t h i r t y t w o

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John Cena isn't a boxer, btw

-i tuoi fratelli non ti hanno mai insegnato che devi tenere il pollice fuori dalle altre dita quando tiri un pugno?- chiese ridendo per l'ennesima volta mentre erano al pronto soccorso e Joyce avvolgeva la mano con le fasce imbevute di gesso.

Lei, come ogni volta, non rispondeva. Si limitava a guardarlo truce. In un certo senso era soddisfacente vederlo con ghiaccio appoggiato sullo zigomo, anche se il livido era appena arrossato e non viola come aveva sperato.

-perché non la smetti di importunare questa bella ragazza. Non vedi che non ha voglia di risponderti? Ha fatto anche bene a tirarti un pugno- rispose Joyce che era parecchio annoiata dal biondo logorroico.

Uscirono dall'ospedale un paio di ore dopo ed entrarono in macchina, ma non partirono subito.
Elena un aveva spiccicato una sillaba per tutto il tempo.
-per quanto tempo hai intenzione di ignorarmi ancora?- per poco non urló lui stringendo una mano attorno al volante e passandosene una tra i capelli.
Evaporava rabbia da tutti i pori, non sopportava la situazione che si stava instaurando tra di loro.

-non lo so, fino a quando non mi passa. Nel frattempo non rivolgermi la parola, bastardo- incroció le braccia al seno continuando a guardare dritto davanti a sè.

Rimasero zitti per tutto il resto del tempo, un silenzio assordante e teso da parte di entrambi.
Quando Andrea parcheggió la bionda scese immediatamente e sbattè la porta.
Lui non disse nulla per evitare un altro pugno sullo zigomo, un altro pollice rotto e un altro viaggio al pronto soccorso.

Presero insieme l'ascensore e rimasero con le bocche cucite fino all'appartamento quando Elena per poco non gli chiuse la porta in faccia, rischiando casualmente di rompere il naso del biondo.

-oh Santo Cielo, che cosa ti è successo?- chiese Sofia appena vide la mano sinistra di Elena avvolta nelle bende.

-la principessina qui presente ha voluto essere Mike Tyson per un minuto e mi ha tirato un pugno- disse Sacchi mostrando il livido della guancia.
La bionda sorrise appena alzando un angolo della bocca.

-di sicuro te lo sei meritato. Adesso io ed Elena andiamo a parlare in camera mia- Sofia fece l'occhiolino.

Salirono insieme ed entrarono nella stanza della mora. Sembrava che fosse scoppiato una bomba lì dentro. Vestiti, scarpe e libri ovunque.
-per quanto devi tenerlo?- chiese indicando il gesso alla mano.
-due settimane, se tutto va bene-

-adesso parla. Che cos'è successo tra te ed Andrea?- si sedettero insieme sul letto.
-l'ho beccato con una tipa che gli si strusciava addosso e abbiamo litigat...- non terminó la frase a causa di un singhiozzo.

Non voleva piangere ancora, lo aveva fatto tutta la notte. Non era una di quelle persone con la lacrima facile, anzi.
Per anni si era sempre ripetuta "non qui e non ora", forse il momento per piangere era arrivato.
Il mondo le era crollato addosso nel attimo in cui aveva visto Andrea con quella ragazza, adesso doveva solo rialzarsi e riprendere la sua vita in mano.

-tesoro, devi lasciar andare le tue emozioni. So che ti tieni tutto dentro- Sofia la abbracció e le passó una mano sulla schiena mentre Elena piangeva.
-abbiamo litigato e mi ha detto che per tutto il tempo non ha fatto altro che infrangere l'unica promessa che mi aveva fatto- tiró su con il naso per smettere di piangere, ma non servì a nulla.
Era un fiume in piena.

-che bastardo, hai fatto bene a tirargli un pugno... a proposito, perché?-
Le scappó un sorriso che contagió anche Elena.
-mi ha baciato mentre stavamo litigando perché si è comportato da geloso a causa della vicinanza di Harry-
-John Cena può solo accompagnare-
-lui era un wrestler comunque, ovvio che sono meglio io- puntualizzó tra le lacrime.

-anche quando sei distrutta emotivamente non puoi fare a meno di essere una pigna in culo- Sofia alzó le braccia esasperata, mossa che venne malinterpretata Elena che si ammutolì all'istante.
-dai, stavo scherzando, scusami- la mora le accarezzó i capelli per rilassarla.

-è che mi sento una cogliona!- esclamó alzando la testa dal collo della sua amica.
-cioè, sapevo che era puttaniere eppure sono andata consapevolmente, e soprattutto da sola, nelle fauci del lupo che erano già ben spalancate per me-
Si passó una mano sulle guance con l'intento di asciugare le lacrime, ma si accorse che era la mano con il gesso e si maledì mentalmente per essersi fusa a tal punto.

-raccontami qualcosa, devo distrarmi-
-diciamo che io ed Alessandro ci siamo baciati...-
-solo questo? Non me la racconti giusta Sofia Tombolino- scosse la testa sorridendo appena.

Era felicissima per la sua amica, lo sapeva che prima o poi sarebbe successo qualcosa tra di loro, erano troppo simili e poi chi si somiglia si piglia.

-ok, ieri sera abbiamo dormito insieme e ci siamo un po' sbaciucchiati- arrossì tutta.
-dio mio, era anche ora. Ci stavamo disperando perché non succedeva niente-
-stavamo?- chiese confusa Sofia.
-io e...Andrea- alzó le spalle e sentì gli occhi inumidirsi ancora, ma aveva quasi esaurito tutte lacrime.
-oh Dio, scusami. Non avevo realizzato...-
-non preoccuparti. Mi passerà, anche perché non posso evitarlo per sempre visto che siamo coinquilini-
-questa è la Elena che conosc...hanno suonato al campanello. Chi sarà?- fece una pausa in mezzo.

-oh merda, mi ero dimenticata che oggi veniva Samantha per studiare, il trenta abbiamo un esame!-
Si asciugó le lacrime agli occhi con la mano giusta e scese le scale di corsa per andare ad aprire alla porta, ma qualcun altro era stato più veloce di lei.

-prego, accomodati dolcezza. Sapevo che saresti tornata- sentì la voce di Andrea diventare sempre più forte man mano che si avvicinava all'ingresso.

Che coglione!

-per Andrea Sacchi questo ed altro- sorrise lei maliziosa.

Era ora di un altro discorsetto con la sua amica Sammy.

when love knocks on your doorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora