e i g h t e e n

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Rosie.

Premetti la fronte contro l'armadietto, chiudendo per un attimo gli occhi, quando una voce sconosciuta mi richiamò più volte. Dovetti fare appello a tutta la mia forza per voltarmi senza imprecare, ma due occhi neri come la pece attirarono la mia attenzione, dunque restai in silenzio, lasciando che lei parlasse. "Non volevo disturbarti. Sono Aida."- sorrise ampiamente, allungando una mano verso di me che guardai impassibile. Incrociai le braccia al petto, lei sembrò restarci male, ma continuò a sorridere con un allegria disgustante. Corrugai la fronte, roteando gli occhi. "Sono la nuova arrivata.."- continuò, portandosi i capelli rossi dietro le spalle, con fare superiore. Si aspettava lo sapessi, o cosa? "Quindi?"- la mia voce sprizzava apatia. Mi staccai dall'armadietto, sorpassandola per raggiungere il cortile, ma lei mi seguí, sistemandosi il vestito bianco che le fasciava il corpo formoso. "Pensavo potessi aiutarmi a trovare l'aula di letteratura inglese."- continuò a parlare, affiancandomi. Che diamine voleva? Per lo più, solo in quel momento capii che frequentava il mio stesso corso. "La scuola si è presa la briga di appendere delle piantine per ogni piano"- "Utilizzale."- sorrisi forzatamente, distogliendo lo sguardo da lei. Scossi la testa, accendendo velocemente una sigaretta, sperando se ne andasse al più presto. La sua compagnia era tutt'altro che piacevole, malgrado non la conoscessi per niente. "Chiamami, dovresti calmare questi nervi."- mi lasciò un foglietto nella tasca dei jeans, strizzando l'occhio come una fottuta gatta morta. Ma, in cambio, mi lasciò da sola, nel mio silenzio. [...]

"Finalmente. Pensavamo ti fossi persa."- scherzò Ryan, mettendo in bocca una patatina alla paprika. Roteai gli occhi, lasciando cadere il mio zaino sul pavimento. Mi sfilai velocemente la felpa, restando in canotta. Tirai fuori la mia catenella d'oro e mi leccai le labbra piene, sotto lo sguardo curioso del mio amico. "Cos'hai da guardare?"- sbottai, rivolgendogli uno sguardo veloce. Buttai la felpa sulla poltrona e presi posto su uno dei tanti sgabelli. Ryan alzò le spalle, continuando a sgranocchiare. "Dov'è Marcus?"- corrugai la fronte, guardandomi intorno. Solitamente non mancava mai per l'ora di pranzo, era un tipo abbastanza puntuale, e poi non aveva avvisato nessuno della sua assenza. Prima che Ryan potesse rispondere, il suono del citofono attirò la mia attenzione. "Sarà sicuramente lui."- borbottò, distogliendo lo sguardo da me. Mi alzai da lì, camminando fino alla porta principale, che aprii successivamente. Un Marcus sconvolto a paonazzo si presentò davanti a me, facendomi ridere. Ma no, lui rimase fottutamente serio, con le labbra serrate e il respiro pesante. "E dai, amico."- scherzai ancora, tirandogli una pacca sulla spalla. Lui prese il mio polso, bloccandomi, non si scompose più di tanto. "Cosa cazzo.."- "Che stai facendo, Marcus? Che diamine ti prende?"- borbottai, liberandomi dalla sua presa. Massaggiai il polso, pressando le labbra assieme. "Bella." - "Luke."- bastarono quei due nomi per far scattare l'ira in me. Un pugno entrò in contatto con il muro accanto alla testa di Marcus, facendolo imprecare dallo spavento. Fissai un punto indefinito della stanza, stringendo i denti. Al solo pensiero che avrebbero potuto farle del male, mi sentii male, la rabbia che mi scorreva nelle vene era a sufficienza per bruciarlo vivo. Lo stomaco iniziò ad attorcigliarsi, il respiro accelerò, la frustrazione anche. Avevo passato quelle settimane cercando un modo per tenerla al sicuro, pensavo di aver tolto di mezzo Luke, ma mi sbagliavo. Se le avessero anche solo strappato un capello, li avrei ammazzati senza ritegno. Quella ragazza stava condizionando ogni mia azione, sentivo di poter rischiare qualsiasi cosa, per lei e per la sua sicurezza. E, egoisticamente, la volevo nella mia vita. "Portami da lei."- sbottai, spingendo Marcus verso la sua macchina. "Non so dove si trova!"- alzò la voce, innaspando. Mi bloccai immediatamente, stringendo il colletto della sua polo in due pugni. "Come sarebbe a dire che non sai dove si trova?"- "Cazzo, Marcus! Mi prendi per il culo?"- sbraitai, scuotendolo. I miei occhi iniettati di sangue, per non parlare del mio battito cardiaco alle stelle. "Ros, amica? Sta tranquilla."- la mano di Ryan si appoggiò sulla mia spalla, ma la scostai immediatamente, lasciando andare Marcus. "Io non sto tranquilla."- "Bella è nelle mani di quella testa di cazzo, ed io sono qui a litigare con voi. Devo trovarla, Dio. Devo trovarla."- continuai a ripetere le stesse parole per vari minuti, pensando di star entrando in un esaurimento nervoso. I miei amici si guardarono preoccupati, ma poco m'importava. Vedevo solo il viso di Bels rigato dalle lacrime, per colpa mia. [...]

Bella.

"Sei troppo bella per restare con questi vestiti addosso."- continuò a strofinare l'indice lungo il mio fianco, facendomi tremare dalla paura. Continuavo a guardare le sue mani scorrere sul mio corpo, mentre le mie erano legate assieme da una corda tagliente. Luke sorrise in modo sghembo, spostando le mani sui bottoni della sua camicia. Che diavolo aveva intenzione di fare? Il terrore mi stava divorando viva, avrei voluto morire in quel preciso momento, per poter scappare da quella situazione. Cercai di convincermi del fatto che qualcuno mi avrebbe salvata da quella situazione, ma mi aveva presa durante il tragitto per tornare a casa e, be', è risaputo che in periferia gli occhi son pochi. Si sfilò l'indumento, abbassandosi al mio livello. Cercai di appiattirmi contro la sedia, come se potesse servire a qualcosa, ma lui rise di gusto.
"Luke. Allontanati immediatamente da lei."- una voce familiare mi fece sussultare, accendendo in me un barlume di speranza. Guardai oltre le spalle di Luke, scorgendo Rosie con le braccia tese verso di noi, con una pistola tra le mani. I suoi occhi incontrarono i miei e riuscii a vedere una lampo di preoccupazione attraversarla. "Altrimenti?"- Luke la sfidò, alzandosi e piazzandosi davanti al suo corpo. "Sai meglio di me che potrei premere il grilletto da un momento all'altro."- ghignò lei, facendo un passo verso il mio ipotetico carnefice. Ma Luke rise, scuotendo lentamente la testa. Fu' un attimo, riuscii a vedere le dita di Rosie fare pressione sul grilletto, ma non volevo assistere ad un omicidio, malgrado fosse fottutamente meritato. "Non farlo!"- urlai, attirando la sua attenzione.

Rosie.

Finalmente stavo per ammazzarlo, dopo mille occasioni perse. Ma, la sua voce mi fermò. Puntai lo sguardo su di lei, socchiudendo le labbra, un po' confusa. Stava per violentarla, Cristo. "Ti prego."- abbassò il tono, supplicandomi con lo sguardo. Mandai al diavolo questo suo potere su di me, e sparai sulla gamba di Luke, facendolo cadere a terra mentre si contorceva dal dolore. Un urlo strozzato uscii dalle sue labbra, ma per me fu' solo il suono della vittoria. Volevo solo riportare Bella a casa, sana e salva. [...]

"Fammi vedere, Bels."- continuai a cercare i suoi polsi, ma lei si ostinava a nasconderli, come se non sapessi che erano pieni di graffietti. Lei scosse la testa, indietreggiando. La avevo permesso di fare una doccia, i lunghi capelli bagnati bagnavano ancora la maglia che le avevo prestato gentilmente, aveva l'aria di una bambina e dovetti reprimere la mia voglia di baciarla. "Non te lo chiederò un'altra volta. Fammi vedere, Bella."- sbuffai, allungando una mano verso di lei. Roteò gli occhi e si convinse ad allungare le mani verso di me. I miei occhi si fermarono sui suoi polsi tagliati e macchiati da due grossi lividi viola/neri. Non riuscii a non sentirmi in colpa, ci avevo messo del mio. Avrei potuto fare di più per proteggerla, e invece mi ero comportata da ragazzina superficiale. "Ehi."- "So cosa stai pensando."- sussurrò, portando le mani sul mio viso. Si avvicinò a me, in piedi tra le mie gambe. Dovetti sollevare la testa per guardarla, restando quindi seduta sul mio letto. "Non è colpa tua."- continuò, sollevando gli angoli delle labbra in un sorriso. "Sto bene."- "Ora. Sto bene ora."

DANGEROUSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora