Descrizione: Ragnarok Love mambo è essenzialmente una storia d'amore a tema piratesco e un'ambientazione galattica. Tutto comincia con una banale domanda "Cos'è l'amore?", domanda a cui le più brillanti menti della nostra specie provano a dare risposta, cimentandosi in un'ardua ricerca piena di esperimenti e fraintendimenti.
Ben presto però la storia si evolve, ed ecco in scena i pirati galattici, coraggiosi umani che salpano per il mare cosmico, lottando per i loro romantici ideali.È una storia particolare, con dei personaggi altrettanto particolari, e con un argomento (quale l'amore) che è stato trattato e ritrattato ma che qui però viene affrontato assieme a una sorta di filosoficità. La cosa bella di questa storia è che nella sua apatia (con apatia intendo il vuoto dei personaggi, il fatto di dover cercare un senso alla vita) non cerca di essere seria, invece punta molto di più sul bizzarro ed il caotico che io personalmente ho interpretato come l'insensatezza ed il caos della vita.
Mi ha strappato un sorriso, perché a volte sembra che il narratore si prenda gioco di te, sta a te poi non farti fregare, carino per rendere i lettori attivi. Arriva a un certo punto e pensi "Ma cosa sto leggendo?", in un primo momento i personaggi sembrano anche tonti, ma poi pensi: "Aspetta… ma… ha senso". In poche parole siamo in un'epoca in cui le emozioni quasi non esistono, ed ecco che un gruppo di scienziati cercano di trovare una risposta, per l'appunto, alle tanto strane emozioni, con la freddezza e la neutralità delle statistiche, e qui si spiega il motivo del perché dell'infantilità del gruppo, perché le emozioni possono provarle, nonostante si sforzino sempre di mantenere una fredda oggettività, ma non le comprendono; il risultato è una mente brillante ma un atteggiamento infantile, è come se un bambino chiedesse al padre: "Cosa fanno quelli sul campo con quella palla che finisce da un piede all'altro?", il padre potrebbe rispondere: "Be', giocano al calcio", ok, giocano a calcio ma… "Perché?", all'apparenza potrebbe risultare banale, però è proprio grazie a questo che mi sono sentito più vicino al gruppo. La parte più bella in cui il narratore si prende gioco del lettore (piccolo spoiler) è nel capitolo uno; il narratore dirà "Ma no, è noiosa questa parte, saltate a questo simbolo", ed ecco che incuriosito magari ci vai, ed ecco lo scherzetto "Sei arrivato fin qui? Bene, adesso per seguire questo devi leggerti tutta la parte che ti ho fatto saltare", c'è da dire che nel capitolo uno, prima dello scherzetto, il narratore è stato un po' incoerente, prima: "So che questa parte potrebbe risultarvi noiosa ma è fondamentale per la storia" e dopo: "Non è fondamentale, saltala". Sempre restando in tema di capitolo uno, troverei un modo per introdurre il narratore e spiegare se egli sia una semplice voce o uno del gruppo, perché io inizialmente lo avevo scambiato per uno spazio autore XD; e poi, le descrizioni dei personaggi nell'introduzione sono accuratissime, ma abbastanza pesantuccie, perciò le amalgamerei con magari un dettaglio sull'esperimento, qualcosa che aumenti un pochetto il ritmo e che incuriosisca. Sullo scrivere, be', scrivi bene e mi piace il tuo stile, come fattore estetico ho un po' storto il naso con i doppi punti esclamativi e anziché hei, come fattore estetico io personalmente avrei preferito "ehi", all'italiana, o "hey" all'americana, piuttosto che "hei". Talvolta mancano i due punti ove sarebbe meglio metterli per evitare fraintendimenti, per esempio: "Gli avevano fin da subito trovato un soprannome: Curval", ma continuando con questa frase: "A causa della brutta gobba che lo faceva pericolosamente curvare in avanti e tutti usavano quello", oltre ad essere inutile quel "E tutti usavano quello" poiché è sottinteso stona anche. Altra frase: "Uno nulla è fondanto, due è Ecc…", ci vorrebbe la virgola: "Uno, nulla è fondato, due, …". Ci sono invece delle battute in cui il doppio punto oltre a non servire spezza la narrazione, per esempio: "Il vostro giudizio è appena diventato: soggettivo!".
L'ultima cosa che mi sento di sottolineare riguarda i ritornelli, prendo come esempio questa frase: "Oh nono amore, Oh nono amore, Oh nonono, amore, Oh nono amore", va benissimo, però ti consiglio di non ripetere la stessa battuta più di tre volte così da evitare rifondanze.Spero di esserti stato utile! :)
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