Lentiggini e occhi neri

Schegge di ghiaccio, in un'anima di fuoco

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Vorrei urlarti tutto in faccia,
crudo come uno schiaffo gelido,
come quando esci di casa
in maniche corte
e fuori di gela.

Vorrei che le mie parole
ti entrassero dentro,
come scaglie di ghiaccio nella pelle.

E anche se dentro c'hai un fuoco,
quei cristalli appuntiti
ti si intersecherebbero fra le fiamme,
senza sciogliersi,
talmente sarei aggressiva
nel dirti cosa provo.

Resteresti immobile,
ti racconterei tutto,
e fidati che a quel punto piangeresti anche tu.
Le scheggie ti pungerebbero forte,
ti entrerebbero dentro talmente tanto da lasciarti il segno.

E per una volta,
una sola volta,
il ghiaccio sarebbe più forte
del fuoco,
la verità più crudele dell'immaginazione.

Te lo direi
talmente crudelmente,
talmente pesantemente,
forse è vero,
le parole sarebbero tremanti
ma sarebbero quelle,
cattive,
intrise di verità e voglia
di farti capire cosa vuol dire soffrire.

E fidati,
con quei graffi nel cuore,
quelle mie ferite sanguinanti
davanti agli occhi
quella tua teca di indifferenza
cadrebbe in mille pezzi,
tanti, taglienti,
e ti taglieresti le mani,
la faccia, il corpo,
il cuore... se l'avresti ancora.

Saresti distrutto,
lo so,
lo saresti davvero.
Forse, e dico forse,
proprio come lo sono stata io.

Ma non ti dirò nulla.

Non urlerò,
nè piangerò,
nè ti dirò la verità.
Starò zitta, in silenzio,
e non saprai mai tutta la realtà.

Perché tanto non ti importa
e io non voglio crollare davanti a te,
davanti ai tuoi occhi indifferenti.

Ti dirò, piano,
un solito 'vaffanculo'
proprio come lo vorrei sussurrare ai miei sentimenti
per essere stati così forti.

Giuro, ti lascerò stare,
in pace, perché tanto non ti importa.
Preferisco seppellire tutto,
come faccio sempre,
ma dentro ho la consapevolezza
che anche tu,
difronte a tutto quello che ho provato per te,
impallidiresti.

Diventeresti di ghiaccio,
proprio come mi sono sentita
a capire che io,
a te,
ci tenevo troppo.

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