t w e n t y f o u r

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Can't walk down the aisle
while i'm high

-sai, sei davvero una gnocca pazzesca vestita così e adesso posso dirtelo visto che l'altra volta c'era tuo padre e quindi ho dovuto moderare i termini, ma lasciati dire che ti scoperei di brutto vestita così, ti scoperei anche con un sacco dell'immondizia ma questi sono dettagli-
Indossava già il vestito azzurro da damigella e la parrucchiera aveva già fatto la sua magia trasformando la massa di spaghetti in qualcosa di sensato, coì come la makeup artist, che aveva solo enfatizzato le lentiggini e gli occhi azzurri con una linea di eye-liner.

Si stava allacciando le scarpe, delle Converse nere, che tanto non si sarebbero viste da sotto il vestito.
La sua perfezionista madre non avrebbe mai notato che non indossava i tacchi.

-non so se ringraziarti o essere disgustata- alzó un angolo della bocca.
Si buttó con davvero poca grazia sul divanetto della sala in cui si sarebbe svolta la cerimonia ed appoggió le gambe sulle cosce del biondo.
-sai quante ragazze vorrebbero essere al tuo posto e ricevere complimenti da me?- ridacchió e infiló una mano sotto a tutti quegli strati di tessuto della gonna arrivando fino alla coscia.
-leva la manina, Sacchi- lo ammonì lei.

-senti, ho una cannetta con la roba buona dalla mia riserva personale, usciamo a fumarla?-
-non posso andare all'altare fatta, Andrea- lo guardó sconvolta dalla sua proposta.
-peró ho bisogno di una sigaretta, andiamo- insieme uscirono ed andarono verso la fontana al centro del parco.
Era una giornata abbastanza calda, ma non c'era il sole, infatti per la sera era prevista pioggia.

Si accesero una sigaretta e fumarono in silenzio.
Ognuno era immerso nei propri pensieri, fino a quando Elena non fu richiamata da Gabriele che le disse qualcosa in tedesco, ció assomiglió più ad una bestemmia in dialetto stretto del sud.

Un signore anziano si avvicinó a lui e si sedette sulla panchina, fumó la sua pipa in silenzio, lanciando solo qualche occhiata al ragazzo che aveva di fronte.

-wer bist du? Ein Familiemitglied, das ich nicht kennengelernt habe?-
(Chi sei? Un membro della famiglia che non ho mai visto?)
Non capì, ovviamente, per quanto cercava di sforzarsi gli veniva impossibile collegare una singola parola all'italiano o all'inglese.
-non so il tedesco, mi dispiace- sbuffó il fumo e si infiló la mano libera in tasca.
-so meiner Enkelin Freund?-
(Quindi un amico di mia nipote?)

-liebe Sonnenstrahl- disse il vecchietto quando Elena tornó.
(Bel raggio di sole)
-Großvati- si abbracciarono forte.
(Nonno)
-wenn deine Großmutter dich sehen könnte-
(Se tua nonna ti potesse vedere)

-di che hai parlato con mio nonno?-
-di niente, mi parlava in tedesco-
-guarda che sa l'italiano, è solo molto furbo. Vero nonno?- lei lo guardó torvamente.
-mi togli tutto il divertimento, nipotina cara- le bació la guancia.
Elena scosse la testa divertita, il buon vecchio Friedhelm si dilettava a spaventare tutti i suoi amici con chissà quali paroloni teutonici.
-il coglione di tuo padre?-
-dentro, probabilmente con Friedrich e Lukas- alzó le spalle.

-con gli studi tutto bene?-
-alla grande-
-ricordati che se mai volessi venire a Berlino prima e terminare lì i tuoi studi, il rettore della Humboldt è un mio vecchio amico e mi deve qualche favore-
-non serve, mi trovo bene a Londra-
-magari potresti perfezionare il tuo tedesco prima di inizare a lavorare-
-nonno, il mio tedesco va più che bene-
-bhe ci ho provato, evidentemente questo giovanotto è un bravo fidanzato- il vecchio sorrise ad Andrea che ricambió uno sguardo imbarazzato.

-voi due smettela di fumare, tra venti minuti inizia la cerimonia. Einverstanden?-
-jawohl, mein Herr- rise la bionda.
(Sissignore)

-dammi quella canna, ti prego- disse appena il nonno entró nella villa.
-sai, ti sto portando sulla cattiva strada- alzó un angolo della bocca e gli passó la paglia già accesa.
Appena fece un tiro sentì la preoccupazione e l'ansia svanire. La testa si fece più leggera.

La cerimonia andó bene, certo da fatta non riuscì a seguire tutti per filo e per segno però fu toccante lo stesso. Andrea, che la guardava da lontano, non riusciva a capire se avesse gli occhi rossi per la canna o per le lacrime.

Si ricordava quando da piccoli, Federico giurava che non si sarebbe mai sposato, invece ora aveva le lacrime agli occhi vedendo la sua bella moglie.

La parte più divertente fu il discorso di Gabriele che era il suo testimone, con nello sfondo i video con le perle di saggezza di mio fratello da ubriaco dell'addio al celibato.

-andiamo a fare un giro?- chiese ad Andrea che era seduto vicino a lei.
Aveva bevuto abbastanza spumante quindi aveva un disperato bisogno di una passeggiata per smaltire un po' l'alcool.

Quando andarono fuori dalla sala del ricevimento il biondo appoggió la mano fredda alla base della sua schiena nuda mandandole brividi a tutto il corpo già inibito dal vino.

-sei partita?- domandó vedendola un po' traballante.
Entrarono in un'altra salone per le feste, solo che non era decorato, anzi, le sedie erano ancora appoggiate all'incontrario sui tavoli.
-abbastanza- si sedette su un divanetto con talmente poca grazia che qualche strato del vestito di tulle si alzó e poi riscese delicato.
-quanto è triste da "uno" a "cliché" essere la damigella d'onore ubriaca? In teoria dovrebbero scopare un sacco ai matrimoni, che idiozia- rise scuotendo la testa.
-in realtà tu stai facendo un sacco di sesso, buon sesso, e con un tipo fantastico e super dotato di nome Andrea Sacchi- anche lui si sedette spostando tutto quell'ammasso di stoffa.
-soprattutto modesto, cretino- rise ancora di più.

-Dio, quanto odio questo vestito. Cioè è talmente stretto che non riesco a respirare!- esclamó lei esasperata.
-toglitelo, allora- il biondo sorrise malizioso, ma lo disse come fosse la cosa più normale del mondo.
-sei davvero un pervertito, non so come tu possa piacere alle ragazze, forse perché non hanno un briciolo di cervello-
-ti stai dando della stupida da sola visto che ti piaccio, da morire- le fece l'occhiolino.
Lei alzó il occhi al cielo e poi percepì le labbra del ragazzo premere contro le sue, ma solo per poco tempo prima di iniziare a muoversi e prima che le loro lingue entrassero in contatto.

Si ritrovarono così a fare sesso su quei divanetti orribili degli anni ottanta e poi contro il muro, mentre nell'altra sala c'era la festa per suo fratello.

Era eccitante per entrambi, entrambi non ne avevano abbastanza l'uno dell'altra. Era una lotta infinita tra la loro parte razionale che diceva loro di fermarsi e la loro voglia di ottenere di più.
L'altra sera Gabriele aveva detto che la prima cosa che si notava di loro due era la tensione sessuale che aleggiava.

-è impossibile scoparti con quel vestito- si lamentó lui con il fiatone appena il loro amplesso finì e furono costretti a darsi una sistemata e tornare nella sala con gli altri.
-tranquillo, me lo toglieró presto- gli fece l'occhiolino.

Andrea scosse la testa divertito rimanendo da solo nel salone, quella ragazza lo avrebbe fatto impazzire.

when love knocks on your doorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora