t h r e e

2.3K 67 4
                                    

Let's go to Ikea

-abbiamo preso tutto, no?- chiese Andrea messaggiando al telefono mentre era alla guida.
Se la ragazza fosse morta, ce l'avrebbe avuta sulla coscienza per l'eternità.

Sofia le aveva raccontato di vedere raramente il biondo nei corridoi dell'ateneo e che passava la maggiorparte del tempo con quelli che venivano sempre beccati con l'erba ai controlli del campus.
Il che era strano perché Andrea era pur certo un coglione, ma non era un idiota sprovveduto.

-anche se dovessimo prendere dell'altro non ci starebbe in macchina- ribattè Elena.
-toucheè- esclamò Alessandro aprendo la porta a Sofia.

L'abitacolo era stracolmo di scatoloni, due armadi, due letti da montare ed altre cianfrusaglie che sarebbero andate in una delle sue stanza delle ragazze.
Osservando dallo specchietto retrovisore vedeva che il moro aveva avvolto un braccio attorno alle spalle della sua amica che a causa della mole infinita di acquisti era schiacciata contro di lui.

Sembrava un bravo ragazzo ed un buon amico e da quel poco tempo che avevano trascorso insieme lo aveva potuto capire, a differenza della persona che guidava.

Il profilo era pressoché perfetto, aveva una spruzzata di lentiggini sul naso, nulla in confronto alle sue.
Doveva ammettere che era proprio un bel ragazzo, nonostante il suo atteggiamento da stronzo sfacciato e sciupafemmine.
Certo, non lo conosceva bene e non avrebbe dovuto giudicarlo, ma durante pomeriggio lo aveva beccato più volte a guardare il suo lato B o quello di altre ragazze. Però poteva benissimo dire di non sopportarlo, lui ed i suoi modi di fare, come se gli fosse tutto dovuto.

-mi sciupi se continui a fissarmi-
Lei alzò gli occhi al cielo e si voltò dall'altra parte.
Andrea ridacchiò malizioso ed alzò il volume della radio per coprire il vociare fitto di Sofia ed Alessandro che parlavano nei sedili posteriori.
Lei avrebbe voluto prendere parte alla conversazione, ma a giudicare dai loro sguardi non sarebbe stata la benvenuta e così fu costretta a subirsi un interminabile viaggio di mezz'ora in silenzio.

Arrivati a casa fecero scaricare ai ragazzi tutti quegli scatoloni, anche se il biondino non ne aveva per niente voglia e per poco non ruppe una scatola contenente il letto da montare di Elena.

Le due ragazze si cambiarono, una indossò il pigiama e l'altra un top sportivo con dei jeans praticamente da buttare, visto che incominciava la verniciatura delle pareti della sua stanza.

Un'unghia rotta dopo riuscì ad aprire il barattolo di vernice color crema, prese il pennello e circa due ore dipinse i muri.
Si dedicò al montaggio dei mobili mentre aspettava che la pittura si asciugasse.

-Elena, che cosa hai scritto qui sull... oh cavolo sei nuda- entrò Alessandro nella stanza.
-no, non sono nuda, stai tranquillo-
-non ti credevo così pudico-
-fidati, non lo so. Lo dicevo per te che magari non volevi farti vedere così-

-toucheè, che volevi?-
-umh...io ed Andrea stiamo andando a fare la spesa e non capivamo cosa avessi scritto- indicò la lista della spesa.
Strabuzzò gli occhi tentando di vedere senza occhiali nè lenti a contatto.

-c'è scritto maionese-
-ok grazie, sta venendo bene la stanza, come te la cavi con i mobili?-
-Geppetto può solo accompagnare-
-beh fammi vedere il risultato quando torno-
-contaci- gli fece l'occhiolino.

Tornò alla costruzione del comodino a cui proseguì con l'assemblaggio della scrivania e del letto.
Tastò il muro constatando che si era asciugato quindi spostò i mobili come più le piaceva.

La arreddò fino alle otto di sera e quando posò anche il tappetto fu davvero felice di aver terminato. Aveva lavorato tutto il giorno e le faceva male la schiena, ma ne era soddisfatta.

when love knocks on your doorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora