T h i r t y f i v e

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Riuscii a scappare da lei, di nuovo, come se non riuscissi a fare altro. Avevo mandato al diavolo tutte le sue promesse, i suoi occhi magnetici, il suo piano per tenermi al sicuro, completamente ignara del fatto che, forse, avrebbe dovuto tenermi lontana solo e soltanto da lei stessa. Ero stanca, non volevo più vivere qualcosa che non mi apparteneva. Non volevo subire in silenzio, non volevo permetterle di stravolgermi ancora una volta. Avevo provato con tutta me stessa ad allontanarla da quello stile di vita, con scarsi risultati. Ma capii che, per lei, sarebbe stato un sacrificio — non sapeva neppure da dove iniziare per vivere le sue giornate in maniera normale. E non voleva nemmeno pensarci.

Mi ritrovai davanti all'abitazione della sola persona in grado di starmi accanto con trasparenza: John. Mi fermai per un attimo davanti alla porta, con le braccia strette intorno al mio corpo e i capelli sfatti. Poi presi coraggio e bussai un paio di volte, dondolandomi sui talloni. Dopo un paio di minuti la porta davanti a me si aprì, rivelando la figura di John, sorpreso nel vedermi dopo giorni di silenzio tra noi. Accennai un sorriso e mi lasciò subito entrare, senza proferire parola.

"Allora...cosa ti porta qui?"- mi chiese, accomodandosi sulla sua poltrona girevole, mentre io prendevo posto sul suo letto ordinato. Abbassai lo sguardo sulle mie ginocchia e sospirai. "Cosa ha fatto, ora?"- continuò, senza fare alcun nome, tanto sapevamo entrambi di chi si trattava, sempre. Rialzai lo sguardo su di lui. "Nulla di diverso, John. È Rosie, è la sua vita. Io non posso farne parte."- spiegai brevemente, con la voce spenta, lo sguardo perso nel vuoto. Lui si passò una mano tra i capelli. "E te ne sei resa conto solo ora?"- rise sarcasticamente, scuotendo la testa. "Io sapevo che sarebbe andata a finire male. Non era sparita dalla tua vita? Pensavo stesse andando tutto bene con Marylin."- borbottò. "Lauren."- lo corressi, distogliendo ancora lo sguardo da lui. "Come, scusami?"- sussurrò confuso, cercando i miei occhi. "Non esiste nessuna Marylin."- spiegai, secca, arrabbiata. Lui restò zitto, poi realizzò il tutto, mettendo insieme i pezzi. "Cazzo.."- commentò, lasciandosi andare con la schiena sulla poltrona. "Incredibile. La tua vita è diventata uno schifo, e tutto per colpa di Rosie Marshall."- continuò, innaspando. Non gli risposi nemmeno, perché aveva ragione e non avevo nulla da dire in mia difesa. "E ora?"- mi guardò duramente, estremamente serio. "E ora Rosie e gli altri sono nascosti nella mia casa in campagna, stanno cercando di recuperare tempo per non farsi fottere da Luke, e vorrebbero tenermi al sicuro lì. Perché sono io l'obbiettivo di Luke e Lauren."- spiegai, lentamente. John si alzò, camminando avanti e indietro per la stanza. "Perché ce l'hanno così tanto con Rosie?"- sbuffò, portandosi le mani tra i capelli. Mi strinsi nelle spalle e scossi la testa. "Non lo so..."- sussurrai.
John si fermò a pensare, strofinandosi il viso con entrambe le mani, poi si voltò verso di me, roteando gli occhi. "Ti devo riportare da loro."- borbottò, affrettandosi ad afferrare la sua giacca e il mio polso. "Cosa? No!"- cercai di ribellarmi, ma lui era più forte di me. "Si, Bella! Tutto questo deve finire, permetti loro di proteggerti...io non posso farlo. Quando tutto sarà finito, potrai dirle addio."- mi afferrò per le spalle, guardandomi negli occhi per farmi capire quanto fosse serio e realmente preoccupato. Guardai i suoi occhi allarmati e mi arresi a quella realtà, annuendo successivamente. "Bene, grazie."- concluse.

* *

Rosie pov.

"Rosie, avanti, mangia qualcosa."- cercò di incoraggiarmi, Marcus, mentre addentava la sua fetta di pizza. Strinsi tra le dita il cellulare, con lo sguardo perso e incazzato. Speravo in una chiamata, in un sms. Le avevo permesso di scappare da me, l'avevo lasciata andare, chissà dove, chissà da chi. Questo perché sapevo quanto le stava facendo male la mia vita. "Rosie?"- Marcus insistette.
"Cosa vuoi?"- sbottai, alzando lo sguardo per rivolgergli un occhiataccia. Ryan si intromise nella tensione. "Se sei veramente così preoccupata, vai a cercarla."- suggerì, sospirando. "Lo sai che anche lei è innamorata, amica."- mi rincuoró Marcus, appoggiando una mano sulla mia spalla. "È solo tanto stressata da tutta questa storia di Luke, Lauren..."- continuò, accennando poi un sorriso di conforto. Ma io lo sapevo benissimo, conoscevo la realtà. Lauren aveva cercato di portarmela via, non glielo avrei mai permesso. Al solo pensiero ribollii di rabbia, strinsi i pugni e scattai in piedi. Afferrai la mia giacca di pelle e mi avviai verso la porta. "Ehi..dove stai andando?"- Marcus cercò di fermarmi, alzandosi dallo sgabello. "Ad uccidere quella puttana."- risposi senza peli sulla lingua, aprendo la porta. La mano del mio migliore amico mi frenò, tenendomi dentro casa. "Non fare stronzate, Rosie. Non ora. Non rovinare tutto di nuovo."- mi pregò, ma io lo strattonai per far si che mi lasciasse, e così fece, imprecando a voce bassa. Sapeva che avrei fatto comunque di testa mia.

Ma, prima che potessi raggiungere la mia auto, un'altra si parcheggiò davanti a me. Riuscii a riconoscere la macchina di John, e mi si illuminò lo sguardo quando vidi scendere dal veicolo Bella, viva e vegeta. Accennai un sorriso e avanzai verso di lei, senza successo, perché John mi bloccò il passaggio, fronteggiandomi. Portai i miei occhi azzurri su di lui e corrugai la fronte, confusa. "Perché cazzo non sei venuta a prenderla?"- chiese, innaspando dalla rabbia. Deglutii. "Ti importa talmente tanto da permetterle di arrivare fino a casa mia a piedi."- continuò, guardandomi duramente, e anche deluso. "Hai ragione."- cedetti, sussurrando e distogliendo lo sguardo. "Te l'ho riportata. Fai che ne sia valsa la pena, perché se dovesse succederle qualcosa, finirai dentro insieme ai tuoi fottuti amici, a scontare tutti gli anni che ti hanno risparmiato."- sibilò a denti stretti. Era davvero arrabbiato, e cercai di controllare la mia rabbia, per Bella. Strinsi i denti, contraendo i muscoli della mandibola. Sospirai e tornai a guardarlo, leccandomi le labbra piene. "Chiaro."- innaspai, annuendo lentamente. Poi inoltrai il mio sguardo verso Bella, che se ne stava accanto allo sportello con le braccia intorno al suo corpo infreddolito. E mi sentii improvvisamente in colpa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 23, 2020 ⏰

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