Solo.

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ANDREA'S POV

Lentamente apro gli occhi.
Prima vedo sfocato e sento una voce familiare "ha aperto gli occhi. Chiama l'infermiera." Appena riesco a vedere meglio, vedo mia mamma china sulla mia pancia che piange.
"Figlio mio,credevo di averti perso."
La guardo e sorrido " Questo mai. Sono come una roccia" mi sorride e mi abbraccia forte.
Sento un dolore lancinante alla gamba e guardo la fascia dal colore rosso sangue che mi copre quel buco che mi ha fatto la pallottola.
"Son riusciti a toglierla in tempo e a chiuderti la ferita. Hai perso troppo sangue e credevano che non saresti sopravvissuto."
La guardo " mamma, lui dov'è?"
Mi guarda e mi accarezza la testa dolcemente
" È in carcere. Gli hanno dato 20 anni per possesso di droga e violenza sui minori. Siamo solo io e te ora " appoggia la fronte alla mia e sorridiamo all'unisono.
All'improvviso vedo entrare un medico seguito da una figura femminile. Alex Evans.
Aspetta, Evans?! Che ci fa lei qui? Ma non riesco nemmeno a darmi delle risposte da solo che sento una forte fitta alla gamba che mi incita ad urlare. Il dolore più atroce che abbia mai sentito.
Il medico mi toglie la fascia e mi disinfetta la ferita. Mollo un calcio, per fortuna lieve, a colui che mi sta disinfettando.
"Mi... mi scusi. Fa troppo male." Stringo gli occhi.
" Tranquillo, ho avuto di peggio. " sorride e dopo avermi fasciato la gamba, va via.
Mia mamma è li che mi accarezza la testa.
"Ehi mamma,devo bere. Potresti andare a prendermi una bottiglia d'acqua?"
"Certo" mi bacia la fronte e va.
Sento gli occhi di Alex addosso.
La guardo e lei mi guarda.
Le faccio segno di venire da me e sedersi.
Si vede che non ha dormito tutta notte per stare sveglia ad aspettare che riaprissi gli occhi.
"Vuoi stenderti?" Le dico
"No, sto bene così " abbassa lo sguardo. Sembra incazzata,ma nello stesso tempo preoccupata.
"Per favore, non dire nulla. Se chiedono, dici che ho fatto un'incidente con la macchina. Non voglio che si sappia in giro." Le dico quasi pregandola.
"Non dico nulla,ma cosa è successo?" sussurra
La guardo e le accarezzo la mano che ritrae subito.
"Te lo dirò Alex Evans." Dico girando la faccia verso la finestra.
Mia mamma è ritornata, Alex balza in piedi e si aggiusta i capelli.
"Io vado a casa, i miei genitori si staranno preoccupando" dice e mi guarda " magari vengo più tardi"
Le sorrido e annuisco " ti aspettiamo"
Va via. La guardo andare via fin quando non entra nell'ascensore dell'ospedale e si chiudono le porte.

Sono le 17.00. Mia mamma è andata a lavoro e io sono da solo su questo letto d'ospedale ad aspettare qualcuno che mi venga a fare compagnia.
Vedo Luke correre verso me.
"Rubacuori, cazzo. Cosa è successo? Stai bene?"
" Un piccolo incidente con la macchina. È entrato del vetro nella coscia e mi ha fatto un taglio davvero profondo."
Sono un ottimo racconta-balle.
"Il solito coglione." Dice.
Passiamo il tempo a parlare, a ridere e scherzare. Di Alex Evans non c'è traccia. Non verrà anche perché quella vocina nell'autoparlante dice che tutti gli ospiti sono pregati di andare via perché l'orario visite sta per finire. Luke va via e io rimango solo. Non posso nemmeno andare a fumare perché la gamba fa un male cane.
Resto lì, che contemplo il vuoto. Che aspetto che inizi un'altra giornata.
Resto lì, con la speranza che Alex Evans mi venga a salvare da questa merda.
Resto lì, solo.
Più di quanto mi sia mai sentito nella mia vita.

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