Prologo

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(Magnus)

Eravamo solo io e Alec seduti in un prato verde tra i fiori, baciati dal sole e il profumo di bosco che portava il vento.
Era tutto magnifico e bellissimo, ma mai quanto gli occhi azzurri del mio amore nei quali mi ci perdevo quando lo guardavo.
Avevo la testa appoggiata alle sue ginocchia e lui che mi accarezzava il viso; le sue mani abituate ad usare armi per difendersi o per difendere: le mani di uno shadowhunter.
Sospirai e mi godetti quel momento di pace e rinfresco dell' animo. Non avevo avuto momenti di pace come quello in tutta la mia vita da stregone immortale.
" Che succede? " Domandò Alec.
" Uhm? Niente. Sto pensando a come è bello essere qui. " Risposi sorridendo.
" Oh, sì! Niente problemi con il Conclave o la mia famiglia. " Alec si stiracchiò.
" E niente doveri da stregone. "
" Sei capace di fermare il tempo e rimanere qui per sempre? "
" Oh, credimi. Lo vorrei fare ma dobbiamo ritornare. "
Alec diventò triste ed io mi allungai per dargli un bacio sul naso e lui ridacchiò.
" Il solito stregone ruffiano! " Rise Alec dandomi un bacio sulle labbra.
" Il solito nephilim musone! " Ridacchiai e ricambiai il bacio.
Come d' improvviso un lampo squarciò il cielo e tutto diventò buio. Ogni cosa perse colore e vita come un paesaggio di morte e tristezza.
" Magnus? Ma cosa diamine... "
" Non lo so. Solo che non mi piace. " Risposi e osservai quel posto orribile.
"Stammi vicino. " Disse Alec, in un attimo l' istinto attento e serio da shadowhunter era emerso sostituendo l' atteggiamento premuroso da fidanzato.
Un altro lampo più forte di quello precedente colpì il terreno che si stava dividendo in due parti fino alla nostra direzione.
" Corri! " Esclamò Alec e afferrandomi la mano iniziammo a correre alla cieca.
Ci fermammo quando comparì una figura coperta da un grosso mantello nero dalle sembianze di una donna e fui sicuro di sentire un sibilo di lingue biforcute dal viso sotto il cappuccio.
Alec alzò l' arco verso la figura nera. " Chi sei? "
" Il vostro incubo peggiore! " Rispose la figura nera e si disintegrò in un mucchio di serpenti.
Sentii un urlo che mi spaventò moltissimo e mi girai nella direzione da dove proveniva: spalancai gli occhi e rimasi di sasso vedendo il mio amore disteso a terra con gli occhi chiusi e il corpo sanguinante.

Mi svegliai di colpo tutto sudato e vidi il cellulare vibrare sul comodino: Alec mi dava il buongiorno.
Risposi al messaggio e sospirai crollando di nuovo sui cuscini sperando di non rifare quell' ennesimo incubo.

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