CAPITOLO 18

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Ho bisogno d'aria.

Devo uscire da questo posto e allontanarmi il più possibile da loro; il più possibile da lui.

E' inutile negarlo; il bruciore che sento nel petto è dovuto al nuovo senso di delusione e di tradimento che va ad aggiungersi alla già lunga lista. Nella mia vita ho accumulato tante di quelle pagine immaginarie in cui ho racchiuso la mia serie di delusioni varie da poterne già fare un libro, ed oggi ne ho appena aggiunta una nuova.

Un altro patetico capitolo che porta il nome di Liam stampato a caratteri cubitali nel titolo.

Prima di uscire mi fermo a guardare il mio riflesso in uno dei numerosi specchi della hall e per la prima volta dopo tanto tempo, mi sorprendo nel nn provare ribrezzo, rabbia o pena nei confronti della ragazza dai lunghi capelli castani e dagli occhi vuoti che appare sulla lunga superficie riflettente.

La guardo e non provo niente.

Non sento niente.

Stringo la borsa al mio fianco e raggiungo la porta di vetro dell'ingresso pronta ad uscire, ma non appena la mia mano poggia sulla lunga maniglia dorata, un boato di molteplici voci non troppo lontane si innalza cogliendomi di sorpresa e facendomi sobbalzare.

Quando guardo fuori attraverso i vetri, noto una folla di gente accalcata contro le inferiate nere che circondano l'Hotel. Tre uomini della sicurezza sono fermi davanti alla sbarra bianca del gabbiotto, con le braccia aperte nel tentativo di trattenere i numerosi paparazzi fuori dalla proprietà.

Molti, anzi troppi obiettivi fotografici compaiono attraverso le sbarre rilasciando brevi ma consecutivi flash di luce bianca che non fanno che confondermi maggiormente. Mi ci vuole un attimo per capire che è me che stanno fotografando.

All'improvviso sento una grande mano afferrarmi un braccio e tirarmi a sè, allontanandomi velocemente dall'ingresso così da non essere più alla portata della folla.

Quando mi volto sono sorpresa nel rispecchiarmi nel colore verde brillante degli occhi di Harry, e non nel paio color caramello che mi sarei immaginata di trovare.

<< Are you okay? >>, la preoccupazione nello sguardo del ragazzo è evidente e credo che la confusione presente nel mio lo sia altrettanto.

Non faccio in tempo a rispondere, perchè da dietro le alte e larghe spalle del cantante dai capelli ricci compare Liam che a grandi passi raggiunge l'amico,  scostandolo bruscamente e costringendolo a lasciare la presa sul mio braccio, per poi afferrarmi lui stesso con entrambe le mani;

<< What the hell are you doing?!? >>, mi grida a un palmo dal viso.

Le sue guance sono rosse e il suo sguardo è scuro di rabbia e... preoccupazione?

Lo osservo incapace di formulare una frase di senso compiuto; perchè cazzo sta reagendo così adesso? Come osa fare l'incazzato?

Se c'è qualcuno che dovrebbe sbraitare fuori controllo, quella dovrei essere io!

<< Are you fucking insane?! Where were you when we said that paps are all over this fucking place?! How can you possibly think to...>> 

<< STOP YELLING AT ME!>>, grido più forte di lui, costringendolo a chiudere la bocca e ad indietreggiare di un passo sotto la spinta delle mie mani contro il suo duro petto.

<< DON'T TOUCH ME AGAIN! HOW DARE YOU TO EVEN SCREAM AT ME LIKE THAT! WHO DO YOU THINK YOU ARE?!? YOU DON'T EVEN KNOW ME!! >>.

Sento le guance andarmi a fuoco e le tempie pulsare come se dovessero esplodere da un momento all'altro.

I dare YouWhere stories live. Discover now