CAPITOLO 25

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Il Winston è semivuoto. Le calde lampade a muro che illuminano il salone rivelano la presenza del solito buon vecchio Tom; un'uomo sulla sessantina seduto sempre al numero 9, che puntualmente ogni pomeriggio viene a sbronzarsi di liquore nel tentativo di attaccare bottone con chiunque sia disposto a scambiare due chiacchiere con lui. Vi sono anche un paio di ragazzi al 12, i quali sembrano intenti a sorseggiare della birra lavorando ai portatili.

La mia attenzione vola subito al bancone che risulta essere vuoto; non vi è traccia dei capelli rosso rubino di Linda nè tanto meno delle extensions giallastre di Kasha... grazie a Dio!!

lGuardo l'ora sul telefonino: 14:40.

Solitamente il pomeriggio spetta a quello svampito di Russel, che assunto al Winston solo perchè è il nipote di Frank… e siccome le sue doti lavorative sono pari, se non addirittura inferiori a quelle già scarse di the Bitch, il capo non si è mai fidato a lasciargli in mano il locale, per cui a me e Linda, oltre che alle serate, tocca fare anche un pomeriggio a testa. Toccava...

Dal momento che non lavoro più qui sarà probabilmente Linda a fare i doppi turni... almeno fino a quando non troveranno un rimpiazzo.

Cerco il suo nome in rubrica e faccio partire la chiamata finendo per sorridere come un'ebete non appena sento squillare la familiare suoneria.

 La porta del piccolo magazzino che affianca quella del bagno si spalanca all'improvviso; Lilù si precipita fuori lasciando cadere i due pacchi di noccioline e di patatine che aveva in mano poco prima, senza nemmeno preocuparsi di controllare che non si siano aperti nell'impatto.

La vedo correre verso l'attaccapanni e rovistare freneticamente nelle tasche del suo giaccone verde oliva fino a quando non ne estrae il cellulare.

<<Oh thanks God!>>, la sento esclamare non appena legge il mio nome sullo schermo.

<< Corine!!!! FOR THE LOVE OF GOD!! Where the hell have you been?! I've been looking for you all night long!!>>; mi avvicino alla mia amica e la colgo di sorpresa toccandole una spalla.

Non appena si volta, noto il viso pallido e stanco per la notte passata in bianco... i suoi occhi color cioccolato sono leggermente gonfi per le lacrime della sera prima e circondati da piccole occhiaie scure. 

Mi aspettavo una ramanzina, una sberla o comunque sia un qualsiasi segno di rabbia nei miei confronti per non essermi più fatta sentire, ma ancora una volta la piccola pulce mi sorprende gettandomi le braccia al collo e affondando il viso nella morbida felpa nera che indosso senza dire una parola.

Passa qualche secondo prima che il mio cervello riesca ad agire sul mio corpo, ricordandogli che le persone normali in casi come questi ricambierebbero il gesto; così mi lascio andare e stringo le braccia intorno alla mia piccola Lilù, poggiando una guancia sui suoi morbidi capelli rubino.

Respiro a fondo il suo dolce profumo di vaniglia e per un attimo mi dimentico di tutto.
Vorrei poter dire che mi mancava questa sensazione... la sensazione di voler davvero bene ad una persona e di considerarla  importante  tanto quanto senti di esserlo per lei; ma la verità è che questa cosa è del tutto nuova per me... e ora che finalmente l'ho scoperta, non ho nessuna intenzione di perderla.

Restiamo così abbracciate per qualche secondo senza dire una parola, fino a quando non è lei a staccarsi e sollevare il viso, guardandomi seria ed impassibile, per poi lasciarmi alibita con due parole che non credevo potessero nemmeno esistere nel suo vocabolario;

 <<Screw you!>>.

La mia bocca si spalanca e resto a fissarla  ad occhi sgranati!
Linda non dice mai parolacce!
La guardo e mi rendo subito conto che la sua faccia è ancora più sorpresa e sconvolta della mia!

I dare YouWhere stories live. Discover now