Capitolo 6- La vogliamo con noi

1.4K 39 10
                                    

Per arrivare a Hinwil devo fare due cambi, prima a Milano e poi a Zurigo. Una volta arrivata a Hinwil dovrebbe esserci un'autista ad aspettarmi, almeno questo è quello che mi hanno detto.
Neanche a farlo apposta nel viaggio in treno attraversiamo Torino, una città che mi ha dato così tanto e non solo durante i miei 3 anni di studio.
Da quando avevo 12 o 13 anni vengo qua a Torino almeno una volta l'anno, quando è il mio compleanno, con mio papà per seguire un'altra mia grande passione: il calcio e la Juve.
Anche in questi anni in cui ero all'università non ci siamo mai fatti mancare il nostro appuntamento, spero di non smettere nemmeno adesso.
Negli ultimi anni abbiamo iniziato a vincere di meno rispetto a quando ho iniziato ad innamorarmi di questo sport, però la partita allo stadio è sempre qualcosa di emozionante.
Perdendomi nei ricordi della mia Juve inevitabilmente mi rilasso e piano piano mi si chiudono gli occhi.

Per fortuna c'è la vecchietta seduta di fronte a me con cui avevo parlato all'inizio del viaggio che mi sveglia quando siamo a Zurigo.
"Ehi cara, siamo arrivati a Zurigo."
"Oh, grazie mille. Per fortuna che c'è lei, altrimenti rischiavo di perdere la corrispondenza dell'altro treno."
"Non c'è di che e buona fortuna per oggi!"
"Grazie!"
Scesa dal treno ho 20 minuti di tempo prima di prendere l'altro, quindi vado a prendermi un caffè, per evitare di addormentarmi di nuovo, e mi do una sistemata in bagno, non vorrei fare una brutta impressione.
Riprendo il treno e in mezz'ora sono a Hinwil, sono le 16 ormai. Scendo e per fortuna la stazione è piccola, mi ci vuole poco per trovare un uomo, sulla quarantina, vestito di tutto punto e con in mano il cartello "V. Bianchi".
Quando vede anche lui che gli sto andando in contro si avvicina e mi prende la valigia.
"Buon pomeriggio signorina Bianchi. Io sono Gianluca il suo autista."
"Piacere, ma mi chiami Vittoria. Non serve che sia così formale."
"Va bene, ma dammi del tu anche tu allora."
Gli sorrido e lo seguo alla macchina, mi sembra gentile, ma forse lo fa solo perché è il suo lavoro.
"Allora Vittoria, cosa ti porta alla Sauber? Non mi capita spesso di accompagnare ragazze.
Lavori nel marketing, fai la traduttrice o cos'altro?"
"Beh in realtà io sono un ingegnere. Mi sono appena laureata, la mia tesi era di aerodinamica, quindi immagino che mi abbiano chiamata per lavorare a quello.
Oggi devo fare il colloquio."
Forse ho usato un tono un po' acido, ma mi da fastidio che non prendano da subito in considerazione che possa essere un ingegnere, in fondo sto andando a fare un colloquio per un team di F1!
"Wow, scusami per non averci pensato, ma non ho mai accompagnato un ingegnere donna. Devi essere davvero brava."
"Tranquillo, forse anch'io sono stata troppo acida. È sempre stato il mio sogno questo."
Mi sorride e poi continuiamo il viaggio in silenzio. Lo terrò d'occhio, ma si è salvato abbastanza con l'ultima risposta.
Ci fermiamo di fronte a quella che penso sia l'entrata principale.
"Eccoci, mi hanno detto di lasciarti qui. Appena entri parla con la segreteria e ti dirà tutto lei. E non preoccuparti qua quasi tutti parlano italiano, saranno loro in caso a chiederti di parlare in inglese. È stato un piacere."
"Anche per me, ci vediamo Gianluca."
Entro dentro l'edificio e rimango incantata, è tutto molto ordinato e luminoso, mi avvicino alla portineria, la ragazza seduta dietro al bancone avrà all'incirca la mia età.
"Buongiorno, sono Vittoria Bianchi. Dovrei avere un colloquio."
Mi rivolge subito un sorriso. "Buongiorno signorina Bianchi. È andato bene il viaggio?"
"Si, è andato benissimo, grazie."
"Bene, è arrivata giusto in tempo. Il nostro team principal Simone Resta ha appena finito una riunione. Ora la accompagno nel suo ufficio."
Lei si incammina e io la seguo.
"Però per favore dammi del tu, avremmo all'incirca la stessa età. Piacere Vittoria!"
"Va bene, anche a me in realtà ogni tanto fa un po' strano, ma sai la professionalità prima di tutto. Piacere Alice."
Dopo aver salito le scale e aver fatto qualche svolta, arriviamo alla fine di un corridoio in cui c'è una porta con la targhetta del Team Principal. Alice bussa.
"Avanti!"
Entriamo e la mia accompagnatrice inizia a parlare.
"Buongiorno, è arrivata la signorina Bianchi. Ora vi lascio soli."
"Grazie Alice. Prego si sieda. Ho letto personalmente la sua tesi, sa conosco molto bene il suo relatore ed è uno che si entusiasma difficilmente, quindi quando mi ha detto che c'era una ragazza di talento ho voluto verificare da subito. Eviterò ora di fare molti giri di parole, noi la vogliamo con noi, non ha ancora alcuna esperienza, ma ha tante idee davvero innovative, quindi vorremmo che affiancasse il nostro ingegnere a capo delle parti a freddo della macchina."
"Davvero mi trovate così brava? Cioè sono entusiasta, ma non mi state dando troppa importanza?"
"Sarebbe riduttivo farle fare altro, almeno per quanto riguarda il nostro piccolo team."
"E quando dovrei cominciare?"
"Questi ultimi due mesi di campionato le serviranno per vedere come funziona il nostro team, per guardare la nostra macchina di quest'anno e tutti i dati relativi ai gran premi. Dovrà essere presente a tutti i prossimi gp.
E a partire da dicembre si metterà all'opera con il nostro team per costruire la macchina del prossimo anno."
Rimango sbigottita da tutto ciò, non solo sto per entrare in un team di F1, ma sarò anche in una posizione di rilievo.
"Dove posso firmare? Al momento firmerei anche se mi pagaste 100€ al mese. A parte gli scherzi, se ha già il contratto pronto me lo porterei in hotel, giusto per dargli una letta, e domani tornerò qua a consegnarglielo. Dubito che avrò qualcosa da ridire."
Ridacchia un po', probabilmente anche lui si era ritrovato in una situazione del genere alla mia età.
"Va bene signorina Bianchi, ecco il suo contratto. Ora chiamò Gianluca che la riporterà in città. Ci rivedremo domani mattina spero, se riesce a venire prima dele 10:30 meglio. Dubito di poterla incontrare più tardi."
Prendo il contratto che mi sta porgendo e me e esco dall'ufficio di Resta.
"Arrivederci"
"A domani"

Appena fuori dalla porta mi ritrovo Gianluca già che mi aspetta.
"Allora Vittoria, soddisfatta di questo primo incontro?"
"Direi, anche meglio di quello che mi immaginavo."
Saliamo sulla stessa auto di prima. "Sai già in che hotel mi devi portare o te lo devo dire?"
"Tranquilla so già."
Arrivati davanti all'hotel parcheggia e mi porta la valigia fun dentro nella hall.
"A che ora ti devo passare a prendere domani mattina?"
"Alle 8:30 andrà benissimo, a domani"
"Ciao Vittoria"
Arrivata in camera decido di non scendere nel ristorante, ma di ordinare il servizio in camera, è tutto compreso, così ho già modo di sfogliare il mio contratto.

Dire che il contratto è ottimo sarebbe riduttivo, è per due stagioni con possibilità di rinnovo dopo la fine della prima, poi un sacco di robe di burocrazia e infine il mio stipendio, sapevo che sarei arrivata a guadagnare tanto nel corso del tempo, se avessi fatto questo lavoro, ma non mi aspetto di ricevere un contratto da 15.000 euro al mese già al primo lavoro.
Lo firmo senza ripensarci due volte e prima di andare a dormire faccio il solito giro di chiamate i miei, mio fratello, Gaia, Veronica e infine Laura. Sono tutti entusiasti, come me.

Da domani sarò un membro della Alfa Sauber Racing Team. Inizierò a lavorare in F1.

Spazio autrice

Volevo solo ricordare che questa storia si svolge nel futuro (2024 per adesso), quindi ad esempio per i piloti potrebbe esserci qualcuno che si è ormai ritirato e alcuni giovani che ci sono adesso saranno nei top team, potrei anche inventarmi alcuni nomi per alcuni team minori.
Stesso discorso per ingegneri e affini.

Lz12300

Sogno e paura || F1 storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora