t w e n t y f o u r

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Rosie.

Mi svegliai all'improvviso, spalancando gli occhi. La luce dei primi raggi del sole mi offuscò la vista, tant'è che dovetti strofinarmi il viso con entrambe le mani. Mi alzai sui gomiti e mi voltai, al mio fianco Bella dormiva beatamente, con la guancia schiacciata contro il cuscino e i capelli in disordine. Sorrisi e le spostai una ciocca dal viso, strofinando poi le dita contro la sua guancia morbida. Sospirai, distogliendo l'attenzione da lei, e mi alzai, infilandomi una canotta, senza preoccuparmi dei miei capelli completamente in disordine come quelli della mia ragazza. [...]

"Ehi, Ros."- mi voltai con il busto, puntando i miei occhi azzurri su Marcus, che se ne stava appoggiato sulla porta. Feci un cenno di saluto e tornai a guardare davanti a me, buttando il mozzicone della sigaretta per terra. Sospirai e appoggiai le braccia sulla ringhiera, chiudendo per un attimo gli occhi. Tutto quel casino mi stava prosciugando l'anima lentamente, il fatto di dover nascondere tutto a Bella mi faceva star male, era straziante. Ma, se avesse saputo, si sarebbe impuntata per accompagnarmi ovunque e avrebbe corso troppi rischi. Soprattutto con Luke, che non aveva alcuna pietà. Sentii la mano del mio migliore amico sulla spalla, che strinse per darmi conforto. Mi affiancò e mi rifilò uno sguardo veloce, seguito da un sospiro. "Non ti mangiare la testa."- sussurrò, passandosi una mano tra i capelli corti. Risi sarcasticamente, sbattendo una mano contro il legno della staccionata. "Come cazzo faccio a non mangiarmi la testa?"-"Capisci, o no, che la mia ragazza, come tutti noi, potrebbe finire in qualche fottuto guaio da un momento all'altro?"- "Ed io non me ne starò a guardare, Marcus."- chiusi le labbra in una linea dura, allontanandomi da lì per rientrare in casa, ma la sua voce mi fermò, attirando tutta la mia attenzione. "Allora cerca di metterla al sicuro, entro questa sera. Luke non aspetterà il sole di domani."- borbottò, sospirando. Mi fermai per un attimo, restando di spalle, con lo sguardo colmo di rabbia. "Che cazzo vuol dire, questo?"- mi voltai di scatto verso di lui, avvicinandomi di poco. Lo guardai dritto negli occhi, in attesa di una risposta esaustiva. "Vuol dire che ci vuole questa sera stessa, Ros, senza ma ne se."-
[...]

"Dove stiamo andando?"- Bella si lamentò, picchiettando le unghie contro lo sportello della mia macchina. Sospirai, stringendo tra le mani il volante, volendo concentrarmi solo sulla strada davanti a me. Marcus aveva ragione, dovevo metterla al riparo prima di quella serata, senza farle sospettare nulla. Era una testa dura, lei, avrebbe fatto di tutto per tenere sotto controllo anche quella situazione che con lei centrava ben poco. E il solo pensiero di perderla a causa della mia imprudenza, mi mandava in delirio. "Hai intenzione di ignorarmi ancora per molto, Rosie?"- nella sua voce pura irritazione, sentivo persino il suo sguardo bruciare sulla pelle e avrei voluto tranquillizzarla, ma non riuscivo a tranquillizzare nemmeno me stessa. Dunque allungai una mano verso di lei, posizionandola sulla sua coscia coperta dai jeans, stringendola appena e senza malizia. Lei sospirò, appoggiando la sua mano sulla mia, dolcemente. Quel gesto mi strappò un sorriso, e finalmente mi voltai verso di lei, sollevando gli angoli delle labbra in un sorriso sincero da lei ricambiato. Quel sorriso mi mandò a puttane ogni singolo angolo dei miei pensieri, mettendo da parte tutto il resto. Volevo vivermelo quel sorriso, ogni giorno, ancora per molto tempo. Come volevo mettere fine a tutto quel che stava accadendo nella mia vita.

Arrivammo a casa sua ed entrambe ci fermammo davanti al portone, fissandoci negli occhi, senza dir nulla. Ci sarei stata anche tutta la vita così, se fosse stato possibile. "Fa attenzione, okay?"- sussurrò, avvicinandosi al mio corpo per avvolgermi il busto con le braccia, la sua guancia contro il mio petto. Rimasi a fissare il vuoto per alcuni secondi, sentendo gli occhi pizzicare. Dannazione, no, non piangere. Continuavo a ripetermelo, stringendo i denti per farmi forza. Appoggiai una mano sulla sua testa, incastrando le dita tra i suoi capelli che accarezzai con delicatezza. "Questa notte ti troverò sul mio balcone?"- alzò la testa, sorridendomi con quell'aria da bambina che non l'abbandonava mai, e il cuore un po' tremò. Baciai la punta del suo naso e sorrisi anche io, continuando a giocare con i suoi lunghi capelli. "Aspettami, sempre. Va bene?"- sussurrai al suo orecchio, stampandole poi un bacio sulle labbra. "Sarò da te il prima possibile, e ti porterò anche una delle mie felpe, per la tua pazienza."- accennai una risata e lei roteò gli occhi, scuotendo la testa.

[...]

"Avanti, Marcus. Non sprechiamo tempo inutilmente, cazzo!"- urlai, sbattendo una mano contro il volante mentre lui infilava la giacca di pelle. Volevo concludere in fretta quella faccenda, avevo deciso di mettere fine a quel mio stile di vita, per il nostro bene. Il desiderio di vivere la mia relazione con lei nella tranquillità più assoluta, superava di gran lunga tutto quel che avevo fatto fino a quel giorno. Volevo poterle dare quel che si meritava. Una cena, una passeggiata, una convivenza normale, e sicurezza. Volevo poter consumare il mio tempo con lei, senza dovermi preoccupare di quel che succede fuori. "Calmati, amica."- borbottò lui, salendo in macchina. Non risposi, accelerai e basta, sospirando. "Qual è il piano, quindi?"- cinguettò Brooke, avvicinandosi ai nostri sedili, tra il mio e quello di Marcus. Quest'ultimo spostò l'attenzione su di lei. "Luke ha detto che ci avrebbe aspettati nel suo capannone, senza armi."- alzò le spalle, riportando lo sguardo davanti a lui. "È pazzo."- borbottò, incrociando le braccia.

"Non posso far nulla per farti cambiare idea?"- Marcus sospirò, portando lo sguardo sulla pistola che stavo nascondendo nei jeans, sotto la felpa. Roteai gli occhi, sorpassandolo senza degnarlo di una risposta. Affiancai gli altri, guardandomi intorno. Quel posto metteva quasi paura, gli alberi coprivano completamente la luce lunare, e solo un lampione malandato faceva luce sul terreno. A me poco importava, volevo entrare dentro quel maledetto capannone. "Io entro."- annunciai, ignorando i "no" dei ragazzi. Mi feci strada a passo svelto, entrando. Il buio più assoluto, se non fosse per un paio di candele posizionate per terra. "Avanti, Luke. Non mi va di giocare."- alzai la voce, girandomi intorno. La sua risata si fece spazio nel silenzio, attirando la mia attenzione. La luce tornò all'improvviso, e riuscii ad individuarlo. Era rimasto per tutto quel tempo nel buio, ed era alquanto inquietante, vero? "Dove hai lasciato la tua fidanzata, Marshall?"- si avvicinò a me, sorridendo in modo disgusto, respirai e pieni polmoni, stringendomi nella felpa. "Lasciala fuori da questa merda!"- sbottai, fronteggiandolo. Ma non sembrò provare alcun timore, anzi, mi spinse violentemente lontano dal suo corpo. Superò di tanto il mio limite di sopportazione e tirai immediatamente fuori la pistola, puntandogliela contro. Lui rise di gusto, alzando le sopracciglia. "Non è da te non seguire i patti. Lascia quella pistola, Rosie."- tornò serio in volto, ma non avevo alcuna intenzione di ascoltarlo. "Lasciami vivere la mia cazzo di vita e basta, Luke. Sono stanca di far la guerra!"- dissi a denti stretti, stringendo la pistola tra le dita.
"Rosie! Ferma!"- la voce di Marcus e il resto della squadra mi fece sussultare, e mi voltai verso di lui, che mi guardava colmo di preoccupazione. "Lascia stare, Ros. Avanti."- sussurrò, cercando di convincermi. Ma serrai le labbra, scuotendo la testa. "No! Non lascio stare assolutamente nulla."- urlai, come se servisse a qualcosa. "Lasciala fare, pagherà con il suo stesso sangue"- intervenne Luke, seguito da una risatina fastidiosa che mi mandò una scarica di rabbia lungo il corpo. "Sta zitto, cazzo."- urlò il mio migliore amico, riportando l'attenzione su di me per continuare a parlare. I suoi occhi fissi nei miei, pieni di paura e ansia, ma la mia pistola era puntata ancora contro Luke. "Pensa a lei."- sussurrò, e sentii il mio cuore accelerare all'instante. Socchiusi le labbra, il suo sorriso si fece spazio tra i miei pensieri, ed io mi innamorai un'altra volta, sentendo improvvisamente la sua mancanza e la mia promessa. Poi il rumore di uno sparo, le urla soffocate dei miei amici, un dolore atroce sulla testa, l'ultimo respiro, il buio.

DANGEROUSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora