Capitolo 5-Il giorno più bello della mia vita, fino ad ora

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Anche stanotte penso sia inutile cercare di dormire, almeno questa volta è per l'agitazione causata da quella che dovrebbe essere una delle giornate più belle della mia vita.
E ovviamente pure oggi mi metto una felpa sopra al pigiama e mi vado a rifugiare sul tetto, cercando di non svegliare Laura mentre esco.
Mentre osservo le stelle sorrido spontaneamente, finché non rischio di ribaltarmi per colpa dello spavento che mi fa prendere Laura.
"A che ragazzo stai pensando con quel sorrisetto stampato in volto, eh?"
So che sta solo cercando di stemperare la tensione, come sempre, iniziando la conversazione con una battuta, ma non ce la faccio a non guardarla male prima di scoppiare a ridere.
"Va bene, va bene. Ora faccio la seria. Cosa ti tiene sveglia di domani?"
"Non saprei bene come spiegarlo, perché non sono agitata, conosco le mie capacità. Sono semplicemente emozionata, si sta realizzando il sogno che ho da anni ormai.
Sto ripensando anche a quel mio primo weekend di gara a Monza, lì ho avuto la certezza, la conferma che quello fosse il mio mondo."

Flashback-settembre 2018
Anche se sono dovuta partire alle 6 con il treno per poter vedere le FP1, non sono riuscita a chiudere occhio in viaggio, l'unica cosa che riesco a fare è sorridere guardando fuori dal finestrino.
Arrivata a Monza chiedo un po' di indicazioni, un po' seguo la massa e arrivo a uno dei migliori circuiti del mondiale. Arrivo al tempio della velocità.
[...] Finite le FP2 mi catapulto alla velocità della luce il più vicino possibile al paddock, il più vicino possibile al box Ferrari, spero magari che Vettel si avvicini e faccia anche solo un saluto. Non mi serve averlo vicino, mi basta vederlo, mi basta guardarlo dal vivo negli occhi e leggere la cattiveria di uno che ha vinto 4 mondiali. Di un Leone. Di un cavallino rampante.
E quando ho quasi deciso di andarmene eccolo lì. Dopo due ore e mezza sotto il sole è uscito a salutare i pochi tifosi rimasti.
Se continuo a sorridere così tanto mi verrà una paralisi facciale prima di domenica. Quando per un nano secondo incrocia il mio sguardo mi viene la pelle d'oca. E quando lo vedo avvicinarsi a me per iniziare a firmare qualche autografo perdo una decina di battiti.
E sorrido. Sorrido come non ho mai fatto prima probabilmente. Anche Seb se la ride sotto i baffi vedendo la mia faccia.
Ci manca poco che sbagli pure il mio nome quando me lo chiede per autografare la mia bellissima bandiera della rossa. E quando impacciata gli chiedo se posso abbracciarlo è lui a stringermi forte a se. Lì il mio cuore si è sciolto. Qualche lacrima è scesa e in quel preciso istante ho capito: questo è il mio mondo.

"Non potrò mai ringraziare abbastanza i miei compagni di classe per quel regalo, è stato semplicemente perfetto e anche del tutto inaspettato, non glielo avevo chiesto io.
Dubitavo mi conoscessero così bene.
Mi sono goduta ogni singolo istante, dalle monotone FP, all'esaltante giro limite delle Qualifiche, fino a tutti e 53 i giri di gara e per concludere l'immancabile marea rossa. Un tifo così esiste solo in Italia. Questa è la Ferrari. Questa è la F1.
Di quelle giornate tengo sul comodino, come ben sai, la foto fatta da un'altra tifosa al mio abbraccio con Seb. Il giorno più bello della mia vita, fino ad ora."
"Quando parli così della tua F1 viene quasi da piangere anche a me. È questo quello che riesci a trasmettere. È anche per questo che tu avrai una marcia in più degli altri."
Mi sembra che ogni parola che dica la mia coinquilina faccia allargare il mio sorriso, non credevo fosse possibile tanta felicità concentrata in un'unica persona. L'abbraccio. L'abbraccio come forse ho fatto poche volte in vita mia.
Ogni tanto mi sembra di fare davvero fatica ad esprimere le mie emozioni, ma lei rende tutto più facile.
"Ti voglio bene Laura. Forse te l'ho detto troppe poche volte, molte meno di quelle che meritavi e ora inevitabilmente ci vedremo poco. Mi mancherai."
"Non serviva dirlo, me lo dimostri in continuazione e non preoccuparti ti verrò a rompere spesso, anche se sarai in Svizzera.
A proposito a che ora parti?"
"Ho il treno alle 9 circa."
"Allora torniamo a dormire che sono le 2, devi fare almeno qualche ora di sonno. Domani alle 7 ti sveglio che andiamo a fare un ultimo giro assieme."
Obbedisco e torniamo in appartamento, nonostante sia più piccola Laura mi fa un po' da mamma per quanto riguarda le sveglie e le ore di sonno che devo fare.
E finalmente riesco ad addormentarmi.

Mi sento scuotere leggermente una spalla e poi una voce familiare mi parla.
"Vitto, sono le 7. Andiamo a fare colazione in centro?"
Normalmente mi sarei rigirata dall'altra parte, ma oggi potrebbe essere il mio ultimo giorno a Parma. Quindi mi alzo subito.
"Wow non ti ho mai vista così pimpante la mattina! E sono seria."
"Non farmi pentire dopo 10 secondi di essermi alzata."
In 10 minuti sono pronta e stiamo già scendendo le scale con la mia valigia appresso, dopo vado direttamente in stazione.
Passiamo un'ora nel solito bar in centro sedute su un tavolino, un po' appartato rispetto agli altri, vicino ad una vetrata. È il nostro solito posto, dove ci divertiamo a commentare la gente che passa per di lì. Ridiamo per tutto il tempo, ricevendo anche qualche occhiataccia dai clienti, ma non dal cameriere che ormai conosce le nostre abitudini. Anzi ogni tanto anche lui si ferma al nostro tavolo per sghignazzare di qualche personaggio molto particolare.
Ormai sono le 8:30 e ci tocca dirigerci alla stazione. Arrivate lì circa 10 minuti dopo inizia a venirmi un po' il magone e la nostalgia per quella che è stata casa mia negli ultimi due anni. Per la prima volta da quando ho ricevuto la lettera scompare il sorriso dal mio volto.
"Ehi Vitto, stai tranquilla. Stai solo seguendo la tua strada, come hai fatto 2 anni fa lasciando Torino. Queste città significano tanto per te, ma sono solo di passaggio. Ora stai andando verso una tua prima stabilità. Sei laureata da una settimana e hai già praticamente un lavoro. Fatti coraggio, tanto ovunque andrai troverai delle persone che ti adoreranno, che ti faranno sentire a casa."
"Grazie per tutto. Sei una delle poche persone che capiscono cosa mi passi per la testa. Non so cos'altro dire."
"Vai a prendere questo treno e avvisami quando arrivi a Hinwil. Ciao!"
"Ciao!"
Guardo un'ultima volta la mia amica dal finestrino e la saluto prima che il treno parta.
Questo è l'inizio di qualcosa di grande.

Spazio autrice
Ciao!
La foto all'inizio del capitolo è un disegno fatto da me, uno dei miei preferiti.
Fatemi sapere cosa ne pensate della storia, è la prima volta che mi cimento in qualcosa del genere e davvero non so se sia stata una buona idea provarci😂
Lz12300

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