Maybe isn't nice to meet you
-Sofia, sbrigati o faremo tardi!- gridò Elena.
Non sopportava quando la sua amica le causava un grande ritardo, quindi sempre.Al contrario, Elena era incessantemente puntuale se non in anticipo.
-calma, arrivo...arrivo- urlò dalla cima delle scale della casa che dividevano con altre quattro ragazze.
Con un pizzico di fortuna quella potrebbe essere l'ultima volta che vedevano quelle stanze.In principio, dopo essersi appena trasferite in una città grande come Londra per studiare all'università, era sembrata loro una buona idea quella di andare a convivere con altre quattro ragazze, quell'idea si rivelò un incubo.
Troppe galline nel pollaio che starnazzavano.Avevano bisogno di trovare un'altra casa, le valigie erano ormai pronte da ormai troppo tempo.
Presero la famosa metropolitana ed scesero alla fermata denominata "Angel Station", camminarono per circa cinque minuti chiaccherando del più e del meno.
-hai una vaga idea di quanto sarebbe facile raggiungere l'università? Potremmo andarci a piedi e non dovremmo svegliarci alle cinque per prendere le coincidenze del treno, sarebbe un sogno!- raccontò Sofia per la milionesima volta in quattro secondi.
-dobbiamo prima vedere i coinquilini, magari sono dei serial killer, che in effetti sono sempre meglio che passare un'altra sola notte con quelle altre- esclamò Elena svoltando l'angolo.
-o magari sono dei fighi assurdi- disse la mora stralunata, di sicura immaginava già la proposta di matrimonio e l'anello da parte di uno di questi poveri ragazzi, ignari di conoscere la sognatrice numero uno al mondo.
-pensa a come sarebbe felice Logan- risero entrambe.Suonarono al campanello, era un palazzo antico ma molto ben tenuto e curato e proprio a due passi dal centro e dalla sua università: la City of London University.
-sì?- disse la voce metallica del citofono.
-ciao, saremmo qui perché abbiamo visto l'annuncio dove dite che cercate dei coinquilini-
-certo...emh, quarto piano- rispose, Elena potè percepire il nervosisimo con la voce di questo ragazzo prima di sentire il segnale di interruzione del citofono.Le due amiche si guardarono e Sofia alzò le spalle come per dire "vediamo come va, ormai siamo qui".
Presero l'ascensore.
-io potrei vivere anche qui- rise la sua amica notando le dimensioni della cabina metallica.
Elena si sistemò i capelli biondi rimproverando la bionda per non averle detto che il vento li aveva ridoti in quello stato pietoso.-secondo me stavano dormendo e ora stanno correndo avanti indietro per rendersi presentabili- disse la bionda.
-dai, sei sempre così cattiva, magari erano solo spiazzati- la sua amica la spinse contro la parete dell'ascensore.
-ok, fingiamo di non essere così strane- prese un grande respiro quando le porte si aprirono.-permesso...- disse Sofia entrando nell'appartamento dal portone lasciato socchiuso.
-benvenute, scusate il disordine, non aspettavamo visite- un ragazzo moro e ben piazzato di fisico strinse loro le mani.
-sono Alessandro Florenzi-
-io Sofia Tombolino-
-Elena Marcatton- disse soltanto.
-prego, da questa parte: vi presento il ragazzo con cui condivido l'appartamento-Attraversano l'ingresso ed arrivarono in un grande salone dai toni chiari che si mischiavano alla perfezione con i telai neri delle finestre gigantesche che davano sulla strada da cui le ragazze erano arrivate.
Su uno dei due divani bianchi era seduto un ragazzo biondo vestito con una felpa grigia ed dall'aria assonnata. Stava bevendo da una tazza bianca, probabilmente caffè.
-fatto le ore piccole?- chiese Elena tentando di essere simpatica.
Lui la guardò appena continuando a bere.
Che stronzo, pensò la ragazza.-sono Andrea Sacchi- disse presentandosi ed evitando categoricamente di toccarle o avvicinarsi.
-piacere- risposero le ragazze in coro.-allora, cosa porta due belle italiane nella grande Londra?- domandò Alessandro, di sicuro quello più simpatico tra i due, posizionandosi accanto al suo amico dall'aria distrutta ma comunque incazzosa.
-studiamo-
-in quale università?- ribattè.
-alla City of London, faccio giurisprudenza- disse Elena.
-io alla London Metropolitan University e studio psicologia-
-ma dai, è anche la nostra, solo che io studio ingenieria e lui architettura- esclamò Alessandro.
-oh strano che non ci...- iniziò a dire Sofia.-come mai vorreste cambiare casa?- la interruppe Andrea in fretta, come se non volesse sentirla parlare.
-hai presente il detto "troppe galline nel pollaio"? Ecco, siamo sei donne in una casa e, essendo le ultime arrivate, non ci sentiamo parte del gruppo. poi quelle con cui viviamo sono delle stronze, cioè una volta hanno provato a mettere la crema depilatoria nel mio shampoo- puntualizzò Elena.Al bell'addormentato scappó un sorrisino divertito, allora non era così di ghiaccio come aveva pensato.
-interessante, umh...sapete già a quanto ammonta l'affitto?- il mezzo biondo tagliò corto con un'altra domanda.
-no, non c'era scritto nulla di tutto ciò nell'annuncio. In realtà c'era scritto solo qualcosa come "due ragazzi italiani cercano dei coinquilini" e poco altro- disse la studentessa di giurisprudenza.-ed ecco cosa succede quando Ale fa qualcosa- guardò male l'amico.
-comunque sono mille sterline al mese con le bollette incluse, che diviso per quattro persone fanno circa duecentocinquanta al mese. Per caso avete un lavoro?-
-io lavoro da Starbucks- rispose la mora
-faccio la babysitter per alcune famiglie e a volte mi faccio fotografare o ritrarre per la facoltà delle belle arti o sfilo con gli abiti disegnati dalle ragazze che studiano moda-
-che tipo di scatti?- chiese malizioso Andrea, liberandosi improvvisamente dall'alone di sonnolenza che lo circondava.
-non quel tipo di scatti che intendi tu, servono per pagarmi gli studi, non per crearmi problemi in futuro- tentò di sorridere lei.
-beh peccato- rispose felice di averla messa in difficoltà.-sapete cucinare? Perché il signorino Sacchi qui presente non sa nemmeno mettere il latte nel microonde- disse Ale.
Lui lo guardò male continuando a bere dalla tazza.
-sì, per il momento non abbiamo ancora ucciso nessuno- ironizzò Sofia cercando di sdrammatizzare.
-rassicurante- borbottò Andrea prima di bere il suo caffè.-domandone finale: avete Netflix?-
-umh...sì- rispose Sofia
-sia lodato il cielo, il nostro vecchio coinquilino se n'è andato ed ha cambiato la password- disse Alessandro.
-non è un problema, amplieremo l'account- ribattè Sofia in fretta.
-ragazze, ci lasciate un attimo per discutere?- domandò il moro.
-certo, vi aspettiamo sul pianerottolo-
Andrea le accompagnò fuori e poi socchiuse la porta.-come credi siamo andate?- domandò nervosa la bionda.
-meglio non avremmo potuto fare, tranne nella parte del cibo, forse avresti dovuto evitare quel "per ora non abbiamo ammazzato nessuno"--come va, va. Panta Rhei: tutto scorre-
-per favore, risparmiami questa pillole, dottoressa-
-certo avvocato... ma non sarebbe strano due ragazze che vivono con due ragazzi? Ceh è ambiguo-
-no, sarà strano dirlo ad Logan-
-sembrano dei bravi e soprattutto bei pezzi di manzo ergo qualcuna se li sarà già accaparrati, non c'è motivo per lui di essere geloso-
-anche se fosse, non sono qui per tradire il mio fidanzato e poi tra otto mesi me ne vado- disse risoluta Elena.
-non me lo ricordi avvocato-
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when love knocks on your door
ChickLit-complimenti per l'accendino- sorrise lei ironica appena il ragazzo si accese la canna. -grazie, credo che me lo abbia regalato una ragazza bellissima, anche se con un carattere di merda- le prese il mento tra il pollice e l'indice e la bació lenta...