Capitolo 3-Sono abbastanza...?

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È martedì notte e continuo a rigirarmi nel letto, il mio relatore mi aveva detto che quelli della Alfa Sauber si sarebbero fatti sentire in settimana, ma ero convinta che avrebbero chiamato o mandato una mail già lunedì.
Sarà la centesima volta che oggi guardo la mia email, ma ancora niente.
Chiudere occhio adesso è qualcosa di impensabile, quindi mi vesto, mi metto dei pantaloncini da calcio e una felpa sopra alla maglietta del pigiama, fa ancora abbastanza caldo per essere settembre, ma passata la mezzanotte la felpa è necessaria.
Dopo essermi infilata le solite converse blu ormai distrutte esco dall'appartamento e salgo le scale per andare sul tetto.
Penso che questo terrazzo collocato sul tetto sia stata la maggior discriminante quando ho dovuto scegliere l'appartamento. Un terrazzo così simile a quello di casa mia in cui mi rifugiavo ad ore improponibili da ragazza come sto facendo anche adesso.
Mi siedo su una sdraio e alzo la testa, ma questa sera le nuvole coprono tutte le stelle.
Ritornano dunque fuori quelle vecchie domande che mi assillavano un tempo, fino a quando non sono riuscita ad entrare all'università per la laurea magistrale, pensavo che una volta uscita da qua avrei avuto degli agganci sicuri e invece dopo solo 4 giorni dalla mia laurea le mie incertezze tornano fuori.
Sono abbastanza brava? Sono abbastanza forte per sopportare le eventuali delusioni? Sono abbastanza coraggiosa da prendere delle decisioni quando serve? Sono abbastanza per un team di F1? Sono abbastanza...?
Una lacrima inizia a scendere sulla mia guancia, seguita subito dopo da un'altra e un'altra ancora. Ed ora eccomi qui che piango e singhiozzo silenziosamente per paura di disturbare qualcuno, che piango da sola con nessuno che possa consolarmi.
Così esausta dalle troppe emozioni che tengo dentro mi addormento rannicchiata sulla sdraio, un sonno che dura poco perché le prime luci dell'alba mi svegliano, ma è stato estremamente ristoratore.
Non so come ma sfogare le mie incertezze ed accettare di averle mi ha sempre aiutato e non doveva essere una persona ad ascoltarmi, è sempre bastato ammetterle e basta.

Nonostante mi senta riposata quando, appena tornata in appartamento, mi specchio vedo i risultati di quella notte con poche ore di sonno: due occhiaie nere e molto profonde.
Mi faccio dunque una bella doccia calda e poi, nonostante non mi piaccia, mi metto un po' di fondotinta per coprire le occhiaie, mi avrebbero sicuramente guardato storto o con compassione se fossi uscita in quello stato e preferivo evitare.
Finito di fare pure colazione sento qualcuno bussare, ma non capisco chi possa essere, non aspettavo nessuno e non avevo nemmeno fatto alcuna ordinazione su internet.
Quando apro la porta mi ritrovo subito stretta in un abbraccio che ricambio subito e mi dò della stupida per essermi completamente scordata del ritorno dalla sua vacanza della mia coinquilina Laura.
"Mi ero completamente scordata del tuo ritorno, altrimenti ti avrei aspettato per fare colazione"
A questo punto si stacca da me e mi sorride.
"Tranquilla ho già fatto colazione in aeroporto, ero sicura che te ne fossi scordata.
Piuttosto, ora dobbiamo recuperare le mie ultime due settimane di assenza, tu mi devi raccontare tutto della tua laurea e successiva festa e io ho un bel po' di cose da dirti su questa vacanza"
Laura ha un anno in meno di me e in un sacco di cose siamo completamente diverse.
Lei è super femminile, mentre io sono un maschiaccio, lei andrebbe tutte le sere in discoteca, mentre io preferisco starmene a casa o andare al cinema per vedere un bel film, lei studia lingue, mentre io è già tanto che sappia l'inglese, lei è super affettuosa con tutti, mentre a me ci vuole tempo per aprirmi e così altre mille piccole cose, ma assieme non la smettiamo di ridere un attimo.
Dopo aver portato la valigia nella sua camera ci sediamo sul divano e iniziamo a parlare di queste ultime due intense settimane.
Io quando le racconto le ultime novità ometto ciò che è successo ieri notte, ma penso che abbia intuito già tutto, però per adesso lascia correre, in fondo anche lei ha un sacco di cose da raccontarmi: ha passato due settimane in Australia!
Mi racconta dei paesaggi, degli animali e della gente che ha incontrato lì, in particolar podo si sofferma su alcuni ragazzi che ha potuto conoscere a fondo. Ecco un altro punto su cui siamo completamente diverse, lei si diverte con i ragazzi, io cerco storie serie, ma sarà da un anno che non esco con qualcuno.
Passiamo sia la mattina che il pomeriggio a parlare e per concludere al meglio la serata andiamo a mangiare nella nostra pizzeria di fiducia: infatti appena ci sediamo si avvicina Marco, il nostro cameriere.
"Vitto! Laura! È da un po' che non vi fate vedere, immagino prendiate il solito?"
"Certo, come sempre"
"Laura però la prossima volta cambiamo pizzeria così almeno facciamo finta di consultare il menù"
Marco se la ride allontanandosi dal nostro tavolo, tiro fuori spesso questa battuta. Un quarto d'ora dopo, anche di meno, arrivano le nostre pizze fumanti, per Laura alle verdure, per me con il prosciutto di Parma, come sempre.
Tornate a casa siamo entrambe morte, Laura per il jet lag, io per le poche ore di sonno, quindi decidiamo di andare dritte a dormire.

L'arrivo della mia coinquilina è stato davvero una benedizione, mi ha distratta e mi ha permesso di arrivare a casa talmente distrutta da addormentarmi sul colpo. Oggi riuscirò a recuperare qualche ora di sonno e nei prossimi giorni non potrò stare da sola sul divano a rimuginare, anzi probabilmente mi costringerà ad uscire con lei.

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