T h i r t y f o u r

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BELLA POV.

Non tornammo a casa quel pomeriggio, non ne avevamo l'intenzione. Mi chiusi nella sua auto, mi fidai di lei, non sapevo dove mi avrebbe portata e non glielo chiesi nemmeno, quella volta mi lasciai sorprendere. Dovevo mollare le redini, ero stanca delle mie manie di controllo, tanto sarebbero finite tutte male, con Rosie.
Aprii completamente il finestrino, facendo si che il vento enfatizzato dalla velocità dell'auto mi scompigliasse i capelli, costringendomi anche a chiudere gli occhi. Presi un respiro profondo e mi godetti il silenzio. La strada era deserta, eravamo le uniche lì, e il cielo non prometteva bene. Sembrava in procinto di piovere, ma non me ne preoccupai, e neppure lei a giudicare dal suo sguardo rilassato.
Riportai gli occhi sulla strada e non passò molto prima che la spiaggia si facesse spazio nella mia visuale. Strinsi tra le dita il tessuto della mia felpa, sporgendomi dal finestrino per respirare l'aria di mare. La macchina si fermò davanti alla passerella in legno, quasi bruscamente, ma lo ignorai. Aprii lo sportello e mi precipitai fuori dal veicolo, sfilando freneticamente le converse che avevo ai piedi — volevo sentire la sabbia umida sulla pelle, l'acqua gelida del mare. Volevo ritagliare quel momento per me, più che per noi.
Stavo letteralmente correndo verso la riva, Rosie sembrava divertita dalla mia reazione, ma mi seguì senza obbiettare.

"Mi sembra di aver capito che ti ha fatto piacere questa scelta."- commentò, fermandosi poco prima della riva, con le mani nascoste nelle tasche dei suoi pantaloncini larghi. Io non mi voltai, non le risposi, curvai semplicemente le labbra in un sorriso, mentre l'acqua mi accarezzava i piedi, trasmettendomi tranquillità. Guardai il mare frenetico davanti a me, e mi sentii esattamente come lui: irrequieta. Sospirai, piegandomi sulle ginocchia, senza preoccuparmi del fatto che avrei potuto bagnare i miei vestiti. Rosie mi raggiunse, sentii la sua presenza estremamente vicina, quindi mi convinsi ad alzare lo sguardo su di lei. Corrugò la fronte e si inumidì le labbra. "Che cos'hai?"- chiese, stranita dal mio silenzio. Giocai con la sabbia, affondandoci le dita, stringendo quei granelli umidi nella mano. Distolsi lo sguardo da lei e mi rialzai lentamente. "Questo posto conserva molti miei ricordi. È stato il mio rifugio per anni, mi ha consolata quando non avevo nessuno, mi ha fatta sentire libera, avvolta..."- raccontai, quasi con la voce spezzata. L'aria invernale a contatto con la mia pelle bagnata mi fece venire la pelle d'oca. L'infrangersi delle onde mi riportò alle risate spensierate di quando ero bambina. "..Siamo stati entrambi soli per molto tempo."- conclusi, serrando le labbra. "Tu non sei sola."- borbottò lei, rivolgendomi uno sguardo quasi arrabbiato. Io accennai un mezzo sorriso e mi strinsi nelle spalle. "Per adesso."- innaspai, indietreggiando per poi voltarmi ed incamminarmi verso la macchina.

"Tu non sei sola. Non lo sarai mai, finché ci sarò io!"- continuò, imperterrita, ma io risi, fermandomi solo per risponderle. "Esatto, fin quando ci sarai. Chi mi dice che la tua presenza non abbia un tempo limitato? ..tu?"- alzai la voce, scuotendo il capo. "Il tuo lavoro potrebbe ammazzarti da un momento all'altro, non puoi permetterti di farmi queste promesse."- una lacrima rigó la mia guancia, ma mi affrettai ad asciugarla. Rosie fece qualche passo verso di me, aveva uno sguardo combattuto, sapeva che avevo ragione. "Lo sai che non dipende da me."- disse, ancora, come se non mi fosse bastato. "Dipende sempre da te, Rosie! La tua fottuta vita dipende da te, cazzo."- sbraitai. "Lasciami in pace, dannazione."- conclusi, voltandomi e incamminandomi verso la strada.

DANGEROUSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora