Anche se non ero niente per te

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Quel giorno me lo sentivo che qualcosa non andava.
Tutti erano ai loro posto, ridevano e chiacchieravano come sempre ma avevo una strana sensazione.
Infatti tu eri strana, sembravi stanca e spossata.
Passarono le prime tre ore di lezione, e sembravi stare male come prima. Anzi forse di più; non ti alzavi dalla tua sedia, neanche negli intervalli tra una materia e l'altra.
Semplicemente non ti comportavi come tuo solito, non eri allegra e vivace.
E infatti, tra la quarta e la quinta ora, hai alzato la mano per andare in bagno ma pochi passi prima dell porta sei crollata.
Le ginocchia ti sono cedute, e tu semplicemente ti sei accasciata al suolo, mentre la prof di letteratura ha lanciato un gridolino venendo verso di te.
Il resto è stato tutto un macello. Qualcuno mi pare che aveva chiamato l'ambulanza, e le tue amiche erano spaventatissime.
Io non ero niente per te, non eravamo amici né tanto meno fidanzati. Ci eravamo parlati un po' di volte sì, per forza di cose essendo in classe insieme, ma nulla di più.
Però è vero, io tutti i giorni ti guardavo, ti osservavo e ti studiavo. Ogni volta un po' di più.
E anche se non ero niente per te, in quel casino in cui tutti parlottavano spaventati e si muovevano veloci intorno a lla tua sagoma, che aveva i capelli sparsi sulle piastrelle in pietra grigia, beh io mi sono alzato e sono corso per raggiungerti.
Anche se non ero niente per te, ti ho presa in braccio, sedendomi con te sul pavimento, e ti ho fatto poggiare la testa sulla mia spalla. Poi siamo usciti fuori, con i ragazzi dietro, e sono salito sull'ambulanza per portarti in ospedale.
Anche se non ero niente per te, ho fatto tutto questo, e sono rimasto cino a quando non hai aperto i tuoi occhioni blu e mi hai sorriso.

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