Mia cara Celine,
mi dispiace risponderti solo adesso. Nelle scorse lettere mi chiedi spesso come sto, come mi sento. Insomma, come vuoi che io stia? Male, piuttosto male, devo ammetterlo. Io, che dico di star bene sempre, oggi ammetto che quel 'sempre' non può far parte dell'ordinarietà.
Ammetto che non ci si può ogni giorno svegliare dicendo che tutto va bene. Perché non è così, e molto probabilmente arriverà quel giorno che ti farà pesare sulla lingua tutte le volte che hai pronunciato quel 'sto bene' dandolo per scontato. Ebbene, cara Celine, credo che oggi sia il mio turno di ammettere che non sono invincibile.
La mia malattia mi sta abbattendo, pian piano, come un demone che si impossessa di te poco alla volta, ti azzanna a piccoli morsi per farti soffrire più a lungo. È così che mi sento adesso, come se qualcosa o qualcuno più grande di me stesse provando a togliermi anche la vita, l'unico vero dono che ho dalla nascita.
Oltre che la mia salute, però, si sta portando via anche parte della mia anima.
Litigo spesso con George per questo, ormai più volte al giorno. Credo che ancora non voglia accettare la mia debolezza, il mio malore, il mio soffrire. Non lo accetta e vuole, anzi pretende, che tutto questo non sia realtà, che sia dimenticato e che la nostra vita serena e di tutti i giorni continui pacata e indisturbata.
Quanto lo vorrei, quanto vorrei tornare a quei tempi. Mi piacerebbe svegliarmi la mattina e come ogni giorno, fare ciò che mi rende felice senza la paura di sentirmi male nel mentre.
Purtroppo però, questo non è possibile, e George non lo accetta ancora. Non vuole vedermi soffrire, non vuole accettare tutto questo, ma io credo che per una volta tanto dovrebbe mettere da parte l'orgoglio, la paura e dovrebbe semplicemente pensare a rendermi felice finché può.
In verità, mia cara Celine, penso anche che lui non debba rifiutarsi di avere paura. Sarebbe inumano, impossibile. Anche io ne ho, ti confesso, ne ho molta e la nascondo dove nessuno può vederla né sentirla; nei meandri più profondi del mio cuore, accanto al coraggio e dietro l'amore.
Per questo penso che sia inconcepibile non averne, ma sono ancora più convinta che in certi momenti della nostra vita bisogna prendere la paura a braccetto e camminarci a fianco come una vecchia amica. Bisogna accettarla, imparare a dialogare con lei e con i nostri timori.
George ed io dovremmo entrambi farci coraggio e avere paura, insieme. Perché insieme la si può anche sconfiggere.
Quindi ecco cosa ti insegno in questa lettera, mia dolce Celine, ad avere paura senza vergogna e ad accettarla senza arrendersi ad essa. Fai tesoro di queste povere, misere parole scritte su un foglio stropicciato e ormai ingiallito dal tempo e dalla vecchiaia, perché si può sempre aggiungere alla nostra esperienza un granello di sapienza.
E nonostante tutte le avversità che la vita sicuramente porrà sul tuo cammino, non smettere di sorridere neanche per un secondo; è di sorrisi come il tuo che il mondo ha bisogno.
Per sempre tua,
Charlotte.
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Lentiggini e occhi neri
Short StoryCOMPLETA. Non cercarmi, non vedermi, non trovarmi, non volermi. Non amarmi, che l'amore distrugge. Io sono distrutto. Ma tu l'avevi cercato, perché l'avevi voluto, perché ti sembrò solo in quel momento di aver bisogno di lui come ossigeno. Era ambro...