E quando riaffiorò

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Indossava solo un costume. Nero, semplice.
Quasi tutto in lei era semplice: i capelli, il viso.
E se ne stava lì, sul bordo della scogliera, con le mani tremanti e il labbro torturato per i troppi morsi nervosi. Si vedeva che aveva paura, tantissima paura.
Gli occhi puntati sul mare, sulle onde salate che si infrangevano violentemente sugli scogli, poi lo sguardo si alzava posandosi sul cielo grigio e nuvoloso.
Chissà, forse le nuvole le aveva portate lei con la sua paura.
Io invece ero una decina di metri più in là, appoggiato ad un albero ad osservarla.

"Forza" disse uno dei ragazzi dietro di lei "sono solo una ventina di metri. C'è di peggio"

Ma lei era spaventata, e continuava a non voler buttarsi.
Non capivo come una ragazzina così potesse avere voglia di far cose del genere. Normalmente, nessuna lo faceva, se non per rimorchiare.
Andavano lì tutte belle scollate e poi iniziavano a fare gridolini cercando qualcuno da abbraccire e toccare. Alla fine se ne uscivano con il solito:
"Mi butto se vieni con me"
Ed ecco una nuova coppietta.
Lei invece no. Era su quel bordo da dieci minuti, ferma immobile come se il mondo potesse sgretolarsi sotto un suo passo.
Aveva paura, ma non voleva nessuno. Al contrario delle altre volle buttarsi da sola, con il vento tra i capelli e gli schizzi d'acqua gelida sotto di lei.
Prese un bel respiro e si lanciò nel vuoto, senza nessuno che le stringesse la mano. Sola e in silenzio, senza urlare o dimenarsi.
E quando riaffiorò, bella più di prima, mi accorsi di aver trattenuto il repiro per tutto il tempo della sua caduta.

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