Capitolo 23-Una serata normale

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Come il loro solito sono tutti un po' in ritardo, ma alle 18:20 riusciamo ad iniziare a preparare la cena.
Arianna prepara la base per i tacos insieme a Gaia, io e Veronica tagliamo la verdura, Mattia coordina il tutto e Samuele e Marco sono sul divano a fangirlare, sono troppo agitati per essere utili alla preparazione.
Suonano il campanello e nemmeno me ne accorgo, sono i due sul divano che si catapultato in cucina.
"Vitto, Vitto! Hanno suonato, è già arrivato? È lui?"
"Samuele, come dovrei fare a sapere con certezza se è lui se non ho ancora aperto la porta?"
Poi guardo l'orologio e sono le 19 in punto. Sorrido, non pensavo di doverlo prendere proprio alla lettera.
"Comunque si, dovrebbe essere lui."
I loro occhi si illuminano. "Mi raccomando fate i bravi, trattatelo bene e come una persona normale."
Mi alzo e vado ad aprire. Mi ritrovo davanti un Sebastian un pelo impacciato che cerca di sistemarsi la camicia.
"Guarda che hai il colletto tutto messo male."
Glielo sistemo e mi sorride. "Grazie."
"Di niente. Con che macchina sei venuto qua? Vuoi metterla dentro in cortile?"
"Forse è meglio, non ho portato la mia, ma ho comunque una Ferrari Portofino, una meno appariscente non riuscivo a prenderla."
"Fa meno lo sborone!" E gli faccio l'occhiolino.
"Comunque il cancello è quello qua affianco, ora te lo apro. Fa attenzione che il passaggio è stretto!"
"Ma per chi mi hai preso?"
Gli chiudo la porta in faccia senza rispondergli e avviso i miei che il nostro ospite è arrivato, prendo il telecomando per il cancello e esco in giardino.
"È così che tratti i tuoi ospiti?"
"Quelli che si credono tanto fighi da non ascoltare i miei consigli solo perché sono piloti di F1 sì!" E gli faccio la linguaccia.
Apre la portiera del passeggero e tira fuori la sua valigia e un bellissimo mazzo di rose rosse.
"Comunque ho portato questo per tua madre."
"Seb, ma non serviva, veramente!"
Si avvicina, mi lascia un leggero bacio in fronte e mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "E invece si, l'avrei portato per te, ma magari faceva strano e non volevo indispettirmi tuo padre..."
"Non preoccuparti, sarà troppo distratto dall'elaborare il fatto di avere Sebastian Vettel in casa sua."
Ridiamo di gusto, sto bene quando sono con lui, come con nessun altro: ci capiamo alla perfezione.
"Pronto ad entrare? Mi scuso in anticipo per Samuele e Marco, potrebbero saltarti addosso!"
Entriamo e i miei genitori sono già scesi, mentre gli altri sono in cucina, per prima cosa va a presentarsi a loro, anche se è inutile che lui si presenti.
"Piacere, so che sapete già chi sono, ma è da tanto che non mi posso presentare a qualcuno. Sono Sebastian!
Questi sono per lei signora." E allunga a mia mamma il mazzo di rose.
"Sono bellissime, ma non dovevi! Piacere mio, chiamami Lucia però, non darmi del lei."
"È un piacere ospitarti in casa mia, io sono Mario. Ah e grazie mille per gli autografi!"
"Di niente, se vuoi che autografi qualcos'altro basta chiedere a Vittoria."
Non ho mai visto mio padre così impacciato, non è la prima volta che incontra qualcuno di così importante. Mi ricordo ancora di quando era riuscito a portarmi a casa l'autografo di Marchisio che aveva incontrato in un villaggio vacanze, ma per lui la F1 è diversa, è la sua passione.
"Prima di andare dagli altri in cucina vuoi venire con me a mettere giù la valigia?"
Mi annuisce e andiamo al piano di sopra dove gli mostro la stanza.
"Tu sarai abituato a girare sempre in hotel a 5 stelle, ma qua di sicuro i giornalisti non ti troveranno.
Ho già detto a tutti di non mettersi a fare storie su Instagram o simili stasera e se fanno delle foto con te di pubblicarle più avanti."
"Intanto qua è perfetto, non sarà lussuosa, ma è viva ed è una cosa non da poco!
Secondo io per le foto non ho problemi, solo non vorrei crearli a te... anche se ho paura che, dopo il Gala, qualche problema potresti averlo, mi dispiace."
Lo vado ad abbracciare, ma quanto si preoccupa per me?
"Seb lo so, sto iniziando ad entrare in questo mondo e speravo che la notorietà sarebbe arrivata con il tempo grazie alle mie idee, ma so perfettamente che se voglio stare con te arriverà molto prima e non per quello che speravo. Sono disposta a tutto questo."
Sta tenendo gli occhi bassi e ad un certo punto gli compare un ghigno divertito in volto.
"Stare con me?" Divento all'istante fucsia, non avevo fatto troppo caso alle parole che avevo usato.
"Ehm... cioè..." Mi interrompe prima che possa dire qualcosa.
"Non ti avevo mai vista così imbarazzata, sei bellissima anche così." E continua ad avere un sorriso un po' strafottente.
"Sarà meglio se raggiungiamo gli altri!"
Lo prendo per il polso e lo trascino via, ma lui fa scivolare la mano e intreccia le nostre dita. A questo punto sorrido anch'io come un ebete, ma prima di entrare in cucina devo staccarmi.
Apro la porta ed entriamo, tutti si girano in contemporanea per vedere chi è entrato e la scena è abbastanza comica.
"Bene, lui è Sebastian, anche se lo conoscete già e qualcuno, Samuele, sa la sua biografia a memoria, lasciate che si presenti. Gli manca e non glielo lasciano mai fare. E comunque anche lui vi conosce già tutti."
"Ma non è vero che so la sua biografia a memoria, non crederle Seb!"
A questo punto interviene mio fratello. "Stai buono Samuele che l'hai racconta per intero a me almeno tre volte e io non seguo la F1."
Tutti scoppiamo a ridere compreso Seb, a parte Samuele che sta diventando fucsia e probabilmente vorrebbe sotterrarsi al momento.
Per prima cosa il tedesco va da Samuele a presentarsi, dopo tutto quello che l'abbiamo preso in giro è giusto così.
"Non vergognarti, è comunque sempre un piacere vedere i tifosi. Piacere, io sono Sebastian!"
"Per fortuna che ci sei tu! Piacere, io sono Samuele."
"Comunque ti potrei assumere per fare da tabellone dei miei tempi!" Alla battuta scoppiamo a ridere solo io, Seb, Samuele e Marco. Gli altri ci guardano un po' straniti, allora la spigo.
"Samuele è fucsia come un giro veloce, non ve l'avevo detto ma è anche molto modesto il nostro ospite." E gli tiro un pugnetto sulla spalla, finalmente anche gli altri la capiscono.
Poi ad uno ad uno tutti si presentano, per ultimo rimane mio fratello che stava continuando a lavorare ai fornelli.
"È un piacere, anche se non capisco molto il tuo lavoro, a me sembrano solo macchine che girano in tondo, ma secondo mia sorella sei il migliore e mi fido di lei."
Poi abbassa la voce per continuare a parlare solo a Seb, ma sono molto vicina e quindi riesco a sentirlo.
"Ho visto come sorrideva quando siete arrivati. Trattala bene."
"Non potrei fare altrimenti." E gli sorride.
La paternità sta decisamente facendo bene a Mattia.

Un quarto d'ora dopo siamo tutti seduti a tavola a mangiare e scherzare.
Io sono al fianco del pilota e Gaia e Veronica continuano a tirarmi calcetti sotto il tavolo o occhiatine. Potrei fulminarle con lo sguardo, se non fossi presa da lui e loro lo sanno perfettamente e sfruttano l'occasione.
Finiamo inevitabilmente per parlare del mondiale appena vinto.
Sentir parlare Seb delle gare, anche se ho già sentito tutti questi racconti, è qualcosa di unico, mi fa venir la pelle d'oca. Riesce a catturare l'attenzione di tutti, per fino mia mamma lo guarda incantata in un religioso silenzio.
Finito di raccontare l'ultimo giro del gp di Abu Dhabi appoggia una mano sulla mia coscia, allora appoggio a mia volta la mia mano sulla sua e intreccio le nostre dita.
Ora mi sta guardando negli occhi, è sorridente, è felice.
"E che ci crediate o no questo mondiale lo devo anche alla vostra, alla nostra, Vittoria!"
"E perché?" Chiede mio papà, i miei amici qualcosa sanno, Gaia e Veronica sanno tutto, ma i miei no.
Sebastian continua a guardarmi come per chiedermi il permesso ed io annuisco sicura.
"Perché lei è l'unica che riuscivo a vedere prima dei gran premi, diciamo che normalmente non sono proprio la miglior compagnia, invece Vittoria riusciva a distrarmi, alle 7 alla domenica ci incontravamo e ci mettevamo a fare il giro del circuito a piedi e parlavamo, tanto."
Iniziano tutti a parlottare fra di loro e mio padre mi guarda incredulo, ma forse anche con un pizzico di orgoglio.
Poi Seb, prima di lasciarmi la mano si avvicina al mio orecchio e mi sussurra. "Il Giappone è una cosa nostra."

I miei se ne vanno a dormire abbastanza presto, lasciando noi altri a continuare a chiacchierare.
Fra mezzanotte e l'una un po' alla volta se ne vanno tutti, Samuele e Marco non la smettevano di ringraziarmi per la serata e quando il pilota Ferrari gli ha detto "Dai ci rivedremo" pensavo stessero per svenire.
Invece Gaia e Veronica prima di andare via mi hanno raccomandato di trattarlo bene, nell'arco di una serata sono diventate più amiche sue che amiche mie, so già che saranno sempre in combutta contro di me quei tre.
Infine Mattia mentre mi salutava mi ha sussurrato all'orecchio "Io lo approvo."
È così bello sapere che questa cena sia andata bene.
"Bene, io darei un attimo una sistemata. Tu vai a dormire che devi guidare tanto domani."
"Neanche per idea! Sono tuo ospite devo darti una mano."
"Ma no, veramente devo solo mettere tutto nella lavastoviglie."
"Allora ti faccio compagnia!" Si siede su una sedia della cucina e mi sorride.
"Mi sa che è inutile cercare di liberarsi di te. Va bene, allora dimmi ti è piaciuta la serata?"
"Hai degli amici fantastici, capisco perché hai voluto questa serata."
"È andato tutto bene? Ti sei sentito a tuo agio? Non ti hanno trattato da superstar vero? Scusa, ma non ho prestato troppa attenzione."
Metto l'ultimo piatto via e mi avvicino, lui mi prende per i fianchi e mi fa sedere sulle sue gambe.
"È andato tutto benissimo, è da tanto che al di fuori della mia famiglia non vivevo una serata così normale. Grazie."
E mi stringe forte, appoggio la testa a suo petto e sento il cuore che va veloce come il mio, non so perché non abbia ancora provato a baciarmi, ma la serata è stata perfetta e non me la farò rovinare da qualche mia paranoia. Lui ha detto che doveva essere speciale e io aspetterò quel momento.
"E perchè non hai prestato molta attenzione? Eri distratta da qualcosa o qualcuno?" Sorride beffardo e io mi rialzo.
"Si ero distratta dalla bontà dei miei tacos!"
"Sei una bella sfida."
"Infatti a te piacciono le sfide." Questa volta sono io a sorridere orgogliosa.
"Hai proprio ragione." E come l'altra volta mi lascia un bacio proprio all'angolo della bocca.
"Sarà meglio andare a dormire, domani dobbiamo svegliarci alle 7."
Lo trascino al piano di sopra intrecciando nuovamente le nostre dita e una volta arrivati di fronte alla sua stanza, per la prima volta sono io a baciarlo all'angolo della bocca.
"Buonanotte Seb!"
"Notte."
Appena appoggio la testa al cuscino mi addormento. Mi addormento con il sorriso, sapendo che Seb è a pochi metri da me.

Spazio autrice

Ehiii le vacanze procedono benissimo, mi sto divertendo un sacco, ma non riuscivo a lasciare la storia e oggi avevo 6 ore di corriera da fare quindi un buon momento per scrivere😊
Spero siate contenti di questo, grazie in anticipo per stelline, commenti e visualizzazioni.😉

Lz12300

Sogno e paura || F1 storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora