Capitolo 1

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La mia giornata iniziò diversamente dalle altre. Avrei giurato di iniziare una nuova noiosissima giornata ma una insolita telefonata fece sì che diventasse la giornata più cupa della mia vita.

Il telefono iniziò a squillare e appena vidi chi era persi un battito, mio papà. Dopo anni decise di farsi vivo, risposi con le mani tremanti, non sapendo cosa aspettarmi e non sentii altro che un sospiro.

«Eve . . . mi stanno uccidendo»

«Papà?»

«Eve, sto morendo!»

Lo sentii sospirare e continuai a chiamarlo mentre cercavo di capire cosa stesse succedendo, non mi diede modo da capire.

«Mi hanno preso . . .»

La chiamata si interruppe e il telefono scivolò dalle mani mentre rimasi a fissare la parete, scioccata e confusa.

Ad un tratto un pensiero preciso e fisso mi attraversò la mente e iniziai a sentire il battito accelerare.

Il fratello di mia mamma!

Dopo che mia mamma morì, mio zio, nonché suo fratello, accusò mio papà della sua morte, seguirono vari episodi di vandalismo alla nostra abitazione e una sera vidi tornare mio papà ricoperto di sangue, non mi lasciò guardare o capire chi fosse stato ma ancora ho ben impresso nella mia mente il momento.

Afferrai le chiavi della macchina e decisi, la mia prossima direzione sarebbe stata Stratford, nella mia vecchia casa, abbandonata da quando decisi di fuggire dal passato e rifuggiarmi in una nuova vita.

Dopo due ore estenuanti di auto arrivai davanti l'abitazione e una scossa mi attraversò la spina dorsale, rividi mia mamma sul viale coltivare le sue rose e mio papà rientrare dal lavoro con il suo completo sempre stirato ed impeccabile.

Mi rividi correre nel viale, spensierata e piccola, ignara del futuro.

Bussai alla porta ma non ricevetti risposta, suonai il campanello ma ancora nessuna risposta, decisi di prendere la chiave sotto il tappeto che mio papà teneva sempre come riserva ed entrai.

Appena vidi mio papà riverso per terra in una pozza di sangue le chiavi scivolarono dalle mani e trattenni un grido di paura, corsi verso di lui e cercai di capire se respirava ma nulla, le lacrime iniziarono a scendere.

«Papà . . .» Sussurrai.

Presi il telefono e chiamai i soccorsi sperando fosse solo un brutto sogno e che tra poco mi sarei risvegliata nel mio appartamento trasandato e piccolo.

IL RICHIAMO DELLA ROSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora