Capitolo 29-Non cercarmi

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Febbraio test

Giorno 1
È già arrivata l'ora dei test pre stagionali a Montmelò. Due settimane fa abbiamo presentato la nostra vettura ed è stato davvero entusiasmante, ora dobbiamo solo verificare se questa monoposto è tanto efficace in pista quanto bella.
Durante questi test io, come tutti gli altri ingegneri, sarò davvero molto impegnata. Questo penso sia veramente il nostro momento, anche durante i venerdì di gara siamo fondamentali per il set up, ma non quanto adesso.
In questi giorni vorrei poter passare anche un po' di tempo con Seb, ma non so quanto sarà possibile.
Dopo le vacanze di Natale ci siamo scritti tutti i giorni e quasi sempre alla sera ci sentivamo con una videochiamata, prima di andare a dormire, ma ci siamo riusciti a vedere pochissimo, io non tutte le settimane ritornavo a casa e il pilota tedesco aveva le giornate organizzate in maniera molto rigida da Antti, non riusciva ad avere più di qualche ora libera ed era quindi impossibile incontrarsi.
Un weekend sono riuscita io a raggiungerlo a Maranello, a sorpresa, una volta lui mi ha raggiunto a casa mia, ma è da prima della presentazione della vettura che non lo vedo. Più di due settimane.
È il primo giorno di test, ma Seb dovrebbe arrivare solo in serata, per oggi era inutile la sua presenza dato che correrà solo Charles per la Ferrari.
Quando passo davanti al box della rossa, infatti, non mi fermo per vedere se è lì e tiro dritto verso il mio. Poi, però, mi sento chiamare.
"Vittoria!" Mi giro e vedo Charles, con le maniche della tuta legate in vita, che è uscito dal box per salutarmi, allora torno sui miei passi per andare ad abbracciarlo.
"Charles che bello rivederti!"
"È da quando sei venuta a Maranello un mese fa che non ci vediamo e non volevi salutarmi?"
"Ero solo impaziente di raggiungere la mia bellissima scuderia! E abbassa un pochino la voce che poi pensano che sia venuta a rubare informazioni quella volta." E gli sorrido scherzosa.
"Tanto sappiamo che è per questo che passi tutto questo tempo con me e ogni tanto anche con Seb." E mi fa l'occhiolino.
"Si va beh, ci vediamo dopo in caso. Ciao!"
"Ciao!"
Dopo aver lasciato Charles riesco ad arrivare al mio box e vado subito da Hennel che trovo intento ad osservare l'ala posteriore.
"Buongiorno!"
"Buongiorno Bianchi." Mi stringo un po' nel mio giubbotto del team al sentire il mio cognome, quasi nessuno mi chiama così.
"Serve che faccia qualcosa prima dell'inizio dei test?"
"Si, passami i progetti di quest'ala, non sono molto convinto dell'inclinazione a cui è stata montata."
Vado subito a perderglieli e quando glieli porgo mi metto ad osservarli con lui, finché non mi balza all'occhio una cosa.
"Guarda qua la parte superiore dell'ala, l'inclinazione è giusta, ma è stata montata troppo in basso. Così non si aprirà mai il DRS!"
"Hai ragione..." Il mio capo chiama alcuni meccanici e gli spiega il problema, così che preparino l'auto per l'inizio della sessione, poi ritorna da me.
"Puoi fare quello che vuoi adesso, la vettura è a posto. Presentati al muretto 10 minuti prima dell'inizio, così possiamo iniziare a seguire i dati live."
"Ok." Appena se ne va guardo l'orologio, manca poco più di un'ora all'inizio, ho abbastanza tempo libero e vado quindi a vedere se Giul è impegnato nella preparazione o è libero.

Arrivo alla sua stanzetta e la porta è chiusa, quindi busso. "Si?"
"Giul, sono io: Vittoria. Sei impegnato?"
"Vitto! Entra, entra." Apro la porta, Giul si sta ancora preparando ed è senza la maglietta.
Mi chiudo la porta alle spalle e mi copro gli occhi con una mano.
"Potevi anche vestirti prima di farmi entrare!" Per prima cosa scoppia a ridere.
"E dai lo sai anche tu che è un bel vedere! E comunque puoi togliere quella mano che ho messo la maglia." Tolgo la mano e lo vedo scuotere la testa, mentre continua a prepararsi e io vado a sedermi.
"Potrà anche essere un bel vedere, ma io preferisco altro." Si ferma un attimo e mi guarda sospettoso, con un sorriso malizioso stampato in faccia.
"Ti stai riferendo come il tuo solito alle auto oppure per una buona volta ti stai riferendo a qualcun altro? Non hai mai raccontato bene a me e Giovi cosa fosse successo al vostro appuntamento, so solo che tu e Seb vi sentite ogni giorno..." Arrossisco leggermente e cerco di guardare a terra affinché non se ne accorga.
"Mi riferisco alle auto ovviamente!" Cerco di dirlo in maniera convinta, ma lo sento sbuffare e allora rialzo lo sguardo. Si è avvicinato a me e mi guarda in maniera seria adesso, con le braccia incrociate al petto.
"Dai, Vitto! Vuoi aprirti una buona volta?" Si accovaccia per essere alla mia stessa altezza e appoggia le mani sulle mie ginocchia.
"Non l'hai detto tu stessa che ormai sono uno dei tuoi migliori amici? Beh, tu sei la mia migliore amica e vorrei che ti fidassi."
Sbuffo e sposto lo sguardo sul soffitto, incrocio le braccia al petto e mi appoggio allo schienale della sedia, prima di tornare a guardarlo negli occhi.
"Va bene, va bene, ma smettila di guardarmi così che mi fai sentire in colpa!"
Si rialza ridacchiando e prende una sedia per potersi sedere di fronte a me.
"Ok, abbiamo 20 minuti. Poi devo uscire da qui o mi uccidono. Per quanto ti voglia bene vorrei poter guidare una monoposto ancora per qualche anno."
Gli sorrido e inizio a raccontare la giornata passata a Venezia, guardo in continuazione l'orologio per paura di starmi dilungando troppo, ma ce la faccio a raccontargli tutto quello che dovevo. Ho omesso giusto alcuni nostri discorsi troppo personali e qualche altra cosa troppo intima...
"Scusami e dopo tutto questo, negli ultimi due mesi, vi siete visti solo due volte?! La settimana scorsa era pure San Valentino! Senza di me siete davvero persi, non sapete come ci si comporta proprio!"
Lo guardo divertita mentre si dispera. "Sai com'è, non abbiamo proprio dei lavori normali e questi due mesi erano molto pieni per entrambi."
"Mi sa che è inutile discutere con te e non ne ho nemmeno il tempo adesso, devo andare."
"Meglio se torno anch'io nel box, vedi di trattare bene quel gioiellino, ci abbiamo lavorato tanto!" Gli faccio l'occhiolino e esco mentre lui finisce di prendere le ultime cose. Io vado dritta al muretto.

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