CAPITOLO 26

207 14 8
                                    

<<Miss? Is everything okay?>>

....

<< Miss?>>

....

Sulla mia destra un signore sulla sessantina dal naso rosso per il freddo e dagli occhi scuri ed accoglienti, sorride imbarazzato; <<I'm sorry; It's been 10 minutes now that you're standing here without moving... I thought...>>

<< I'm fine>>, ribatto tagliando corto.

<< Are you sure you...>>

<< I said I'm fine!>>.

Non credevo fosse possibile, ma lo sguardo ferito e un po' confuso del vecchio, mi fa sentire una merda ancor più grande di quanto già non mi senta.

Mi volto e comincio a camminare verso la fermata del bus prima che uno dei due possa aggiungere altro.

Dieci minuti...

Per ben dieci minuti ho fissato le porte del Winston nella speranza di vederne fuoriuscire la ragazza dagli occhioni caldi e dolci, dal sorriso perenne e dalla lacrima facile con cui ho trascorso l'ultimo anno... e non quella dallo sguardo distante mille miglia, freddo e disarmante con cui ho avuto a che fare poco prima.

Ma quelle porte sono rimaste chiuse e la paura di dover affrontare nuovamente i suoi occhi, così familiari, eppure così dannatamente diversi, mi ha bloccata dall'entrare e seguirla.

Seduta vicino al finestrino del bus, guardo il cielo cambiare e tornare al pallido grigiore di sempre.

Non riesco a togliermi dalla testa lo sguardo di Linda. Non riesco a non pensare di averla davvero persa.

Cerco di ripetermi che è stato tutto uno stupido malinteso e che probabilmente tra qualche giorno saremo di nuovo insieme a ridere e scherzare come se niente di tutto questo fosse realmente successo, ma la verità è che non l'ho mai vista comportarsi così e voltarmi le spalle come se tutt'ad un tratto fossi diventata meno di niente.

Quella ragazza ti dà il cuore fin dal primo momento in cui decide di rivolgerti la parola, ma se la deludi è capace di tagliarti fuori dalla sua vita, senza più voltarsi indietro. Me lo ha detto lei stessa e a giudicare dall'espressione che aveva in viso prima di sparire all'interno del locale, comincio a pensare che fosse del tutto sincera.

Poggio la fronte al finestrino chiudendo gli occhi per un attimo, tentando di mettere ordine nella mia testa già abbastanza incasinata di suo; per oggi la lascerò sbollire e domani proverò a richiamarla. E se non dovesse rispondermi, passerò direttamente al Winston nella speranza di trovarla lì e chiarire tutto questo gran casino.

Dovrà ascoltarmi, dovessi legarla ad una cazzo di sedia!

Deve capire che in alcun modo potrei avercela con lei per il licenziamento; è stata una mia scelta coprirla. Per non parlare del fatto che molto probabilmente avrei perso il lavoro comunque, visto i casini che ho combinato nel corso della serata.

Ripensandoci, se proprio dovessi puntare il dito contro un colpevole, sarebbe senza ombra di dubbio l'intera boyband!

Se non fossero mai entrati in quel cazzo di pub, sarebbe stata una serata normale, come tante altre; io non avrei chiuso fuori la stronza, Linda non avrebbe rovesciato i drink sul manager bastardo ed io non avrei insultato un famoso cantante davanti a tutti! Non mi sarei azzuffata con Kasha e a quest'ora avrei ancora il mio stupido lavoro! Ma soprattutto... non avrei conosciuto loro...

Non avrei conosciuto lui...

...

Butto le chiavi sul tavolino in cucina e mi lancio sul piccolo divano sgangherato estraendo il telefonino dalla tasca dei jeans; 21:43.

I dare YouWhere stories live. Discover now