CAPITOLO 2

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Dopo aver lasciato il simpaticone di fuori nel retro, decido di passare per il bagno prima di tornare a lavorare. Mi rinfresco il viso attenta a non rovinare il trucco; Frank è sempre stato chiaro su come dovessero apparire le ragazze che lavoravano per lui… in una parola? Sexy.

L’aggettivo per eccellenza che mai nella vita sceglierei per descrivermi, al Winston risulta essere l’unica regola di base. Essendo un pub principalmente maschile, Frank cerca solo impiegate donne, preferibilmente giovani, belle e provocanti, per poter attirare il maggior numero di clienti possibile. Ed infatti mi chiedo ancora che minchia ci faccio io qui?!

Rimasi più che sorpresa quando lo stesso giorno in cui gli diedi il curriculum, mi chiamò per parlare dei turni che avrei dovuto fare.

Mi ritrovai così a lavorare in un ambiente nuovo e familiare allo stesso tempo.

Nuovo, perché per la prima volta nella mia vita ero lontana dall’Italia e da quel posto che qualcuno riesce a chiamare “casa”. Dopo tutto quello che avevo passato ero finalmente riuscita a scappare in Scozia e a iniziare una nuova vita; ero riuscita a trovare un piccolo monolocale in affitto, un lavoro e un’amica davvero speciale, anzi... l'unica amica che io abbia mai avuto a dire il vero; Linda.

Senza di lei non so proprio come avrei fatto.

E per quanto riguarda il Familiare… stare a contatto con gente ubriaca sembra ormai essere una delle mie specialità predilette.

Osservo il mio riflesso nello specchio; l’eye-liner è intatto; Ritocco solo le labbra con il rossetto che porto sempre in tasca. Non perchè io sia una maniaca del trucco, ma perché più di una volta Frank ci ha ribadito quanto ritenga importante che le sue “girls” siano sempre impeccabili. Anche se la sua concezione di “impeccabile” risulta un tantino diversa da quella comune; rossetto, ombretto nero e mascara sono d’obbligo. Senza contare la “divisa”, costituita da top o camice smanicate e il più aderenti possibili, con pantalone a libera scelta, ma rigorosamente nero e “skinny”!

Io e Linda gli siamo grate per aver lasciato fuori dagli obblighi i tacchi! Indossarli dalle 7 di sera fino alle 3 e mezza del mattino seguente correndo da un tavolo all’altro non sarebbe stato affatto piacevole.

 Non appena richiudo il rossetto, qualcuno bussa alla porta del bagno,  più che bussare sembra intento a volerla abbattere al suolo!

<<just a minute!>>  gli grido. Ma non potevano fare due bagni?!

<<No way!! Cory open the door now!!>> è Linda; la versione super agitata di Linda a giudicare dalla voce. Giro la chiave e per poco la porta non entra in collisione diretta col mio naso. Quella piccola furia scozzese si piomba dentro chiudendoci entrambe dentro a chiave, per poi precipitarsi ad abbassare la tavoletta del gabinetto e sedersici sopra. La vedo portare  le mani alle tempie e dondolare con il busto avanti e indietro, come una pazza uscita da un qualche manicomio. Ma che le prende?  Oddio! Avrà mica provato di nuovo la Belvedere? La prima volta in cui l'ho convinta a provarla ho deciso che sarebbe stata anche l'ultima!

<< Oh my God… Oh my God!!! ohmygodohmygod!!!>> le guance le vanno in fiamme, i suoi grandi occhi marroni sono lucidi e spalancati. Non riesco a capire se sia spaventata, elettrizzata, felice o ubriaca, ma una cosa è certa; non l’ho mai vista così.

<< ehy! Just breathe ok!? What the hell is going on?>>, mi inginocchio di fronte a lei e le prendo le mani costringendola a sollevare il volto.

<< I can’t go out there again! I’m gonna pass out in front of them if I’ll do it! I’m sure I will!>>

<< What the hell are you talking about!??>>

I dare YouWhere stories live. Discover now