t w e n t y

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Messy family

Era stata una delle notti più imbarazzanti di tutta la sua vita. Rimpiangeva quel capodanno perché entrambi erano ubriachi e nessuno si ricordava lucidamente cosa avesse fatto l'altro.
La cosa peggiore era stato trovarsi Andrea solo con i pantaloni della tuta addosso, dopo essere uscita dal bagno con la felpa della sua scuola superiore che era enorme ed un paio di pantaloncini che sbordavano appena.
La cosa veramente devastante fu la battuta di lui "cazzo, non avevo realizzato che sarei stato a contatto con il tuo bel culetto per sette notti, sarà una tortura abbandonare il letto", ecco quello era il vero imbarazzo, non essere presentata ai parenti come un quadro all'asta a quello stupido rinfresco.
Non osava immaginare il giorno dopo al funerale e al ristorante, sarebbe stato meglio farsi sei ore di spiegazione di diritto navale con Mr. Casy.

-nonna, lei è Elena la mia fidanzata-
La donna in questione era seduta su una delle poltrone del salotto.
Aveva i capelli bianchi acconciati dietro la nuca con dei riccioli cadenti. Il viso era mantenuto giovane, nonostante l'età incombesse. Aveva gli occhi azzurri come il figlio ed il nipote. 
-molto piacere signora- sorrise la bionda tenendole la mano.
-oh, chiamami solo Loreta, so già che diventeremo grandi amiche- esclamó giovanile e gioviale.
-sembrate proprio una bella coppia- sorrise congiungendo le mani.
Chissà quante volte si era sognata di conoscere la fidanzata del nipote.

Il biondo avvolse un braccio attorno alle sue spalle.
-godetevi il vostro amore, voi che potete, non come me e tuo nonno. Intesi?-
-nonna, quando tu e il nonno eravate fidanzati l'Austria e l'Ungheria erano ancora un unico impero e c'era la guerra- rise lui ricevendo un'occhiataccia dal padre e dal resto dei parenti.

Andrea dovette andare un attimo in bagno ad aiutare la sorellina che si era tagliata con la carta colorata.
-sai suonare il pianoforte tesoro?- chiese la nonna, indicó lo strumento nero al centro della stanza bianca.
-sì, me lo ha insegnato mia madre-
-vuoi suonarci qualcosa?- domandó il padre.
Elena si alzó titubante e raggiunse lo sgabello.

Erano anni che non toccava i tasti bianchi e neri, le sue dita non avevano più le solite movenze fluide.
Suonó il primo brano che le venne in mente, glielo aveva insegnato la madre solo che lo aveva provato talmente tante volte per farlo decentemente che ormai lo aveva imparato a memoria.
Era una ballata di Wagner, la preferita di sua madre e per questo gliel'aveva insegnata ed aveva richiesto la massima precisione.

-sapevate che quel pianoforte non andava suonato! Come avete potuto?- Andrea entró in salone in fretta e furia, per poco non le chiuse le dita tra i tasti ed il coperchio.
-forza Andrea, non fare il bambino- disse il padre allargando le braccia esasperato.

Elena non stava capendo proprio nulla, e dire questo era riduttivo.
Rimase molto confusa quando il ragazzo se ne andó lasciando tutti i presenti nella sua stessa situazione.

-è proprio un coglione mio figlio- sospiró Fabio e prese la mano della moglie.
-da qualcuno avrà preso, no?- ribattè la nonna facendo sorridere la bionda.

Lei stessa andó dalla sorellina che singhiozzava con il suo pupazzo a forma di orso tenuto a penzoloni, tanto da toccare terra.
-Andrea se ne andrà di nuovo?- chiese sconsolata sfregandosi l'occhio con il dorso della mano libera.
-no, certo che no. Vedrai che questa sera torna a casa giusto in tempo per darti la buonanotte-
-davvero?-
-ovvio, lui è il tuo fratellone e ci sarà sempre per te- sorrise la maggiore facendole il solletico al pancino.

-ti insegno a suonare il pianoforte?- domandó Elena quando smise di piangere.
-sìì!- esclamó la bambina sprizzando gioia da tutti i pori.
La prese in braccio e la fece sedere sullo sgabello.

Le mostró che tasto doveva premere per un FA e a cosa servivano i tasti neri.
Dando un occhio ai parenti seduti sui due divano oppure a tavola, vide che nessuno era ancora interessato al biondo, nessuno ne parlava.

-non preoccuparti, sono normali certe reazioni da parte di Andrea- disse Monica mentre Elena la aiutava a spostare il cibo rimasto dal rinfresco nelle scatolette con il coperchio da mettere in frigo.
-vorrei chiedergli il perché, ma sono sicura che scapperebbe di nuovo-
-era molto legato a sua madre e quel pianoforte è l'unica cosa che rimane di lei.

La bionda si sentì immediatamente colpevole, era colpa sua se quel ragazzo se n'era andato.
Si ripromise di chiedergli scusa e magari anche qualche dettaglio in più, per rendere più chiaro il quadro generale.

-posso chiederti perché ti odia tanto?-
-odia quel che rappresento ovvero il fatto che suo padre sia andato avanti e di conseguenza si sente costretto ad odiare me- sospiró lei asciugando i piatti lavati dalla bionda.
-mi dispiace, non deve essere facile-
-sei finita in una famiglia incasinata- alzó un angolo della bocca con fare sconsolato.

when love knocks on your doorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora