gentilmente. Ma, prima che io potessi riferirgli quel che gradivo, una terza voce dall'aria familiare si aggiunse, attirando la mia attenzione. "Due malibu, grazie."- cinguettò, incrociando le braccia sul bancone. I nostri occhi si incontrarono, e riconobbi Marilyn, intenta ad osservarmi come qualche giorno prima. Curvai le labbra in un sorriso e cercai di nascondere il mio imbarazzo, creatosi dal nulla. "Ciao.."- dissi, pressando le labbra assieme. La rossa appoggiò la tempia sulla mano, afferrando tra i denti il suo labbro, che rilasciò subito dopo. "Non pensavo di certo che ti avrei rincontrata qui."- accennò una risata, ma io feci una smorfia, quasi offesa. "Cosa vorresti dire, scusami?"- alzai le sopracciglia, guardandola di sbieco. La rossa scosse la testa, ridendo di gusto. "Intendo dire che... non sembri il tipo, ecco. Ma sono felice di vederti."- strizzò l'occhio, facendo scorrere lo sguardo lungo il mio corpo, ed il sentii subito uno strano calore riscaldarmi le guance. Avrei voluto sotterrarmi e sperai che le luci soffuse avrebbero nascosto il rossore. Mi mossi sul posto, schiarendomi la voce, prima di distogliere lo sguardo da lei. "Sei qui da sola?"- continuò, alzandosi le maniche della felpa rossa fino ai gomiti, scoprendo la pelle chiara. Spostai l'attenzione su di lei, annuendo, prima di accennare un sorriso. Lei arricciò il naso, prendendo a giocare con i lunghi capelli lisci legati in una coda. Non rispose, e in quello stesso istante il ragazzo dai capelli rosa ci lasciò i nostri drinks davanti, augurandoci una buona serata. Chiusi tra le labbra la cannuccia nera, facendo un lungo sorso, che arrivò dritto nello stomaco, bruciando intensamente. Chiusi forte gli occhi, ma il sapore non era affatto male. In tutto ciò, la rossa stava bevendo quel cocktail con disinvoltura, senza però staccare lo sguardo da me. I nostri occhi si incastrarono per un momento, e non saprei spiegarvi il lungo brivido che attraversò la mia spina dorsale, lasciandomi leggermente "di stucco". Quella ragazza era in grado di ipnotizzarmi, rapirmi, con un solo sguardo, talmente profondo da farmi dimenticare Rosie e i suoi danni.
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DANGEROUS
Fanfiction"Lei era diventata l'unico spiraglio di luce nel bel mezzo della mia vita buia." @Casie.